In allegato, le riflessioni dell'Associazione "Antigone"
# LE MALETESTE #
25 ago 2022
23 agosto 2022
”Scriviamo da una cella delle ‘Vallette’ per annunciare che fino al 25 settembre ‘a staffetta’ ognuna di noi farà alcuni giorni di sciopero della fame per esprimere solidarietà a tutti coloro che sono morti suicidi, soli dentro una cella bollente’‘.
"IL VERO CRIMINE È STARE CON LE MANI IN MANO" Da oggi nella sezione femminile del carcere le Vallette (Torino) comincia uno sciopero della fame a staffetta (vuol dire che le detenute si alterneranno nel digiuno) per protestare contro le condizioni in cui vengono tenute le persone recluse. Da gennaio ad oggi 54 persone si sono tolte la vita in carcere. Viva "le ragazze di Torino", viva la loro speranza, umanità e resistenza.
Maria Edgarda "Eddi" Marcucci, 24 agosto 2022
La lettera delle detenute di Torino:
Scriviamo da una cella della sezione femminile delle “Vallette”… ognuna di noi, dal 24 agosto al 25 settembre, farà alcuni giorni di sciopero della fame: “a staffetta” ognuna di noi vuole esprimere solidarietà per tutti coloro che sono morti suicidi, soli dentro una cella bollente.. ognuna di noi, aderendo a questa iniziativa non violenta, vuole esprimere lo sdegno e il dissenso per il menefreghismo di una certa politica e delle istituzioni! Per noi e per tutti i reclusi “la cattività” in cui ci vorreste tenere a vita è inaccettabile, mentre voi non ci nominate, noi vi accompagniamo fino al giorno delle elezioni, poi dopo si aprirà l’ennesimo capitolo.. ci negate una riforma da anni.. ciò nonostante noi non ci zittiamo! Chiediamo il supporto e la solidarietà di tutti coloro che si occupano di diritti e di far arrivare le nostre voci ovunque… serva! Le voci nostre e dei compagni che non ce l’hanno fatta! Un abbraccio prigioniero Le ragazze di Torino Torino, 23 agosto 2022
Associazione Antigone
26 agosto 2022
Le donne detenute devono fare i conti con un sistema penitenziario creato sulle peculiarità della popolazione maschile. In particolare laddove siano recluse in carceri maschili nei quali è presente una sezione femminile, spesso le attività sono pensate per gli uomini, che sono in grande maggioranza, e anche la maggior parte delle attenzioni vanno a loro. Del resto, negli ultimi anni, le donne recluse sono sempre state poco più di 2.000 (il 4% circa del totale di chi è in carcere). Gli istituti di esclusiva detenzione femminile in Italia sono appena quattro: Pozzuoli, Roma “Rebibbia”, Trani, Venezia “Giudecca”. Invece, negli altri casi, la loro detenzione è affidata a reparti ad hoc, 52 in tutto, all’interno di carceri maschili. Spesso, per queste donne, mancano servizi importanti, anche per la tutela della loro salute. Per esempio, nelle 24 carceri con donne detenute visitate dal nostro osservatorio nel corso del 2021, solo il 62,5% disponeva di un servizio di ginecologia e solo il 21,7% di un servizio di ostetricia. In molte carceri poi, sia quelle con spazi appositi, sia quelli con presenze sporadiche, non sempre c'è un pediatra che possa seguire i bambini delle donne detenute che nei primi anni di vita decidono di tenerli con sé. Le donne detenute spesso arrivano da contesti in cui sono vissute in povertà, con un bagaglio di vita segnata da violenze e abusi, molto spesso recidive e colpevoli di atti di microcriminalità. Per questo, proprio per la loro condizione e per i tipi di reati che generalmente vengono commessi e soprattutto in presenza di prole, sarebbe sempre consigliato sperimentare misure alternative alla detenzione.
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