# LE MALETESTE #
15 giu 2022
"Siamo riusciti a bloccare 20.000 bombe dirette allo Yemen ma non abbiamo ancora terminato di portare alla luce quale sia il vero problema dei traffici di armi all’interno del Porto di Genova".
Da alcuni anni c’è dentro il porto di Genova un nuovo Collettivo, si chiama Collettivo Autonomo dei Lavoratori del Porto, un filo rosso lo lega ai padri del 1967 nella ricerca dell’unità dei portuali, non più tra avventizi e soci come allora, ma tra dipendenti e soci che semmai riproducono per analogia le contraddizioni tra soci della Compagnia e dipendenti del Consorzio Autonomo del Porto di 40 anni fa.
Sue sono state le iniziative di reazione agli incidenti sul lavoro con il blocco dei varchi e delle operazioni, sue le iniziative di lotta in occasione di particolari eventi come denunce, licenziamenti, provocazioni padronali, sue le manifestazioni di forza nei confronti dell’Autorità portuale o del Governo quando necessario.
Ne fanno parte portuali sia dei terminal che della CULMV e ognuna delle due parti porta nel confronto e nella discussione anche accesa con l’altra il bisogno di raggiungere una effettiva unità superando per un verso il particolarismo sindacale delle vertenze terminal per terminal e per l’altro la mancanza di una reale sindacalizzazione della condizione lavorativa dei soci della CULMV.
La nuova legge sul Piano dell’organico unitario e dell’attribuzione all’Autorità di sistema portuale di poteri e funzioni di regolazione e governo del mercato del lavoro portuale offre una occasione politica assolutamente da non perdere, confidando anche nella capacità del sindacato di sostenere finalmente questa visione unitaria.
Come i suoi vecchi fondatori, questo Collettivo ha inoltre una straordinaria forza ideale e una coesione solidale che quando occorre sa mettere a disposizione anche della città, come nell’antifascismo militante che è tornato a essere una necessità non solo morale ma anche pratica per l’agibilità politica e sociale nei quartieri. In un loro recente documento hanno detto che solo attraverso il lavoro il porto fa gli interessi della città. Il 2018 si è aperto con questo importante messaggio per il porto e per la città.
RICCARDO DEGL'INNOCENTI, primomaggio, fondazionemicheletti.eu, 2018
Genova, i portuali del Calp mostrano le foto con le armi nella nave Bahri Jeddah 13 APRILE 2022
Questa volta ci sono anche le fotografie scattate dal Calp nelle stive a documentare gli armamenti nella Bahri Jeddah, una delle navi della flotta saudita che ogni mese fanno sosta nel porto di Genova cariche di armamenti e da cui tre anni fa è cominciata la battaglia dei portuali genovesi del Calp contro il transito di quelle che vengono definite 'le navi della morte'. E ancora una volta, come dimostra il Calp con le foto scattate da alcune lavoratori, la Jeddah ha a bordo armi e munizioni, in particolare "carri M1 Abrams già armati, prodotti in USA" spiegano i portuali in una nota. Inoltre, denuncia il Calp "sul ponte della stessa nave viaggiano in bella vista container pieni di munizioni e esplosivi".
Solo dieci giorni fa a Genova si era tenuta una manifestazione dove i portuali del Calp hanno marciato accanto ai vescovi di Savona Calogero Marino e di Genova Marco Tasca, alle associazioni cattoliche e ai movimenti pacifisti per chiedere all'autorità portuale trasparenza sul transito di questo tipo di navi nel rispetto delle leggi internazionali in materia di armi e della sicurezza dei lavoratori del porto. Anche oggi i portuali del Calp denunciano "l'assenza di controlli da parte delle autorità competenti". "Il presidente del porto Signorini - sottolineano - non ha degnato di una risposta né la società civile e nemmeno i vescovi di Genova e Savona" mentre "gli unici controlli in porto sono diretti contro i lavoratori ai quali viene impedito di verificare la presenza e la destinazione di armi che essi non vogliono contribuire a fare circolare nel mondo, coscienti delle sofferenze e delle distruzioni che esse arrecano ai popoli già sfruttati dalle stesse potenze geopolitiche che quelle stesse armi producono e sulle quali lucrano".
"Dalle banchine dei Porti, dai cancelli delle fabbriche, dalle università, dagli scali aeroportuali, passando per le trasmissioni televisive, parlando con molti, (noi odiamo i nazisti…) ma non con tutti, rifiutiamo l’idea della guerra.
Solo allargando i nostri rapporti di forza forse avremo qualche possibilità di contrastare davvero quello che vogliono imporci.
Vogliono cancellare il nostro passato, imporre il loro presente, distruggere il nostro futuro. Noi non ci stiamo e non ci arrenderemo mai.
Guerra alla guerra."
CALP, 3 maggio 2022 (da facebook)
"Abbiamo lasciato dietro di noi molte guerre. Abbiamo davanti a noi alte guerre. Scenari che non ci stupiscono. Con tutti gli investimenti sulla produzione e sul commercio di armi, quale conseguenza se non delle guerre per rendere tutto questo necessario? E a chi darle in mano se non a formazioni naziste per sostenere ultranazionalismi a difesa degli stati nazionali e degli imperialismi? Questi scenari di guerra che vanno combattuti e i nostri Partigiani ci hanno mostrato l’unica strada per farlo con l’Antifascismo militante organizzato. Non importa chi abbiamo davanti, conta chi abbiamo al nostro fianco.
24 aprile 1945 Genova si libera dal nazifascismo 24 aprile 2022 - Genova piazza Corvetto, ancora in piazza, ancora in strada. Ricordiamo i nostri caduti, ricordiamo chi ha combattuto per la libertà, ricordiamo chi non si è mai arreso, ricordiamo i nostri partigiani. Solo a loro dobbiamo rispondere. Non un passo indietro.
CALP, 23 aprile 2022 (facebook)