top of page

ITALIA 2021/2022 - PROGRAMMI DI RIARMO IN TEMPO DI CRISI

CARCERE LE VALLETTE TORINO INTERNO.jpg

Un perfetto ministro della guerra che sembra trasparente, eppure sta facendo ricchi i signorotti del settore

# LE MALETESTE #

9 dic 2021

Mentre crescono povertà e disuguaglianze, nel 2021 il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini (PD) ha sottoposto all’approvazione del Parlamento un numero senza precedenti di programmi di riarmo.


Un perfetto ministro della guerra che sembra trasparente, eppure sta facendo ricchi i signorotti del settore.


Come racconta l’osservatorio sulle spese militari italiane Milex nel corso del 2021 il ministro della Difesa del governo Draghi, Lorenzo Guerini, ha sottoposto all’approvazione del Parlamento un numero senza precedenti di programmi di riarmo: diciotto in tutto, di cui ben tredici di nuovo avvio, per un valore già approvato di oltre 11 miliardi di euro e un onere complessivo previsto di oltre 23 miliardi.


Le Commissioni parlamentari competenti (Bilancio e Difesa) hanno autorizzato (o lo faranno entro fine anno) spese per quasi 300 milioni nel 2021 e oltre 400 milioni nel 2022. I pareri favorevoli sono stati espressi sempre all’unanimità.


Come faceva notare Oxfam lo scorso aprile «se i governi rinunciassero alle spese militari per sole 26 ore, avremmo 5,5 miliardi di dollari a disposizione per salvare 34 milioni di persone dalla fame nei prossimi mesi in Paesi piegati da guerra, pandemia e cambiamenti climatici». Se poi teniamo conto che il cliente migliore rimane

- l’Egitto che ci uccise Giulio Regeni (dai 7,4 milioni di euro del 2017 ai 69,1 del 2018, agli 817,7 del 2019 sino a quasi un miliardo dello scorso anno)

insieme a Paesi come il

- Qatar, il Turkmenistan, l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, la Cina (peraltro oggetto di un embargo dell’Ue), la Turchia e Israele

ci possiamo rendere benissimo conto quanto interessi dalle parti del ministro Guerini la questione dei diritti umani.


Del resto stiamo parlando dello stesso ministero che in occasione della revoca dell’export di bombe e missili all’Arabia Saudita, accusata di crimini di guerra in Yemen dall’Onu ebbe il coraggio di scrivere: «Il dicastero della Difesa, in conclusione, rimarca come le recenti restrizioni imposte alle esportazioni verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, avendo suscitato perplessità presso le Autorità locali, possano configurare un potenziale rischio di natura economica per tutto il volume dell’export nazionale generalista verso i citati Paesi”. In parole semplici: sono preoccupati per le ricadute economiche, mica per i morti ammazzati.


Che, alla fine della spesa di tutti i miliardi che ci arrivano dall’Europa, il Paese rischi di essere ancora più diseguale lo continua a ripetere Frabrizio Barca (che di disuguaglianze se ne occupa con serietà) e lo stanno vivendo i lavoratori.


Non è incredibile che di tutto questo non se ne parli? Non è incredibile che su questo tutto il Parlamento sia compatto e veloce?



da: GIULIO CAVALLI, left.it, 6 dic. 2021

bottom of page