Qui non si tratta di settarismo o dialettica, ma di comprendere che è la natura stessa del PD il nodo di fondo che impedisce al sistema politico italiano di sbloccarsi
# LE MALETESTE #
17 nov 2022
16 novembre 2022
Letta era andato alla manifestazione per la pace di Roma. Ieri sera, prima ancora di verificare cosa realmente fosse accaduto sulla questione dei missili in Polonia, ha di fatto invocato l'art. 5 della Nato. "Quello che accade alla Polonia accade a noi" ha scritto su Twitter.
Letta non è un cretino fa semplicemente a gara con la Meloni e Calenda ( che ha scritto cose ancora più gravi) per chi è il più servo della Nato. Evidentemente Letta aveva l'amaro in bocca dell'incontro di poche ore prima della premier italiana con Biden, e non ha saputo resistere al qualificarsi come il più fedele tra i fedeli.
C'è però un problema politico che ho più volte segnalato, e che non è semplicemente Letta, ma il rapporto politico, sindacale ed associativo con il PD di una bella fetta della sinistra.
Letta può permettersi di stare con un piede nelle manifestazioni per la pace ed un piede nell'acceleratore dell'escalation per due motivi, il primo è che chi spesso organizza tali manifestazioni scrive appelli talmente generici da risultare inutili sul piano politico, il secondo è perché c'è chi ancora considera il PD un alleato.
Intorno a Letta, e drammaticamente intorno a noi, è ancora pieno di pontieri che dal più piccolo comune fino alle elezioni politiche lavorano incessantemente per tenere aperto un campo largo, di unità ( e radicalità, sigh) con uno schieramento che va da Calenda a Letta ( basta vedere il dibattito sulle regionali in Lombardia e Lazio ).
In gran parte parliamo di un rapporto consociativo, ma sarebbe troppo semplice e banale ridurlo a questo.
C'è in molti la convinzione ( direi messianica ) che si possa cambiare la natura e la politica del PD. Alleandosi con esso o, che so, cambiando semplicemente il segretario con le primarie ( con La Schlein, Majorino, Smeriglio, Sumaoro ).
Penso che questa linea politica, tangente alla nostra, sia oggi il nostro problema politico principale, e con questa dobbiamo duramente confrontarci.
Qui non si tratta di settarismo o dialettica, ma di comprendere che è la natura stessa del PD il nodo di fondo che impedisce al sistema politico italiano di sbloccarsi. Non si può costruire una opposizione al Governo della Meloni con chi spinge sull'acceleratore dell'escalation.
Siamo sul filo di un conflitto armato senza precedenti, la guerra in Ucraina è destinata a durare, e la gravità della situazione è tale che non possiamo concederci errori di sorta. Per fermare l'escalation c'è bisogno di parole chiare e di scelte conseguenti.
Per questo abbiamo la necessità di riorganizzare il campo dell'opposizione, non solo alla Meloni ma anche al PD e chi lavora perché diventi un alleato.