"KURDBUN - ESSERE CURDO", il docu-film sull'eccidio turco a Cizre (2015-2016)
Un docufilm realizzato dal regista curdo-iraniano, Fariborz Kamkari, sulla base delle immagini girate dalla giornalista curda della Turchia, Berfin Kar, che ha vissuto l’assedio turco di Cizre durato ben 79 giorni, tra il 2015 e il 2016.
Kurdbun - Essere curdo
un film di Fariborz Kamkari
Un docufilm realizzato dal regista curdo-iraniano, Fariborz Kamkari, sulla base delle immagini girate dalla giornalista curda della Turchia, Berfin Kar, che ha vissuto l’assedio turco di Cizre durato ben 79 giorni, tra il 2015 e il 2016.
Kar e il suo cameraman hanno composto un vero e proprio diario di guerra per immagini; la giornalista è riuscita poi a portare tutto il girato in un paese europeo.
Alla fine, sono stati quattro artisti curdi, il bravissimo regista curdo iraniano Fariborz Kamkari, un produttore, un montatore e una musicista, curdi provenienti da paesi diversi, ad avere montato il reportage di quella tragedia”; quattro artisti provenienti dalle diverse realtà nelle quali è stato smembrato il territorio del Kurdistan: Iran, Turchia, Siria e Iraq.
LA STORIA
Prima dell’assedio del 2015, la città di Cizre rappresentava un contesto dove era stato messo in pratica il “confederalismo democratico”, un modello di organizzazione politica e sociale egualitaria che proviene dalla lotta curda.
"Per la comunità curda, Cizre rappresenta un simbolo della buona riuscita dell’autogestione democratica: sono stati compiuti grandi passi avanti in termini di diritti e di ecologia, sono stati creati posti di lavoro, piccole fabbriche, scuole in cui veniva insegnata la lingua curda. Per censurare tutto questo lo stato turco ha messo in piedi una gigantesca macchina propagandistica, che però non è riuscita a nascondere i risultati ottenuti: Cizre rimane un esempio per tutte e tutti noi, nonostante la sua vicenda tragica. Credo che il cinema sia dunque anche un modo per superare la censura: spero davvero che raccontare porti a qualcosa, che tramite la cultura si possa spingere al cambiamento e creare un mondo migliore." (Fariborz Kamkari, regista)
Lo stato turco aveva lanciato un ultimatum affinché si sciogliesse il consiglio comunale, che però si è rifiutato, e da lì è partito un attacco che ha portato anche all’uccisione dei membri dell’istituzione locale.
La giornalista curda Berfin Kar e il suo cameraman, che provenivano da Istanbul e si trovavano in missione a Cizre per un reportage di routine, rimasero intrappolati in un assedio non annunciato.
Si sono ritrovati in questo modo testimoni per 79 giorni dell’invasione dei carri armati dell’esercito turco, dei bombardamenti sistematici, dello sterminio di civili, della resistenza e della disperazione degli abitanti di Cizre, e della loro creatività nell’inventare forme di sopravvivenza e resilienza quotidiana.
"Berfin Kar ha filmato tutto ciò che stava accadendo, realizzando una sorta di “diario”. Il materiale era così forte e dettagliato che ho voluto mantenere la forma di documentario, perché non perdesse il suo carattere implicito di denuncia verso le azioni dell’esercito e dello stato turchi. Non a caso, la pellicola è stata visionata come prova anche dal Tribunale dei Popoli, che si è espresso sulla vicenda di Cizre." (Fariborz Kamkari, regista)
La giornalista si è poi rifugiata in Europa con gli hard disk contenenti le riprese di quei 79 giorni. Tramite il network di film-maker curdi è stato individuato il regista curdo Fariborz Kamkari a cui è stato proposto di visionare il girato ed esprimere un parere sulle sue potenzialità. Kamkari, che oltre che regista è anche un produttore, ha condiviso il girato con i suoi collaboratori italiani e altre case di produzione e tutti hanno confermato l’importanza di dare visibilità ai fatti narrati nel documentario. "Mentre sulla cittadina cadevano le bombe e sfrecciavano i colpi di fuoco dei carri armati, Kar e il suo cameraman ha deciso di restare accanto alla popolazione per fare interviste, raccogliere prove e testimonianze, dare voce a chi in quel momento era in pericolo di vita". Solo grazie alla caparbietà dei contatti che aveva sul posto, poco prima che i militari turchi iniziassero a rastrellare le case per eliminare ogni traccia dei crimini commessi, la giornalista è riuscita a fuggire, portando in salvo il materiale registrato in quei giorni.
Berfin Kar si trova adesso sotto processo per via del suo lavoro di testimonianza. "L’aspetto del materiale che mi ha colpito veramente tanto, e per il quale ho deciso di andare al di là degli avvenimenti di Cizre, è che le immagini raccolte da Kar parlavano anche ai miei ricordi d’infanzia. Io sono nato e cresciuto in Iran, dove il popolo curdo ha conosciuto dinamiche simili a quelle che ci sono in Turchia: la nostra comunità è stata isolata e oppressa, e anche nel mio paese si sono verificati assedi come a Cizre. Le testimonianze di Berfin Kar raccontano quindi anche la mia storia personale e, più in generale, la tragedia di un intero popolo. Perciò, attraverso il montaggio, ho voluto sottolineare questo “destino comune” che condividono tutte le persone curde in ogni parte del mondo. Per farlo ho costruito il film attorno a due linee narrative, in cui da una parte si mostra il diario quotidiano sull’assedio di Cizre e dall’altro viene sviluppata una panoramica più complessiva su tutta l’epopea curda." (Fariborz Kamkari, regista) "KURDBUN -Essere curdo" - IL TRAILER
Il film è uscito nelle sale italiane il 28 ottobre 2021, in anteprima mondiale al MAXXI di Roma
Nella galleria: FOTO DAL REPORTAGE DI BERFIN KAR E DEL SUO VIDEO-OPERATORE
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