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Il governo Draghi vieta i cortei nelle città. Parla il Movimento NO-TAV

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Quanto avviene è la misura di una crisi di legittimità dello Stato senza precedenti

# LE MALETESTE #

12 nov 2021

dal Movimento NO-TAV, 11 novembre 2021


DI IERI È LA NOTIZIA CHE SARANNO VIETATI I CORTEI NEI CENTRI CITTADINI PER I PROSSIMI TEMPI DA PARTE DEL GOVERNO DRAGHI. TUTTI I CORTEI.


Chiunque voglia manifestare il proprio sdegno per qualcosa non potrà farlo nei centri delle città, né sotto i cosiddetti obbiettivi sensibili (cioè gli eventuali responsabili delle situazioni per cui si manifesta).


(...) In Val di Susa sono anni che tra divieti, zone rosse, zone d’interesse strategico, reti e filo spinato e camionette in intere aree del nostro territorio ci vengono impediti il diritto di circolazione e quello di manifestazione. Tutto ciò per difendere il profitto di pochi contro un’intera popolazione che si oppone ad un’opera inutile ed inquinante.


Quanto sta succedendo nei centri cittadini risponde alla stessa logica. Era iniziata ieri con i decreti antiaccattonaggio, con i daspo urbani e adesso con i divieti a manifestare, ahinoi, spesso approvati tra gli applausi da una parte degli stessi che oggi scendono in piazza contro il green pass (l’indesiderabile è sempre l’altro… fino a che non diventi tu). Oggi si vuole continuare a imporre che nei centri vetrina delle città non succeda nulla, questa volta dietro la scusa grottesca di un possibile aumento dei contagi dovuti alla manifestazioni all’aria aperta mentre sui luoghi di lavoro, sui mezzi pubblici e nei templi del consumo ci si stipa come prima a far arricchire i soliti noti che passano il loro tempo a piangere miseria sulle pagine dei giornali.



PD, Movimento 5 Stelle e la varia “sinistra” governista plaudono delle misure che neanche nella peggiore democratura sarebbero applicate a cuor leggero. I sindacati confederali? Assenti. Il diritto a manifestare diventa un privilegio di concessione reale.


Questa misura non ha nulla a che vedere col fatto di essere a favore o meno del green pass o del vaccino.


Quanto avviene è la misura di una crisi di legittimità dello Stato senza precedenti, che indica quanto politici ed imprenditori siano consapevoli che il consenso nei confronti della loro gestione dello stato di cose presenti sia al minimo storico e si trincerano dietro autoritarismo, imposizioni e filo spinato, reale e metaforico. E ciò dà il senso di quanto la vera “emergenza democratica” siano loro.

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