E il numero di respingimenti raggiunge un nuovo triste record.
# LE MALETESTE #
30 giu 2021
Più di 14.000 persone sono state intercettate dalla guardia costiera libica e respinte verso il paese nordafricano nei primi sei mesi di quest’anno. Solo il 13 giugno, più di 1.000 persone sono state intercettate in mare e riportate sulle coste libiche, un numero record di respingimenti in un solo giorno.
L’aereo Seabird di Sea Watch è stato testimone di un’intercettazione da parte della guardia costiera libica nella regione di ricerca e soccorso maltese il 12 giugno. Nei due giorni precedenti, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) avevano riferito che rispettivamente 200 e 450 persone erano state intercettate e riportate in Libia. La settimana scorsa, altre 260 persone hanno subìto la stessa sorte e tutte sono state mandate in centri di detenzione, secondo quanto riferito dall’OIM.
Nel frattempo, sono emersi rapporti che descrivono atroci abusi su ragazze nei centri di detenzione libici. Molte ragazze e giovani donne hanno riferito all’agenzia di stampa francese AFP (tramite l’emittente televisiva France24) e all’Associated Press di essere state abusate sessualmente dalle guardie sia nei centri di detenzione ufficiali che in quelli non ufficiali. Una di loro ha riferito di essere caduta nelle mani dei miliziani dopo essere stata intercettata in mare.
(...) Il 14 giugno, in un discorso di apertura di una conferenza interparlamentare di alto livello sulla gestione della migrazione e dell’Asilo in Europa, il presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha sottolineato il dovere di salvare vite in mare e la necessità di una missione europea di ricerca e soccorso, affermando “Credo che sia nostro dovere prima di tutto salvare vite. Non è più accettabile lasciare questa responsabilità soltanto alle ONG”. Il giorno prima, Papa Francesco aveva avvertito che il Mediterraneo è diventato il “più grande cimitero d’Europa”.
Amnesty International, Human Rights Watch e il Consiglio Europeo per i Rifugiati e gli Esiliati (ECRE) hanno pubblicato il 16 giugno un piano d’azione che comprende 20 raccomandazioni per le istituzioni dell’UE e gli stati membri per proteggere le persone in movimento lungo la rotta del Mediterraneo centrale. Tra i punti elencati nel piano d’azione c’è un appello a garantire che le ONG siano in grado di svolgere le loro operazioni di salvataggio, anche attraverso un efficace coordinamento da parte delle autorità competenti.