francisco ferrer
(1859 - 1909)
Quando gli chiesero da dove gli fosse venuta l'idea di creare la Escuela Moderna egli rispose: «semplicemente dalla scuola della mia infanzia, facendo però esattamente tutto il contrario»
# LE MALETESTE #
15 apr 2022
Francesc Ferrer i Guàrdia (Allela, 10 gennaio 1859 - Barcellona, 13 ottobre 1909), conosciuto anche come Francisco Ferrer y Guardia (in spagnolo) o più semplicemente come Francisco Ferrer, fu un libero pensatore pacifista e anticlericale, pedagogista libertario fondatore della Escuela Moderna e anarchico catalano.
Accusato ingiustamente di essere a capo dell'ondata di violenza politica che aveva investito la Spagna all'inizio del '900, e in particolare ritenuto l'ispiratore ideologico delle agitazioni rivoluzionarie del mese di luglio 1909 a Barcellona, fu processato e condannato a morte il 13 ottobre 1909.
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Autodidatta, frequentò le scuole serali e si avvicinò agli ideali repubblicani studiando la dottrina di Francisco Pi y Margall e le tesi internazionaliste. A 20 anni divenne controllore per le Ferrovie e approfittò del tempo libero per approfondire gli studi; fu già da allora che si pose il problema dell'istruzione e dell'educazione come strumenti per l'emancipazione.
Fu un seguace del capo repubblicano Ruiz Zorilla, ma il suo impegno politico gli procurò ben presto dei problemi perché perse il posto di lavoro per aver aiutato dei rifugiati politici a nascondersi sul suo treno.
L'esilio a Parigi
Inoltre nel 1885 fu esiliato a Parigi con la moglie Teresa Sanarti e i quattro figli perché implicato nell'insurrezione di Santa Coloma De Fernet. Ben presto però intervenne una crisi familiare dovuta sia all'educazione religiosa che la moglie impartiva ai figli in contrasto con le idee libertarie di Ferrer y Guardia, sia alla morte di due dei bambini. La crisi sfociò in modo violento con una revolverata della moglie a Ferrer y Guardia per costringerlo a fargli dire dove si trovavano gli altri due bambini superstiti e infine divorziarono nel 1899. Ferrer y Guardia si risposò poco dopo, con una facoltosa insegnante parigina.
La pedagogia libertaria, l'Escuela Moderna e la Semana Trágica (España)
Nel 1901 tornò in Spagna e grazie all'eredità di una sua allieva (per racimolare qualche soldo Ferrer y Guardia impartiva anche lezioni di spagnolo) aprì la Escuela Moderna per insegnare i valori sociali radicali ai ragazzi della borghesia. Nel 1906 la scuola contava 1700 allievi distribuiti tra la sede di Barcellona e le succursali. Quello stesso anno fu arrestato (la compagna ed insegnante Soledad Villafranca fu coinvolta nell'indagine ma non venne arrestata) perché sospettato di essere coinvolto nell'attentato del 31 maggio di Mateo Morral - traduttore e bibliotecario della Scuola Moderna - contro il Re Alfonso XIII; le conseguenze saranno l'arresto di Ferrer con l'accusa di complicità e la sospensione delle attività della Scuola. Francisco fu liberato nel giugno del 1907 ma il governo spagnolo volle bloccare definitivamente ogni sua attività pedagogica, approfittando anche dei problemi economici insorti nella stessa durante il periodo trascorso in carcere (la scuola andò in fallimento). Dopo il suo rilascio, scrisse nel 1908 la storia della Escuela Moderna in un libro dal titolo Le origini e gli ideali della Scuola Moderna.
Tentò di riaprire la Scuola Moderna di Barcellona, ma le gravi difficoltà economiche glielo impedirono. Nel 1909 fondò a Madrid e Bruxelles la Lega Internazionale per l'Educazione Razionale, il cui presidente onorario fu Anatole France. Si recò poi a Londra per cercare dei testi che rispecchiassero "l'educazione razionale". Il 14 giugno dello stesso anno tornò dalla sua famiglia per assistere alla morte della figlia di suo fratello.
In seguito alla dichiarazione della legge marziale nel 1909 durante la "Settimana tragica", una rivolta scoppiata il 26 luglio quando la popolazione si ribellò alla Guardia Civile che aveva il compito di far imbarcare i coscritti (per la quasi totalità appartenenti alle classi povere) mandati a combattere nelle guerre coloniali in Africa.
L'arresto e la condanna a morte
Ferrer y Guardia fu arrestato il 31 agosto con l'accusa di essere il fomentatore della rivolta. Sottoposto ad un processo farsa da parte del tribunale militare, venne condannato a morte con prove artefatte e fucilato nella Fortezza di Montjuich a Barcellona, il 12 ottobre di quell'anno.
Durante il processo e dopo l'esecuzione, diversi intellettuali e/o giornali, anche non anarchici, si espressero in favore di Francisco Ferrer:
«Per negligenza o stupidità, il governo ha confuso la libertà d'istruzione e coscienza, il diritto naturale a ragionare ed esprimere il proprio pensiero, assimilandolo ad una agitazione criminale» (The Times).
Reazioni alla fucilazione di Ferrer y Guardia.
«Francisco Ferrer pensava che nessuno sia malvagio volontariamente e che tutto il male presente al mondo provenga dall'ignoranza. È per questo che gli ignoranti l'hanno assassinato e l'ignoranza criminale si perpetua ancora oggi attraverso nuove ed inclassificabili inquisizioni. Di fronte ad esse tuttavia, alcune vittime, tra cui Ferrer, saranno vive per sempre.» (Albert Camus)
All'annuncio della condanna a morte di Ferrer y Guardia, l'Europa fu scossa da una serie di proteste, talvolta violente, che spontaneamente si accesero ovunque: in Spagna, a Parigi, a Bruxelles, a Berlino, a Londra e in Italia. Nella penisola le proteste si concentrarono a Torino, dove vi era un numeroso e attivo movimento anarchico: durante il presidio sotto la Camera del Lavoro i lavoratori chiesero lo sciopero generale. Ci furono numerosi tumulti, soprattutto nella Barriera di Milano e a Borgo San Paolo. Tutto fu inutile e Ferrer fu condannato a morte ugualmente.
Nel 1910 gli anarchici torinesi, con Maurizio Garino e Pietro Ferrero in testa, fondarono il Circolo di Studi Sociali, che successivamente assunse la denominazione di Scuola Moderna in onore al libertario spagnolo. Altra lapide commemorativa fu collocata nel 1913 nella piazza del villaggio malcantonese di Novaggio, mentre Pasquale Binazzi, editore e redattore del Il Libertario, nel 1910 scrisse e pubblicò l'opuscolo Abbattiamo il Vaticano! proprio a memoria del grande pedagogista anarchico catalano.
Il pensiero pedagogico e l'Escuela Moderna.
Secondo Ferrer y Guardia, il fine ultimo della civiltà è la libertà dell'individuo in una società retta da patti liberi e sempre recidibili. Per realizzare questo fine è necessaria una educazione razionale e scientifica da impartire fin dall'infanzia, in quanto il bambino non ha idee preconcette e l'educatore dovrebbe rispettarne la volontà fisica, morale e intellettuale, anche se questo dovesse andare contro gli interessi dello stesso educatore.
Nella scuola dovevano essere applicati i principi degli ideali sociali e umani di chi disapprovava le convenzioni e i pregiudizi della società contemporanea a Ferrer y Guardia.
Il pensiero di Ferrer y Guardia era caratterizzato anche da un forte anticlericalismo, dovuto anche alla situazione sociale della Spagna di quel periodo. Per Ferrer y Guardia la fondazione di scuole libere avrebbe potuto combattere sia la Chiesa e i suoi privilegi che lo Stato e il suo strapotere sui cittadini-sudditi.
Già dalla rivoluzione del 1868 gli strati più evoluti della classe operaia avevano creato delle scuole laiche, tentando così di dare un'istruzione diversa ai propri figli. La Escuela Moderna si presentava diversa dalle altre scuole laiche perché aveva un carattere apertamente rivoluzionario, volto ad emancipare i bambini delle classi povere rifiutando qualsiasi principio di autorità sia da parte dello Stato che della Chiesa.
La scuola di Ferrer y Guardia pubblicava anche dei bollettini ai quali collaborarono personaggi illustri del tempo: il geografo Élisée Reclus, l'astronomo Camille Flammarion, lo scrittore e premio nobel Anatole France, il filosofo Herbert Spencer, il biologo Ernst Haeckel, l'antropologo Pëtr Kropotkin e Lev Tolstoj.
Quando gli chiesero da dove gli fosse venuta l'idea di creare la Escuela Moderna egli rispose: «semplicemente dalla scuola della mia infanzia, facendo però esattamente tutto il contrario».
CANZONI POPOLARI ITALIANE PER FRANCISCO FERRER
Splendeva nel ciel del pensiero
in alto radiosa una stella,
splendeva la luce del Vero
di Ferrer nell’anima bella.
Da quella gran luce inspirato,
Apostolo nuovo e profeta,
al mondo additava prostrato
più bella e più fulgida meta.
Ma dalle oscure tenebre
sbucano preti e monaci
per farlo trucidar.
Ed egli diceva: La gente
già troppo si fece ingannare,
bisogna irradiare la mente
e templi alla Scienza innalzare.
Diceva: Lontano dal Clero
i giovani cuori tenete,
ché sol con la Scienza ed il Vero
l’Emancipazione otterrete.
Ma dalle oscure tenebre,
dai freddi e muti altar
sbucano preti e monaci
per farlo trucidar.
Pur egli non domo e sereno
la Scuola Moderna innalzava
e tutto d’affetto ripieno
le leggi del cuore insegnava…
Ma il prete s’univa al guerriero
la spada s’univa alla tiara,
e l’una recava il mistero,
e l’altra recava la bara.
E dalle oscure tenebre
col piombo il dogma orribile
Lo fece fucilar.
Ma il piombo dal prete guidato
che il grande cervello colpìa
rifulge sul mondo angosciato
rischiara qual sole la via…
Ei vive nel nostro pensiero,
nell’opera grande s’eterna,
insegna l’amore del Vero
ancor nella Scuola Moderna.
E invano dalle tenebre
dai freddi e muti altar
col piombo il dogma orribile
Lo fece fucilar.
Il tredici ottobre al grido della gente un povero innocente fu fatto assassinar Di Spagna era il campione gentile era di cuore insegnò la professione a tutta l'umanità Era contro a preti e frati era contro l'impostura combattendo addirittura che la morte gli costò Il popolo moderno con lui fece partito e forte si era unito giurando fedeltà Ma i barbari di allora in questo spaventati si sono vendicati facendolo ammazzar Di Spagna era il campione gentile era di cuore insegnò la professione a tutta l'umanità
Della moderna scuola il prence la chiesa tetra volle colpire vinto non domo da iniqua sorte da iniqua sorte cadde Ferrer cadde Ferrer.
Ei vive ognor, ei vive ognor ei vive ognor, ei vive ognor Eterno il suo spirito aleggi tra le falangi dei morti eroi tra carmi e canti sempre si inneggi al martir spagnol Ei vive ognor, ei vive ognor ei vive ognor, ei vive ognor