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SHAMSIA HASSANI (Afghanistan)

«Sono passati cinque mesi da quando i Talibani hanno preso il controllo della città di Kabul.
Durante questo periodo, la vita delle persone è cambiata, ma la vita delle donne è cambiata drasticamente. »




«Sono passati cinque mesi da quando i Talebani hanno preso il controllo della città di Kabul.
Durante questo periodo, la vita delle persone è cambiata, ma la vita delle donne è cambiata drasticamente. » (10 gennaio 2022)


«Spero che abbiate iniziato il nuovo anno con auguri e speranza ovunque vi troviate.
Non so cosa scrivere in occasione del nuovo anno. Non ho sentimenti per la fine del 2021 e l’inizio del 2022.
L’anno scorso è stato un anno spietato non solo per noi afghani diventati senzatetto (che rimarranno per sempre nei nostri cuori), ma per tutto il mondo che ha assistito ad eventi imprevedibili; l’infinito COVID-19 che si è radicato sul pianeta come il cancro e non perdona, la guerra, la gente che vive nella paura, gli incendi, la perdita della giungla, la povertà, l’ingiustizia e il razzismo che ha raggiunto il suo picco.
Osservando la situazione attuale, non so cosa porterà l’anno 2022. I nostri amici e familiari sono così dispersi che la nostra riunione non è altro che una fantasia.» (1 gennaio 2022)
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SHAMSIA HASSANI
nasce nel 1988 a Teheran, in Iran, dove i suoi genitori, originari di Kandahar, sono emigrati durante gli anni della guerra. Hassani mostra interesse per la pittura fin dalla tenera età, ma non le viene permesso di studiare le arti, oggetto di studi proibiti per gli studenti originari dell'Afghanistan[non chiaro]. Al suo ritorno nel 2005, studia arte tradizionale all'Università di Kabul. Successivamente trova lavoro come docente incaricata e in seguito professoressa associata di scultura presso l'università. Fonda il collettivo d'arte contemporanea Rosht.

Opere
In un corso organizzato a Kabul da Combat Communications nel dicembre 2010, Hassani apprende l'arte dei murales da Chu, un artista del Regno Unito. In seguito a questo workshop inizia la pratica della street art sui muri delle case nelle strade di Kabul[3]. Adotta questa forma di arte perché le bombolette spray e gli stencil sono molto più economici delle forniture artistiche tradizionali.

Una delle sue opere sulle pareti del centro culturale della capitale è una donna che indossa un burka seduta sotto una scala. L'iscrizione sottostante recita L'acqua può ritornare in un fiume arido, ma cosa succede al pesce morto?. Conclude il suo lavoro rapidamente, in 15 minuti, per evitare molestie, e dichiara che il suo lavoro non è islamico.

Sostiene che con il suo lavoro vuole opporsi all'oppressione delle donne afgane nella loro società.

Hassani presenta il suo lavoro in formato digitale attraverso il progetto intitolato Dreaming Graffiti. Presenta quindi una serie in cui dipinge o fotografa colori ed immagini su foto digitali per esplorare i problemi di sicurezza personale e nazionale.

Ha reso popolare la "street art" nelle strade di Kabul. Espone la sua arte digitale e la sua street art in India, Iran, Germania, Italia e Svizzera e nelle missioni diplomatiche di Kabul.

Il 14 giugno 2013 realizza un affresco murale all'Unione operaia di Ginevra, nel quartiere delle Grottes con delle donne migranti vittime di violenze e ricoverate in centri d'accoglienza. Il 14 giugno è una data simbolica in Svizzera perché quel giorno viene commemorato lo sciopero delle donne del 14 giugno 1991. Nel giugno 2013 Shamsa si è anche recata anche a Zurigo come parte delle attività del centro culturale Rote Fabrik.

Nel 2014, Hassani è finalista per il premio Artraker con il suo progetto La magia dell'arte è la magia della vita. Lo stesso anno è stata nominata tra i 100 membri dei global thinkers.

Dopo la riconquista di Kabul da parte dei Talebani (15 agosto 2021), si trasferisce in una località segreta fuori dall'Afghanistan, da dove, comunque, continua ad inviare al mondo i suoi quadri/messaggi di pace e di protesta contro le persecuzioni e le limitazioni delle libertà, soprattutto delle donne.


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Galleria

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