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Coltano (Pi): per un contro-4 Novembre

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Troppi sono i nostri percorsi di formazione costellati di momenti in cui le forze armate si sono presentate alle cattedre come “educatori”

# LE MALETESTE #

5 nov 2022

Movimento No Base - Né a Coltano né altrove

3 novembre 2022


 

LABORATORIO SULLA FORMAZIONE: Mappiamo insieme la formazione ed i saperi di guerra. 4 Novembre ore 18, Largo Ciro Menotti, Pisa

Testo dell'evento in programma:


Il 4 novembre, nella giornata delle forze armate, non c’è niente da festeggiare!
In Italia, di fatto, tira sempre di più un'aria di guerra, come dimostra l'incredibile aumento della spesa che interessa il settore della difesa, contestuale alla riduzione della spesa per lo Stato sociale.
Anche a Pisa tirano questi venti, come dimostra la crescente militarizzazione del territorio, dove, in un'area nella quale già ci sono il Cisam, il Comfose, Camp Darby e l'aeroporto militare, si vuole imporre per decreto ministeriale la costruzione di una base militare, destinata ai Gruppi di Intervento Speciali che operano in scenari bellici internazionali, e che risulta quindi una struttura esplicitamente finalizzata alla guerra.
Chiediamo l’eliminazione di tutte le spese militari, di non inviare più nessuna arma in ogni scenario di guerra e di non costruire ulteriori luoghi destinati alla guerra e quindi alla morte.
Siamo consapevoli di quanto l'industria bellica sia un mercato estremamente ricco e che il nuovo ministro della difesa Guido Crosetto non sia altro che il braccio destro delle lobby che incentivano questo mostruoso commercio ma pretendiamo che il nostro governo non sia responsabile di conflitti in altre parti del mondo incluso quello in Ucraina, che oltre che a causare morte tolgono risorse alla spesa sociale.
Ad oggi non stiamo solo assistendo a un riarmamento che ha interessi globali ma assistiamo ad un processo ancora più grave, un tentativo plateale di militarizzare della coscienza collettiva, volto alla normalizzazione e all'accettazione acritica della necessità della guerra permanente.
È in corso un’occupazione ad ogni livello del mondo della formazione e della ricerca da parte delle forze armate.Un'istituzione prestigiosa come la Scuola superiore “Sant'Anna” ha stipulato una collaborazione con la Divisione Vittorio Veneto focalizzata sulla difesa degli interessi delle multinazionali occidentali per le materie prime in Africa. La stessa istituzione è già nota, per altro, per le sue ricerche connesse allo sviluppo di sistemi militari a guida automatica finanziati da Leonardo S.p.a., leader dell'industria bellica nazionale.
A Pisa, Livorno e Firenze (e in molti altri luoghi d'Italia), poi, si concedono spazi delle scuole pubbliche a un'organizzazione che propone corsi di ginnastica dichiaratamente ispirati alla disciplina militare (GDM, ovvero Ginnastica Dinamica Militare). La “Folgore” propone alle scuole, in occasione dell'ottantesimo anniversario della battaglia di El Alamein, una conferenza storica da tenere negli edifici scolastici e una visita alla Caserma “Gamerra”, sede del Centro Addestramento Paracadutisti, con un esplicito riferimento alle future scelte di vita degli studenti e a valori, che sarebbero fondativi del corpo, quali attaccamento al dovere, spirito di sacrificio, senso di appartenenza, coraggio, altruismo, integrità.
Una tipologia di proposta “educativa” che conosciamo bene, visto che da anni con la “giornata della solidarietà” si prova a portare lз studentз in caserma già dai primi anni di scuola.Intanto il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca stipula accordi con l’Istituto Geografico Militare, per la conduzione di conferenze informative, in particolare presso gli Istituti Scolastici della Toscana, su temi afferenti alla storia, ai compiti e alle “opportunità professionali” della Forza Armata.
Inoltre in molti istituti scolastici lз studentз svolgono stage di alternanza scuola-lavoro in ambito militare. Ci pare aberrante che si prospettino opportunità lavorative e retribuzioni sicure senza palesare tutte le gravi implicazioni che il servizio militare comporta in un contesto sociale dove la precarietà e l'incertezza dei diritti nel mondo del lavoro sono prevalenti.
Temiamo poi fortemente che questo connubio esercito-scuola, che si manifesta in diverse forme anche in altri luoghi d'Italia, sia funzionale alla riproposizione di quella concezione esaltata e aggressiva della nazione che tanti danni ha generato e che però spesso si produce in situazioni di guerra. Per questo vogliamo che l'esercito sia allontanato dai luoghi della formazione e riteniamo che sia necessario una profonda riflessione collettiva sugli effetti che questa sempre più pressante ingerenza delle forze armate ha nello sviluppo delle coscienze delle nuove generazioni.
Ci chiediamo quale sia il senso di continuare a festeggiare il 4 novembre, giornata delle forze armate, che in alcuni ambiti della destra sociale già viene invocata come festa nazionale. Una celebrazione di una vittoria che per noi significa voler festeggiare le morti provocate dalla guerra e tutte le vittime che in tutti gli schieramenti si producono ad ogni nuovo conflitto armato.
Proponiamo quindi, proprio nella giornata del 4 novembre, un momento che promuova la cultura della pace, del disarmo e la risoluzione nonviolenta dei conflitti, del femminismo e transfemminismo, una giornata contro la guerra in una piazza aperta e tematica dove chiediamo a tutti e tutte di contribuire con ogni mezzo che possa promuovere senso critico e stimoli approfondimenti di conoscenza utili ad arginare la superficialità della propaganda militarista e che diano strumenti sempre più solidi per prevenire la guerra ad ogni livello.
Appuntamento venerdì 4 novembre in Largo Ciro Menotti dalle 15:30 alle 19:30.
Programma:H. 16 Laboratorio per bambin*A seguire: MerendaH. 17:30 Laboratorio di introduzione alla serigrafia con il Collettivo Artistico contro la guerra “Fuck War”H. 18 Laboratorio studentesco:Mappiamo insieme la formazione ed i saperi di guerra




È di qualche settimana fa la notizia che in alcune scuole medie di Pisa e Livorno è stato proposto un ciclo di allenamenti sulla Ginnastica Dinamica Militare, una disciplina che si ispira ad una concezione militaresca dell’educazione fisica, con comandi dati in tono militare e il chiaro obiettivo di creare un “corpo unico” fra gli alunni, esattamente come fra i soldati di un esercito.


Quante volte nel corso della nostra formazione ci siamo ritrovat3 davanti ad iniziative del genere? Quante volte siamo stat3 portat3 in gita all’interno delle caserme o abbiamo assistito ad incontri con esponenti delle Forze Armate che ci raccontavano le prospettive rosee della carriera militare?


Dall’alternanza scuola-lavoro portata avanti in caserme o basi militari fino ad arrivare a conferenze sulla storia e gli aspetti della vita dei soldati, i nostri percorsi di formazione sono costellati di momenti in cui le forze armate si sono presentate alle cattedre come “educatori”.


Anche l’Università non manca, in modo forse ancora più subdolo, di presentarci davanti situazioni simili. Pensiamo agli accordi fra gli atenei (compresi quelli pisani) e aziende mortifere come Leonardo s.p.a., la terza azienda produttrice di armi in Europa.

Quante volte abbiamo portato avanti ricerche in ambito civile che sono state poi usate a nostra insaputa da aziende come Leonardo per implementare la sua tecnologia militare?


In questo senso, pensiamo anche alla Scuola Superiore “Sant'Anna” che ha stipulato una collaborazione con la Divisione Vittorio Veneto focalizzata sulla difesa degli interessi delle multinazionali occidentali per le materie prime in Africa.


Oppure quante volte abbiamo pensato di star portando avanti progetti finalizzati alla transizione ecologica, per poi scoprire che erano finanziati da ENI, o destinati alla “sua” devastazione ambientale?


Sempre più negli ultimi anni la nostra generazione ha espresso il bisogno di affrontare in maniera seria la questione ambientale, trovando soluzioni che vadano oltre il greenwashing o una transizione ecologica “di facciata”; ed è inaccettabile che le nostre università invece continuino a promuovere la “transizione verde” di chi devasta i territori per estrarre gas, o che le nostre scuole continuino a portare avanti progetti come “ENI scuola”.


In questo primo momento di incontro vorremmo allora chiederci: Con quali prospettive abbiamo intrapreso i nostri percorsi di studio? Quanto queste prospettive sono state attese e quanto disattese? Quanto nella nostra formazione vediamo rispecchiata la nostra esigenza di trovare soluzioni reali alla crisi climatica e di un diverso modo in cui prenderci cura dei nostri territori?


Proviamo insieme a mappare in che modo l’apparato militare e l’industria bellica ed estrattivista entrano a gamba tesa nei luoghi della nostra formazione e come invece il NO alla base militare possa risuonare nei corridoi delle nostre scuole e università come alternativa a questo sistema formativo sempre più violento e autoritario.


MOVIMENTO NO BASE - NE' A COLTANO NE' ALTROVE

3 novembre 2022

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