Ancora un attacco contro i curdi a Parigi da parte del sistema patriarcale turco
Il comunicato-stampa del Movimento delle Donne Curde in Europa
Oggi (23 dicembre, NdR) ha avuto luogo un attacco al Centro culturale curdo Ahmet Kaya (un punto di riferimento per i curdi che vivono a Parigi, dove vengono organizzati spesso eventi culturali, discussioni politiche e si offre aiuto con le procedure di immigrazione a chi vuole trasferirsi in Francia, NdR) a Parigi, per ordine di Recep Tayyip Erdoğan. Questo attacco è stato organizzato, come il massacro del 9 gennaio (del 2013, NdR), sempre a Parigi, dallo stato turco.
Tra le vittime c’è Emine Kara, leader del movimento delle donne curde in Francia che aveva combattuto per trent’anni in Turchia, Iraq, Siria e Iran e che aveva partecipato attivamente alla riconquista della città di Rakka – occupata dallo Stato Islamico – da parte delle forze curde. (da: ilpost.it - 24 dic. 2022, NdR)
È chiaro che i sostenitori e promotori europei delle politiche di genocidio e delle operazioni militari di Erdoğan hanno permesso ancora una volta all’Europa di essere un’estensione degli attacchi dello Stato turco contro il popolo curdo.
Quasi esattamente 10 anni fa a Parigi, Sakine Cansiz, Fidan Dogan e Leyla Saylemez erano state assassinate dall’intelligence turca (vedi nota a margine dell'articolo)*. 10 anni dopo quel massacro politico possiamo vedere chiaramente che l’organizzazione di intelligence turca, il MIT, sta continuando le sue operazioni.
Con l'avvicinarsi del decimo anniversario del massacro di Parigi e mentre ci prepariamo a protestare contro il massacro con la nostra richiesta di “togliere il segreto di stato” alla vicenda, abbiamo ricevuto questo messaggio dato alle donne curde. Questo attacco dimostra ancora una volta che lo stato turco e le sue sporche alleanze hanno nel mirino le donne curde.
Diciamo: più lo stato colonialista-fascista turco cercherà di zittirci, più grideremo, più cercheranno di chiuderci le strade, più le riempiremo, più ci minacceranno di massacri , tanto più risponderemo loro con lo slogan “vivere è resistere”.
Gli stati-nazione che creano alleanze sporche per i loro interessi, facendo orecchie da mercante agli appelli dei popoli, degli oppressi e delle donne per chiarire la verità, sono ancora una volta silenziosi. Massacrando i resistenti curdi, Erdoğan porta la sua guerra genocida contro i curdi nel cuore dell'Europa. Finché l'Europa tace, finché cede ai suoi interessi, sprofonderà sempre più nelle paludi di Erdoğan.
Proprio come nel caso dell’utilizzo di armi chimiche da parte dell'esercito turco in Medio Oriente, la Germania e la Francia stanno palesemente ignorando le norme sui diritti umani e il diritto internazionale e ancora una volta chiudono un occhio sugli attacchi contro il popolo curdo.
Come risultato di queste politiche, lo Stato tedesco ha condotto irruzioni contro le istituzioni curde, la comunità curda e i politici curdi. Allo stesso modo la Francia è diventata una terra in cui gli omicidi politici contro i curdi sono diventati un evento regolare.
Così come il popolo curdo chiede giustizia da dieci anni, continuerà a resistere contro gli sporchi giochi e gli interessi geo strategici di tutti gli stati coinvolti.
Cercheremo giustizia e principalmente chiederemo conto ai due Stati coinvolti in questi brutali attacchi; vale a dire la Turchia e la Francia.
Nessun attacco ci allontanerà dalla nostra legittima lotta per la nostra identità e libertà.
Movimento delle donne curde in Europa– TJK-E
23.12.2022
da: kurdistan-au-feminin.fr - 24 dic. 2022, h. 10.24
traduzione a cura de Le Maleteste
*Nota a margine: un articolo del
10 gen. 2013
Tre donne curde sono state ritrovate morte, nella notte tra mercoledì e giovedì, uccise con un colpo di pistola alla testa. Le tre donne facevano parte del PKK (Partito dei lavoratori curdi). Secondo una fonte curda, una di loro, Sakine Cansiz, era tra le fondatrici. I corpi sono stati ritrovati nei locali dell'Istituto curdo di Parigi, sito su Rue Lafayette, nel decimo arrondissement. «La scena del crimine suggerisce che si è trattato di una esecuzione, ma l'inchiesta dovrà chiarire le circostanze», ha precisato la fonte senza fornire ulteriori dettagli.
ATTIVISTE - La seconda delle tre vittime si chiamava Fidan Dogan, 32 anni, e lavorava al centro informazioni, ha detto all'Afp Leon Edart, responsabile della federazione delle associazioni curde. Secondo il racconto del responsabile, le donne mercoledì si trovavano da sole nei locali del centro d'informazione. (...)
da: corriere.it - 10 gen. 2013