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COSENZA, chiesta la «sorveglianza speciale» per due giovani attivisti

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Fanno parte di comitato 'Prendocasa' e sindacato Usb. Dicono: «Colpiti per i cortei in difesa della sanità pubblica»

# LE MALETESTE #

22 dic 2021

A Cosenza l’attivismo politico è sotto attacco. Il 13 dicembre JESSICA COSENZA (25 anni) e SIMONE GUGLIELMELLI (26 anni) sono stati convocati dalla direzione anticrimine della locale questura per la notifica della sorveglianza speciale. Si tratta di una richiesta su cui si esprimerà, tra gennaio e febbraio 2022, il tribunale di Catanzaro.


La sorveglianza speciale è una discussa misura preventiva di cui più volte è stata messa in dubbio la legittimità costituzionale. Prevede un elenco di imposizioni al soggetto destinatario – come obbligo di residenza, rientro a casa nelle ore notturne, divieto di partecipare a manifestazioni – ma non dipende da condanne penali e si può basare esclusivamente su indizi e ipotesi. Come in questo caso.


Cosenza e Guglielmelli, infatti, sono incensurati e hanno ricevuto solo denunce legate alla loro attività politica. Entrambi studiano presso la facoltà di scienze politiche dell’Università della Calabria (Unical), fanno parte del sindacato Usb e del comitato Prendocasa, che si batte per il diritto all’abitare delle persone più bisognose anche attraverso l’occupazione di palazzi. Cosenza è attiva con il collettivo di donne Fem.In. e operatrice del centro anti-violenza «Roberta Lanzino». Lì ha svolto un periodo di messa alla prova per resistenza a pubblico ufficiale su cui il giudice ha espresso parere positivo, estinguendo il reato.


La richiesta della questura si basa sulla ricostruzione degli anni di attivismo politico dei due giovani, descritti come «soggetti pericolosi per l’ordine pubblico e la sicurezza». In città, però, i due attivisti sono conosciuti e stimati per il loro impegno al fianco di senza casa, lavoratori e persone in difficoltà economica. Ieri nel palazzo della Provincia si è tenuta una grande assemblea a cui decine di persone hanno dovuto assistere da fuori, dal momento che la capienza massima interna è stata rapidamente raggiunta. Nei giorni scorsi gli universitari di scienze politiche hanno organizzato un flashmob di solidarietà. Oltre 70 docenti UniCal hanno sottoscritto un appello in cui difendono i due studenti ed esprimono preoccupazione per «la tenuta e l’agibilità democratica di un territorio fragile».


«Il vero motivo di questa misura repressiva è la nostra partecipazione alle mobilitazioni per la sanità pubblica esplose lo scorso autunno – afferma Cosenza – Abbiamo gridato nomi e cognomi dei responsabili dello scempio che viviamo in Calabria e ora vogliono punirci». La richiesta di sorveglianza speciale dovrebbe seguire il mancato rispetto dell’«avviso orale» del questore, altra misura preventiva per «soggetti socialmente pericolosi», ma stavolta è arrivata per prima.


Pochi mesi fa la sorveglianza è stata chiesta, e confermata, anche per Francesco Azzinnaro, membro delle stesse realtà politiche dei due ragazzi. La settimana scorsa, invece, tre attivisti hanno ricevuto un decreto penale di condanna per «adunata sediziosa» che impone di pagare 1.300 euro a testa. Avevano organizzato una passeggiata nel centro storico per denunciare lo stato di abbandono dell’area insieme a una quarantina di abitanti, docenti UniCal ed ex parlamentari. «Vogliono cancellare un’intera esperienza politica», sostiene Guglielmelli.


Da: ilmanifesto.it, 22 dic. 2021

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La prescrizione è stata richiesta in quanto “sarebbe idonea a limitare” gli spostamenti “e a contenere il carattere eversivo e ribelle, consentendo alle forze dell’ordine un adeguato controllo e prevenire così ulteriori condotte illecite in danno dell’ordine e la sicurezza pubblica ed il quieto vivere della collettività”.


In una nota, il Comitato 'Prendocasa Cosenza' e le persone vicine a Simone e Jessica, i due attivisti cosentini che rischiano di veder limitata la propria libertà personale, esprimono contrarietà per il provvedimento invocato dalla Questura di Cosenza. “Se in Calabria non ci sono ospedali, se siete donne e subite violenza, se la mancanza di lavoro vi costringe a emigrare, dovete stare zitti. Altrimenti sarete trattati come mafiosi e terroristi.

È questo il messaggio lanciato ieri dalla questura di Cosenza che ha ordinato le misure di sorveglianza speciale per due studenti cosentini, Jessica e Simone, presenti nelle manifestazioni per denunciare la mancanza dei vitali servizi sanitari nella nostra regione. Jessica e Simone sono due ragazzi stimati da tutti e tutte, in città e fuori, due persone che hanno scelto di dedicare le proprie esistenze ai valori della solidarietà e al rispetto della dignità umana” si legge nel comunicato.


“Dunque a pagare non sarà la classe politica responsabile di tanto sfacelo, colpevole di non aver attivato nell’ultimo anno le terapie intensive e i posti letto nella nostra regione, facendola sprofondare di nuovo in zona gialla. Per la questura di Cosenza, il vero problema è il pubblico dissenso. Alla Digos di questa città non importa che sia manifestato alla luce del sole e in forma pacifica. Bisogna spegnerlo e basta. Si prepara infatti a colpire tanti altri ragazzi con una raffica di pesanti provvedimenti che ne limiteranno la libertà, troncandone i progetti di vita, confinandoli nel recinto di solito riservato ai delinquenti incalliti. Persone che ogni giorno costruiscono una Calabria migliore, impegnate in azioni solidali concrete a sostegno delle famiglie indigenti e dei senza-tetto, saranno confinate nelle proprie abitazioni, costrette per anni a firmare ogni giorno in caserma, limitate nelle libertà fondamentali, private della vita sociale e dei propri affetti”.


“Questi provvedimenti, degni della peggior dittatura, sono una ripicca e una minaccia verso quanti nelle ultime ore hanno espresso solidarietà agli abitanti del centro storico colpiti, da condanne penali per aver osato fare una passeggiata tra i ruderi del quartiere e per aver denunciato il rischio che crollino i tanti edifici pericolanti” prosegue il Comitato. “Per questo invitiamo la cittadinanza a discutere dell’accaduto e delle iniziative future in un incontro pubblico, che si terrà presso il Teatro dell’Acquario, sabato 18 dicembre alle ore 17”.


Da:cosenzachannel.it, 14 dic. 2021

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