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CAMPI BISENZIO (Fi): NON VOGLIONO LAVORARE A PASQUETTA, LICENZIATI IN TRONCO

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I padroni: «Se volete lavorare otto ore trovate lavoro da un’altra parte»

# LE MALETESTE #

22 apr 2022

OGGI, 23 aprile 2022, alle 11,

in via Carcerina, CAMPI BISENZIO, di fronte all'azienda

SCIOPERO OPERAIO CON MANIFESTAZIONE

indetto da SI Cobas




Non è Bangladesh, è Campi Bisenzio, provincia di Firenze, dove si estende il distretto pratese del tessile e il suo supersfruttamento".


Il caso riguarda cinque operai di una confezione tessile di via Carcerina, ditta di cui è "impossibile dire il nome – affermano i Cobas –. Negli anni, diversi nomi e partite Iva hanno nascosto sempre lo stesso padrone. La vecchia storia dell’ ‘apri, chiudi e riapri' per aggirare fisco e diritti".

"Oggi nello stesso stabilimento ci sono lavoratori formalmente dipendenti di ditte diverse, la Feng Shouqing e la Hu Qingong", ma "i contratti sono carta straccia: c'è chi lavora da tre anni con contratto a tempo determinato, ‘part-time' a 20 o 30 ore settimanali. Nella realtà le ore settimanali sono 84, pagate 1.000 euro. Che nei mesi di ‘calo lavoro' diventano 500 euro (ma a parità di ore), e in quelli di picco 1.300 euro. E i diritti del Contratto collettivo nazionale di lavoro sono sulla carta".

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Il sindacato SI Cobas ha indetto per oggi (sabato 23 aprile) alle ore 11 uno sciopero con manifestazione davanti allo stabilimento di Campi Bisenzio.

Dopo anni in cui "hanno lavorato 12 ore al giorno, senza un giorno di riposo, niente ferie, niente malattie pagate, niente diritti, il giorno di Pasquetta, festività nazionale, si sono rifiutati di lavorare", il "loro padrone li ha licenziati tutti con un messaggio WhatsApp: ‘Chi non lavora a Pasquetta è fuori per sempre'". Gli stessi, riferiscono i Cobas "nei giorni precedenti avevano chiesto il Ccnl (Contratto Nazionale) per lavorare, anche loro, otto ore per cinque giorni come fanno sempre più operai, grazie agli scioperi di questi anni, nel distretto. La risposta è arrivata sempre su WhatsApp: ‘se volete lavorare otto ore, trovate lavoro da un altra parte'".


Dopo il licenziamento i titolari della ditta hanno diffuso su WeChat un video con i volti dei lavoratori che "hanno osato richiedere di lavorare 8 ore e le ferie. L'invito è agli altri imprenditori a non assumerli in altre fabbriche, ad ennesima riprova di un sistema di sfruttamento diventato la normalità. Una vera e propria black-list".


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Lunedì scorso, la mattina di Pasquetta, i dipendenti sono andati come sempre alla ditta ma hanno chiesto di poter avere la giornata libera. Dall'altra parte però la reazione dei capi sarebbe stata secca e intransigente, secondo quando riferisce il sindacato che ha ascoltato gli operai. Quest'ultimi si sarebbero allontanati lo stesso e a quel punto avrebbero iniziato a ricevere dei messaggi di "avvertimento":


"Se non lavorate oggi non tornerete più", avrebbe scritto un loro capo dello stabilimento, spiega il SI Cobas. Poi il licenziamento via whatsapp, nessun avviso formale. Martedì i cinque sono tornati comunque alla ditta, hanno chiesto di riprendere il posto di sempre, ma non sarebbero più stati fatti entrare. Porte chiuse per loro.


Nei giorni prima gli operai avevano chiesto anche di diminuire l'orario, passando da 12 a 8 ore al giorno per cinque giorni. "La risposta è arrivata - aggiunge SI Cobas - con un altro messaggio WhatsApp: "Se volete lavorare 8 ore, trovate lavoro da un altra parte"". Dopo che i dipendenti non sono stati fatti entrare, è scattato un presidio sindacale nel piazzale davanti alla ditta. Tra i cori che incitavano allo sciopero e a maggiori diritti, una scena quantomeno singolare: "Un video ritrae la titolare urlare e poi aggredire a spinte lavoratori e sindacalisti - proseguono -. Allora la donna, incinta, si aggrappa a un manifestante e poi si butta a terra simulando un'inesistente aggressione nei suoi confronti".




da: corrierefiorentino, repubblicafirenze, fanpage, 22 apr. 2022

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