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José Alberto ("Pepe") Mujica Cordano
(Montevideo, 20 maggio 1935)
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José Mujica nasce il 20 maggio 1935 da Demetrio Mujica, discendente da antenati baschi, e Lucia Cordano, originaria della Liguria. La famiglia di sua madre era molto modesta ed aveva origini nel paesino di Favale di Malvaro in Val Fontanabuona, in provincia di Genova.
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I suoi nonni materni si stabilirono a Carmelo in Uruguay, dove riuscirono a comprare due ettari di terreno nella Colonia Estrella e lo misero tutto a vigna. Anche suo padre era un agricoltore, che però finì in rovina e morì nel 1940, quando Mujica aveva 5 anni. Dai 13 ai 17 anni il giovane Pepe si dedicò al ciclismo, appartenendo successivamente a diversi club sportivi della regione mano a mano che saliva di categoria.
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Nei primi anni sessanta aderì al neonato movimento dei MLN - Tupamaros (Movimiento de Liberación Nacional), un'organizzazione di guerriglia urbana di ispirazione marxista-leninista, ispirato dalla rivoluzione cubana e alla difesa dei diritti dei lavoratori della canna da zucchero (cañeros) del nord del paese sindacalizzati da Raúl Sendic. Il nome al movimento fu dato ispirandosi al romanzo Ismael del 1888 di Eduardo Acevedo DÃaz che parlava delle truppe dei "contadini, nativi o criollos, rappresentati nel testo come gli uomini al seguito del libertador José Gervasio Artigas e comparati da spagnoli e proprietari terrieri alle truppe al seguito di Túpac Amaru II", "l'autore spiegava come la denominazione tupamaro fosse usata spregiativamente dalla classe dominante (...) Si scelse il riferimento storico ai tupamaros di José Gervasio Artigas (...) con l'obiettivo di dargli una connotazione più aperta e capace di andare oltre i tradizionali riferimenti troppo legati alla sinistra eurocentrica (...)".
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Nel corso di varie azioni ricevette ben 6 ferite da arma da fuoco, e nel 1969 partecipò alla breve occupazione di Pando, una città vicina a Montevideo. Mujica fu arrestato in quattro diverse occasioni e fu tra i prigionieri politici che riuscirono a evadere dalla prigione di Punta Carretas nel 1971. Fu comunque ricatturato un anno dopo e condannato da un tribunale militare sotto il governo di Jorge Pacheco Areco, che aveva sospeso diverse garanzie costituzionali.
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Dopo il colpo di Stato militare del 1973, organizzato dal presidente Juan MarÃa Bordaberry, fu trasferito in un carcere militare dove rimase rinchiuso per quasi 12 anni, la maggior parte dei quali passati in completo isolamento in un braccio ricavato da un pozzo sotterraneo. Fu uno dei 9 dirigenti tupamaros prigionieri che la dittatura civile-militare chiamava rehenes ("ostaggi"), ossia persone che, in caso di ulteriori azioni militari dei Tupamaros in libertà , sarebbero state immediatamente fucilate.
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Altri rehenes erano un altro dirigente tupamaro, Eleuterio Fernández Huidobro, poi diventato ministro della difesa, lo scrittore Mauricio Rosencof, che raccontò di aver subito torture, e il fondatore del loro movimento, Raúl Sendic, con i quali riuscì a mantenere i contatti in carcere, malgrado le inumane condizioni di detenzione. Mujica, come affermato da lui stesso, a causa dell'isolamento soffrì di gravi problemi di salute, specialmente psicologici, arrivando ad avere allucinazioni uditive e paranoia.
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Nel 1985, quando la democrazia costituzionale fu ristabilita, Mujica fu liberato grazie ad un'amnistia della quale beneficiarono sia guerriglieri sia golpisti, coprente crimini di guerra e fatti di guerriglia commessi dal 1962 in poi. Tale amnistia sarà revocata per crimini contro l'umanità , ottenendo il processo e la condanna dell'ex dittatore Bordaberry. (Fonte: Wikipedia)
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