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ISRAELE/MONDO. La fondazione Hind Rajab dà la caccia a mille soldati israeliani. La Germania taglia i fondi a due Ong israeliane

✅ LE MALETESTE ✅

7 gen 2025

L'organizzazione HRF ha raccolto 8mila documenti che individuano i responsabili degli atti di genocidio. La Germania più realista del re - IL MANIFESTO

La fondazione Hind Rajab dà la caccia a mille soldati israeliani

L'organizzazione ha raccolto 8mila documenti che individuano i responsabili degli atti di genocidio. Esercito e giornali israeliani pubblicano i vademecum per chi ha commesso crimini di guerra


di Chiara Cruciati

7 gennaio 2025


La Hind Rajab Foundation ha pochi mesi di vita ma un archivio imponente: è quello visibile sotto la voce «Perpetrators» del suo sito web. Centinaia di soldati israeliani (erano già mille a inizio ottobre 2024) responsabili di crimini di guerra contro la popolazione civile palestinese di Gaza e che la fondazione chiede di indagare.


A sostegno delle accuse, la Hind Rajab Foundation – intitolata alla memoria della piccola gazawi di cinque anni uccisa dall’esercito israeliano mentre, bloccata in auto, chiedeva aiuto al telefono alla sua mamma – ha raccolto oltre 8mila documenti, foto, video, rapporti forensi, registrazioni audio e post sui social media. Molte delle prove le hanno fornite gli stessi ufficiali e soldati che pubblicano online i crimini commessi. Tra loro qualche decina di cittadini stranieri o israeliani con doppia cittadinanza.


IL MATERIALE raccolto viene regolarmente consegnato alla Corte penale internazionale, che giudica gli individui. Tra i crimini commessi: distruzione di infrastrutture civili, saccheggio, uso di tattiche disumane contro i civili, omicidi mirati di civili. I casi sono segnalati anche ai paesi di origine dei soldati e a quelli in cui i militari vanno in vacanza.


È il caso, emerso domenica ma risalente al 3 gennaio, del soldato israeliano per cui una corte brasiliana – sulla base delle segnalazioni della fondazione belga e di 500 pagine di prove – ha chiesto l’arresto perché sospettato di crimini di guerra, nello specifico della distruzione indiscriminata di abitazioni civili. Si è salvato in extremis: le autorità israeliane, venute a conoscenza dell’arresto imminente, lo hanno rintracciato. È salito sul primo volo disponibile.


Nessun arresto, dunque, ma la Hind Rajab Foundation segna una vittoria: «Questo è un momento storico – commenta il presidente Dyab Abou Jahjah – Segna un precedente potente affinché le nazioni intraprendano azioni coraggiose per ritenere responsabili gli autori di crimini di guerra».

Che sia un precedente importante lo si coglie dalle reazioni a Tel Aviv: l’esercito ha subito buttato fuori raccomandazioni ai soldati perché prestino maggiore attenzione nei viaggi all’estero e perché evitino di pubblicare sui social media le prove indiscutibili dei crimini commessi.


DA DOMENICA i quotidiani e i siti di informazioni israeliani pubblicano vademecum a firma di esperti di diritto, con le dritte per non farsi arrestare. Spiegano il significato di «giurisdizione universale» che permette anche a paesi stranieri di perseguire crimini di guerra e contro l’umanità, smontando l’impressione di impunità che aleggia tra le forze armate israeliane.


Dopotutto non è la prima volta: in passato più di un ex ministro israeliano (tra cui l’attuale «eroe» liberale Moshe Ya’alon) dissero di evitare viaggi all’estero per timore di finire in manette. Non aiutano di certo i recenti mandati d’arresto emessi dalla Corte penale contro il premier Netanyahu e l’ex ministro della difesa Gallant, né la decisione della Corte internazionale di Giustizia che un anno fa ha definito quello in corso a Gaza «genocidio plausibile»


 


La scure di Berlino: tagliati i fondi a due ong israeliane

Israele/Palestina Germania più realista del re: via i finanziamenti a chi parla di diritti dei palestinesi, Zochrot che promuove il diritto al ritorno palestinese e New Profile che difende l’obiezione di coscienza


di Redazione

7 gennaio 2025


Il governo tedesco ha interrotto i finanziamenti a due note ong per i diritti umani israeliane, Zochrot e New Profile. Ne dà notizia Deutsche Welle (Dw), secondo cui a nulla sono valsi gli appelli delle organizzazioni tedesche partner (a partire da Kurve Wustrow).


La ragione sta nel lavoro delle due ong: Zochrot si occupa da oltre 20 anni di informare l’opinione pubblica israeliana sulla Nakba palestinese del 1948 e di promuovere il diritto al ritorno dei rifugiati; New Profile è un movimento femminista che lavora sulla demilitarizzazione della società israeliana e il sostegno agli obiettori di coscienza. Secondo Kurve Wustrow, è la prima volta che Berlino taglia i finanziamenti a progetti tuttora in corso.


Nessuna spiegazioni ufficiale ma secondo Dw, che ha visionato documenti classificati, la decisione è parte di un più vasto taglio di fondi a organizzazioni per i diritti umani critiche delle politiche dello stato di Israele (tra le sedici individuate dalla testata, sei sono palestinesi).


Ieri Zochrot ha spiegato così le ragioni dell’improvviso taglio, 100mila dollari, un quarto del budget: «Durante conversazioni con funzionari tedeschi a Tel Aviv e a Berlino, ci è stato ripetutamente chiesto se riconoscessimo l’esistenza di Israele come stato ebraico e democratico. Ci è stato ripetutamente detto che sostenere il diritto al ritorno palestinese è inaccettabile».



Fonte: ilmanifesto.it - 7 gen. 2025

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