La liberalizzazione dei contratti a termine: 12 mesi senza causale, altri 12 in base ad accordi in contrattazione. Il governo Draghi abbandona i lavoratori a un ricatto gravissimo: o accettate (durate, salari, condizioni) o disoccupati.
# LE MALETESTE #
8 lug 2021
La liberalizzazione dei contratti a termine: 12 mesi senza causale, altri 12 in base ad accordi in contrattazione.
Il governo sta nei fatti abbandonando i lavoratori a un ricatto gravissimo: o accettate (durate, salari, condizioni) o disoccupati. Alle imprese il diritto indiscusso di usare i lavoratori a rotazione, sfruttando questa vulnerabilità, per aggiustare i propri cicli, per non dover lasciare niente ai lavoratori lì dove esisterà ripresa. Unitela allo sblocco dei licenziamenti. Hanno fatto scacco matto.
E hanno sfondato su tutta la linea perché lasciare alla contrattazione il come e quando rinnovare significa mettere il coltello nella piaga di uno sbilanciamento epocale dei rapporti di forza, costringendo vuoi o non vuoi i sindacati a dire ai lavoratori: non possiamo fare di più o accettate così oppure disoccupati.
E questo avverrà proprio nel basso del lavoro, lì dove la presenza dei sindacati, quando esiste è solo formale. Significa picchiare duro contro i lavoratori.
Dovremmo ripetere che più lavoro a termine significa meno sicurezza sul lavoro, significa meno produttività, significa meno salari, meno diritti, più sottoccupazione, significa più vulnerabili e senza protezioni sempre e molto di più di fronte a una nuova o prolungata crisi come adesso. Ma più che ripetere questo, io ho una domanda:
Come facciamo ad accettare il taglio del cuneo fiscale su chi ha un reddito medio-alto quando qui si allarga la platea di chi è così povero pur lavorando che non riesce neppure a pagare le tasse.
Qui stiamo e da queste domande non si scappa se vogliamo pensare alla sicurezza sociale ed economica della società.
MARTA FANA
Facebook, 9 luglio 2021.