top of page

Franco Berardi Bifo: Perché "Abbandona le illusioni / E preparati alla lotta"?

Due interventi sulla contemporaneità
di FRANCO BERARDI "BIFO"

# LE MALETESTE #

28 ago 2022

ABBANDONA LE ILLUSIONI e preparati alla lotta

(intervento 1 - 13 agosto 2022)


L’argomento con cui il centro-sinistra ci chiama a votare è l’anti-fascismo. E ti sembra niente? risponde la mia voce interiore. No, no, rispondo io stesso alla mia voce interiore. È importantissimo, come no. A patto che quell’appello non provenga da chi ha gli stessi programmi dei fascisti, altrimenti quell’appello suona vuoto, soprattutto a chi ha meno di settant’anni. Dunque se permettete vorrei capire meglio. Quali sono gli altri argomenti su cui il centro-sinistra ci chiama a votare? Cosa possono dire sul tema del lavoro, della scuola, dei diritti umani, della pace, questi democratici che ci chiedono il voto, dopo aver perduto per strada due beniamini della Confindustria che sono stati l’uno segretario del PD e l’altro Ministro del PD e ora si agitano al centro per farsi notare?

Per prima cosa dunque chiederò a me stesso chi ha distrutto la forza contrattuale del lavoro precarizzando ogni istante di tempo sociale? Il nome che mi viene in mente è quello del Tony Blair italiano, segretario del Partito democratico e presidente del Consiglio Matteo Renzi. Suo è il jobs act che sistematizza la deregulation del lavoro. Suo e del suo partito, che oggi è guidato da Enrico Letta. Non mi risulta che Letta abbia intenzione di seguire le orme di Yolanda Diaz, che in Spagna ha restituito al lavoro le garanzie che i democratici italiani hanno cancellato. Da questo punto di vista non vedo perché dovrei votare per il centro-sinistra. E come me la maggioranza degli operai italiani che vota per Giorgia Meloni, e qualche ragione ci sarà.

Poi mi chiedo chi ha avviato il processo di privatizzazione del sistema scolastico che ha impoverito la scuola pubblica? Il nome che mi viene in mente è quello di Antonio Laforgia, governatore della Regione Emilia Romagna che con la legge Rivola riconobbe per primo la cosiddetta parità della scuola privata, con la quale di fatto si aprì la strada allo smantellamento del sistema pubblico cui la Ministra Gelmini contribuì con i maxi-tagli del 2008. La privatizzazione di tutto è l’ideale di tutti i democratici, a cominciare dallo stesso integerrimo Bersani che si fece vanto di avere in programma «lenzuolate» di privatizzazioni.

Quanto ai diritti umani rifletto sulla questione della migrazione, sul diritto al rifugio per coloro che fuggono dai paesi distrutti da guerre lanciate dall’Occidente (e regolarmente appoggiate dai governi di centro sinistra). Naturalmente mi viene subito in mente quell’energumeno di Matteo Salvini, che rappresenta il centro destra e non vede l’ora di poter annegare qualche decina di miglia di persone con le sue stesse mani. Ma poi ricordo che colui che ha costruito il dispositivo legale e politico per annegare la gente e consegnarla nelle mani dei torturatori libici non è stato l’energumeno Salvini, ma il signor Marco Minniti, che oggi dirige Leonardo, azienda leader nella produzione di armi nel settore dell’aeronautica e della sicurezza.

È Minniti il principale responsabile della morte di decine di migliaia di migranti che cercavano salvezza oltre il mare. Naturalmente Salvini lo ringrazia perché gli ha fornito gli strumenti legali per il respingimento sistematico e per la detenzione in campi di concentramento, per la clandestinità obbligatoria e lo schiavismo nei campi di pomodori del sud. Inoltre non dimentico che il partito democratico ha ripetutamente rinviato, dimenticato, omesso di portare in votazione la deliberazione relativa alla questione dello ius soli, che permetterebbe a ottocentomila italiani con la pelle non perfettamente bianca di avere gli stessi diritti degli altri italiani, quelli senza macchia.

Alla fine mi chiedo: e la pace? Sarà almeno su questo il centro-sinistra un po’ meno orrendo degli amici di Putin convertiti alla causa della nazione europea non appena la guerra ha suonato le trombe? Purtroppo debbo ammetterlo: il più guerrafondaio di tutti è certamente il mansueto Enrico Letta. È il centro-sinistra che chiama alla guerra, vuole la guerra, e proclama a pieni polmoni la sua fedeltà incrollabile alla NATO, che solo un anno fa il presidente Macron dichiarò cerebralmente defunta, ma ora è risorta come uno zombie per armare il Battaglione Azov, per continuare in eterno una guerra assassina.

Allora mi chiedo perché dovrei votare per il centro sinistra. Sono disorientato. Almeno però mi dico, non saranno altrettanto ignoranti, non saranno altrettanto tracotanti. Se vincesse il centro sinistra di Letta, mi dico, avremmo per lo meno governanti che sanno di cosa parlano, conoscono la storia e scelgono il progresso piuttosto che la guerra e la violenza. Poi ascolto la dichiarazione di Enrico Borghi, membro della Segreteria del PD. Borghi ha detto oggi che «La destra si dice atlantista, ma con questa destra non si va verso Washington, ma semmai verso Bogotà». Vorrei capire meglio se questo Borghi preferisce le squadracce paramilitari di Alvaro Uribe o la repressione armata di Dunque piuttosto che un presidente progressista votato dalla grande maggioranza degli elettori colombiani.

Ma la frase di Borghi vuole dire anzitutto che il suo ideale è Washington, come dimostra l’appoggio che i democratici italiani hanno dato alla guerra in Afghanistan, a quella in Iraq, e al massacro di centinaia di migliaia di civili, e come dimostra l’appoggio che i democratici italiani hanno dato e danno al regime razzista e colonialista di Israele che ogni giorno uccide qualche palestinese. Ma forse la frase sfuggita dal seno di Borghi vuol dire soltanto che il ceto politico democratico è fatto di ignoranti come il Ministro degli Esteri Di Maio secondo il quale in Venezuela c’è un dittatore chiamato Pinochet.

Cari democratici dei miei stivali, a Bogotà c’è un presidente che si chiama Gustavo Petro eletto dalla grande maggioranza degli elettori, un presidente che per la prima volta si propone di portare la pace dove da centocinquant’anni c’è guerra civile. Io non so se Petro riuscirà a realizzare il suo programma, quello che so è che sta tentando di difendere il genere umano dalle belve dagli sfruttatori al cui servizio stanno Enrico Borghi come Enrico Letta. Ho deciso che non voterò per costoro anche se so benissimo che si prepara un regime para-fascista e assassino. Ma gli aguzzini stanno da una parte e dall’altra. Perciò mi sono detto: non votare né l’uno né l’altro. Abbandona le illusioni e preparati alla lotta.


da: operavivamagazine.org 13 agosto 2022





ABBANDONA LE ILLUSIONI e preparati alla lotta

(intervento 2 - 26 agosto 2022)


Scusa ma di che lotta stai parlando? Qualche giorno fa la rivista operaviva ha pubblicato un mio testo

“https://operavivamagazine.org/abbandona-le-illusioni/...”

La frase del titolo non è mia, ma di Mao Zedong, e confesso che la mia intenzione era leggermente ironica. Ma ho dimenticato che il presidente Mao non è più tanto conosciuto come era ai tempi in cui ero studente. A quel tempo, pur non essendo maoista citavo spesso Mao per fare un po’ lo spiritoso. Credo che Martina abbia capito, e infatti mi ha risposto per prendermi un po’ in giro amaramente e cortesemente: ”Ok, da dove cominciamo?”

Molti invece (e li ringrazio) mi hanno preso sul serio e mi hanno chiesto in vari modi: potresti spiegare meglio cosa vuol dire prepararsi alla lotta?

Eccomi.

Credo che tutti abbiano capito o almeno intuito che stanno per arrivare tempi ancor più oscuri di quelli che abbiamo conosciuto negli ultimi decenni.

Il fascismo ritorna, dicono i nobili amici della sinistra, che chiamano a reagire, e avvertono che i vincitori probabili si preparano (addirittura) a stravolgere la costituzione.

Ma di che costituzione stanno parlando?

Quella che all’articolo 11 dice che l’Italia ripudia la guerra?

O quella che all’articolo 41 dice che l’impresa privata è legittima fin quando non entra in contrasto con l’interesse pubblico? Quella costituzione non esiste più se non sulla carta, perché a nulla serve la legge se non c’è la forza per imporne i contenuti. Quella forza è stata distrutta (anzitutto dalla sinistra) ormai da qualche decennio.

Non intendo affatto minimizzare il disastro del fascismo che ritorna anche in Italia dove è stato inventato. Lo vediamo ruggire dovunque, il fascismo di ritorno: dall’India del razzismo induista, alla Russia stalino-zarista all’Ucraina di Zelensky, dall’America di Trump al Brasile dove un folle incendia la foresta amazzonica.

Facciamocene una ragione: il fascismo dilaga dappertutto, ma forse è qualcosa di diverso dal fascismo di un tempo, che era euforia aggressiva di popoli giovani che volevano espansione economica e conquiste coloniali, e si armavano per questo prima di precipitare nell’abisso degli anni quaranta.

Ora è diverso: si tratta della demenza di un’umanità senile, spaventata della “contro-invasione” di migranti giovani che minacciano la superiorità razziale bianca. Si tratta dell’esercizio isterico di un’aggressività senza energia. Geronto-fascismo chiamiamolo così, anche se molti suoi leader e suoi elettori sono in giovane età.

Purtroppo il geronto-fascismo dispone di armi micidiali che possono distruggere tutto, e lo stanno distruggendo.

Occorre preoccuparsi? Non so, io direi che occorre prepararsi a vivere come alieni in un pianeta che non è più riconoscibile, e come saggi in un pianeta popolato da dementi.

Quello che si è scatenato è un cataclisma di magnitudo molte volte superiore a tutti i cataclismi che abbiamo conosciuto.

Al convegno di Comunione e liberazione hanno applaudito con lo stesso entusiasmo la sovranista Meloni e il pilota automatico Draghi.

Perché? I due hanno detto cose diverse, apparentemente opposte, ma questo non cambia niente. Il rabbioso nazional-sovranismo promette sconquassi ma si piega disciplinato alla regola automatica della banca. Chi non l’ha capito continua ad accalorarsi inutilmente.


La mia preoccupazione non è Giorgia Meloni, ma il crollo di interi comparti del sistema industriale europeo provocato da una guerra criminale in cui l’Europa ha tutto da perdere e lo sta perdendo. E’ l’inflazione che schizza in alto mentre i salari sono bloccati, la disintegrazione delle strutture pubbliche che hanno fin qui sorretto la vita civile.

Il cataclisma in arrivo: temperature infernali, fiumi in secca, scarsità di risorse alimentari e di gas, mancanza di energia elettrica, e soprattutto di energia nervosa, depressione di massa e demenza aggressiva. E’ il risultato inevitabile di quaranta anni di privatizzazione generalizzata e di precarizzazione del lavoro e della vita.

Il Geronto-fascismo Meloniano vuole che le donne riprendano a fare figli per la patria, innocenti da gettare nella fornace di temperature impossibili, in un pianeta da cui sta scomparendo l’acqua.


E’ questo lo scenario che ci aspetta, non il fascismo.

I fratelli d’Italia vogliono fare la guerra contro il caos senza sapere, poveretti, che chi fa la guerra al caos non può che perderla, dato che il caos si alimenta della guerra.

Perderanno, perderanno presto. Ma intanto avranno distrutto quel poco che rimane della civiltà.

E allora di che lotta stiamo parlando?
Ci saranno rivolte di massa, scioperi a oltranza di settori come i ferrovieri o i portuali inglesi ma difficilmente riusciranno a fare fronte comune, ci saranno folle impazzite dalla rabbia e dalla fame, ci saranno conflitti armati tra le risorte nazioni europee.

Ma nessuna rivoluzione potrà fermare la barbarie, perché la volontà umana ha perduto il comando sull’evoluzione.

Quella che si prepara è un’oscillazione gigante del pendolo della storia, un’oscillazione che porterà l’umanità fuori dalla storia del capitale. Ma non sarà la rivoluzione che renderà governabile il cataclisma-oscillazione.

Sarà la diserzione.

Disertare è la lotta che ci aspetta.

Disertare la guerra, prima di tutto. Disertare la guerra che divampa e divamperà sempre più largamente, perché quando il nazionalismo contagia la mente collettiva la guerra si prepara in ogni nicchia.

Disertare il lavoro salariato che tanto non serve più per sopravvivere, ma serve ad alimentare una crescita che devasta il pianeta e arricchisce solo una piccola minoranza.

Disertare il consumo di tutte quelle sostanze che come la plastica devastano l’ambiente e la mente. Alimentare comunità indipendenti che abbandonano il pianeta in fiamme (per andare dove? a questo ci penseremo).

Disertare la politica, arte inutile incapace di comprendere, e di governare.

Disertare la procreazione per non rovinare la vita di chi per sua fortuna non è ancora nato.


Ecco la lotta che ci aspetta.

Scappiamo, nascondiamoci, non investiamo energia in una gara che abbiamo già perso tutti, mettiamoci al sicuro in comunità solidali e frugali.

E ricordiamo che quando si fugge non ci limita a fuggire. Si cercano nuove armi, nuove forme di autodifesa e di attacco, si cercano radici da mangiare e semi da piantare, e forse un altro pianeta perché questo ci ha stufato.


dalla pagina facebook di Franco Berardi Bifo, 26 agosto 2022

bottom of page