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Alfredo Cospito e le lacrime di anarco-coccodrillo

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di ENRICO CARIA
regista, vignettista, giornalista, scrittore

# LE MALETESTE #

25 dic 2022

IL COLONNINO INFAME


Una delle cose che a noi italiani ci viene meglio è il pontificare: c’è il covid? siam tutti virologi, i mondiali? diventiamo tutti allenatori di calcio; e mò, col caso dell’anarchico Alfredo Cospito al 41bis, siamo diventati tutti giudici della Corte Costituzionale.


Ma riepiloghiamo. Cospito è stato condannato al carcere a vita a norma dell’articolo 285 del codice penale: «chiunque, allo scopo di attentare alla sicurezza dello Stato, commette un fatto diretto a portare la devastazione, il saccheggio o la strage nel territorio dello Stato o in una parte di esso è punito con l’ergastolo».


Ma come? si sono inalberati i soliti soloni, sono a piede libero gli autori della strage di Bologna, sta a piede libero il killer di Aldo Moro… e a un poveraccio che mette una bombetta-carta dimostrativa sugli scalini di una caserma scheggiandone uno, gli danno l’ergastolo ostativo? E dov’è la devastazione? dove il saccheggio? dove la strage?


Ebbene, cari i miei giudici da bar, se tra un caffè corretto all’anice e uno shottino di fernet aveste letto le motivazioni della sentenza, lo capireste.


Ma visto che nessuno di voi l’ha fatto eccovi serviti i passaggi salienti: «(…) nottetempo l’ordigno esplodeva scheggiando un gradino, danno di per se esiguo se non fosse che l’agente scelto Cammarano Arturo, uscito di corsa dalla caserma con l’arma d’ordinanza in pugno, metteva un piede in fallo proprio su quel gradino reso irregolare dall’esplosione e dalla sua arma partiva un colpo che centrava il pilota di un aereo da turismo che precipitando sulla tangenziale rovinava su un grosso tir che dal viadotto precipitava sui binari di un treno regionale che deragliava investendo un centro commerciale, che nella confusione veniva saccheggiato e devastato dai clienti, ma difeso da guardie giurate che aprendo fuoco nel reparto cucine scatenavano un incendio le cui fiamme vive investivano uno stormo di uccelli migratori che volava molto basso e i pennuti trasformati in altrettante torce con le ali finivano sul tendone di un circo dal quale scappavano impazzite belve feroci che attaccavano una scolaresca in gita mentre un elefante imbizzarrito a sua volta abbattuto da un fulmine a ciel sereno stramazzava su una vecchietta e la uccideva (…)»


Orbene, a parte il fulmine a ciel sereno unico responsabile della morte della vecchietta, è sotto gli occhi di tutti come dal gesto del Cospito siano scaturite poi devastazioni, saccheggi e stragi in abbondanza. Chi è causa del suo mal pianga se stesso.



ENRICO CARIA

regista, scrittore, giornalista

da: ilmanifesto.it - 24 dic. 2022

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