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"Il terribile inganno"

(docufilm di Maria Arena sul movimento delle donne)

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"Il terribile inganno" è il racconto della regista Maria Arena che segue il movimento Non Una Di Meno Milano dal 8/3/2017 al 8/3/2020 e fa un bilancio sull'esser donna oggi a partire da sé.

 

Il terribile inganno un film di Maria Arena,

produzione Invisibile Film, Infinity Lab, Produzioni dal Basso

durata 106 minuti, colore, ITA 2021

 

 

Il terribile inganno è il racconto in prima persona della regista Maria Arena, che attraverso l’incontro con le odierne pratiche femministe del movimento "Non Una Di Meno" di Milano, fa un bilancio sull’esser donna oggi a partire da sé.

 

Incuriosita dallo "sciopero globale delle donne", proclamato l’8 marzo 2017 da Non Una Di Meno, Maria partecipa alla manifestazione milanese e segue il movimento fino all'8 marzo 2020.  

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Il Terribile inganno del titolo è situato proprio qui, nelle note a margine dei sussidiari e dei libri di scuola che omettono intere parti della storia delle donne. Interi buchi nella formazione dei bambini e delle bambine che saranno gli adulti di domani.

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L’occhio della telecamera alterna la gioia desiderante dei momenti di piazza e delle manifestazioni moltitudinarie, con la stanchezza nei pullman delle trasferte nazionali e con le vite precarie delle attiviste tra lavori, figli, relazioni che si destreggiano per arrivare in assemblea chiedendosi a che ora parte l’ultimo mezzo per ritornare a casa.

E poi, posata la valigia, sedute sul divano ad osservare il proprio “focolare domestico” tutto da (de)costruire. Perché dopo l’emozione della marea in piazza, lo stare insieme in tant*, si torna sempre a casa cambiate, con la consapevolezza che il femminismo non è un’etichetta o un’identità, ma è una pratica. Giorno dopo giorno nella propria vita precaria.

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In questo docu-film, le immagini cristallizzate dalla macchina da presa diventano immediatamente materiale d’archivio per ripercorrere alcuni dei momenti principali del movimento femminista Non Una di Meno a 5 anni dalla sua nascita, nel 2016.

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Nel film i fotogrammi del movimento femminista del presente si alternano con i dialoghi con due donne chiave e figure ispiratrici che si collocano agli albori del femminismo, ma che sono state “rimosse” dal pensiero illuminista e da quel modello di “civilizzazione” che ha plasmato l’idea di un Occidente che è andato ad identificarsi con i proclami universalizzanti della ragione autoriflessiva, dove l’ideale umanistico è andato trasformandosi nel modello culturale egemonico.

Le figure del passato che interloquiscono con il presente sono Olympe De Gouges e Mary Wollstonecraft, interpretate da Emanuela Villagrossi e Federica Fracassi.

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Il film non ripercorre la storia del femminismo ma intende raccontare che cosa significa oggi essere femminista. Allo stesso tempo non si tratta di un film sul movimento "Non Una Di Meno", né di un film militante del movimento, ma del racconto di una comune donna che vi aderisce.

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Dice di sé la regista.

Sono nata a Catania e vivo a Milano dove mi sono laureata in Filosofia e diplomata in Regia alla Scuola Civica di Cinema. Ho due figli di 20 e 17 anni.

Ho realizzato cortometraggi, videoclip, videoinstallazioni, spettacoli teatrali. ‘Gesù è morto per i peccati degli altri’ (2014) è il mio primo lungometraggio. Insegno come docente Linguaggi e tecniche dell’audiovisivo dal 2004 all’Accademia di Belle Arti di Catania, dal 2012 alla Scuola di Nuove tecnologie dell’arte di Brera Milano. Ho scritto il libro ‘Falso movimento, laboratorio audiovisivo tra analogico e digitale’, Ed. Bonanno 2011.

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