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Componenti del fascismo in sospensione

Vedo le omeomerie fascistiche fluttuare nell’aria di questi nostri giorni: abbinarsi alcune; altre gravitare in orbite contigue; altre ancora – forse le più dense di sostanza fascistica – in rotta di accostamento

di ALBERTO OLIVETTI



Quando lessi, si era nel 1997, in "Cinque scritti morali", il testo della conferenza "Il fascismo eterno" che Umberto Eco aveva tenuto alla Columbia University il 25 aprile 1995, mi parve aver ecceduto l’autore sul registro della amenità, ovvero troppo aver concesso a quel modo di esprimersi, come dicono i dizionari, tra l’arguto e il faceto.




(...) Così, ripeto, Il fascismo eterno non mi convinse. A cominciare dalla valutazione del fascismo come categoria metastorica da ricondurre a un «Ur-Fascismo», come Eco propone. Dove il prefisso tedesco Ur, dal designare il tratto primigenio o originario d’un genere o di un concetto, viene da Eco impiegato per indicare una permanenza, una presenza stabile, una «eternità», appunto, che del fascismo configuri una sorta di astorica latitudine.


Questa rivendicata eternità del fascismo mi parve una delle amoenitates de Il fascismo eterno a fronte della storicamente determinata, netta e ben circoscritta realtà effettuale del fascismo nel Novecento. O, si dica meglio, dei fascismi sui quali bene, mi pareva, dovesse Eco impiantare e articolare il suo ragionamento.




(...) Nella seconda recente lettura mi sono specialmente soffermato a considerare le «quattordici caratteristiche tipiche, dice Eco, di quello che vorrei chiamare l’‘Ur-Fascismo’».





*** Interpolazione: "Il Fascismo si rifaceva emotivamente


ad alcuni archetipi, di cui l'autore tenta di stilare


un elenco in 14 punti. Essi sono:


1 - Culto della tradizione del passato, spesso interpretata sincreticamente.
2 - Rifiuto del modernismo, anche in conseguenza al primo punto, e dello spirito illuministico.
3 - Irrazionalismo e culto dell'azione fine a se stessa. Diffidenza per la cultura.
4 - Rifiuto della critica e dello spirito critico.
5 - Paura della diversità. Una conseguenza ne è il razzismo.
6 - Frustrazione delle classi medie (piccola borghesia) a causa di crisi economiche o pressioni politiche.
7 - Ossessione per i complotti, anche di tipo internazionale.
8 - Percezione di una eccessiva forza di nemici esterni, che tuttavia si ritiene di potere battere. Questa contraddizione porta tipicamente a false valutazioni degli avversari e, in ultima istanza, ad essere perdenti negli scontri.
9 - Idea della guerra permanente e contrasto al pacifismo. La pace definitiva avverrà solo dopo la vittoria finale.
10 - Elitismo di massa e disprezzo per i deboli: pertanto, disprezzo da parte di ciascun ceto per il suo ceto subordinato.
11 - Eroismo di massa e desiderio di immolare se stessi per la causa comune, ma più frequentemente di immolare altri.
12 - Machismo, più semplice da gestire dell'eroismo.
13 - "Populismo qualitativo". Data la negazione dei diritti individuali, il "popolo" è considerato un insieme unico la cui volontà deve essere interpretata dal leader.
14 - Uso di una Neolingua, caratterizzata da una sintassi elementare e veicolante un ragionamento critico necessariamente limitato.
da: Wikipedia



Tali caratteristiche, spiega, «non possono venire irreggimentate in un sistema; ma è sufficiente che una di loro sia presente per far coagulare una nebulosa fascista».


Mi son sovvenuto d’un filosofo che annoveriamo tra i capiscuola antichissimi, agli esordi della cultura occidentale. Ci parla di elementi originari (Ur) riconoscibili nella loro identità, che si muovono ciascuno per proprio conto come le spore a primavera.




Quegli elementi – le omeomerie («elementi materiali primi, qualitativamente simili ai diversi corpi che verranno a formare riunendosi», si legge ad vocem nel Dizionario critico di Filosofia coordinato da André Lalande) ci insegna Anassagora – sono suscettibili di congiungersi e di formare entità compatte combinandosi.




Eco, mi sembra, ricorre alla antica saggezza di Anassagora, alla teoria cioè delle omeomerie, quando elenca quattordici elementi distintivi del fascismo che permanentemente levitano in sospensione e possono – in ogni momento (eternamente?) – congiungersi.




Le «quattordici caratteristiche tipiche» segnalate da Eco, sono altrettanti contrassegni – Ur – fascistici non equivoci e stabili nella loro apparente evanescenza, a destra e a sinistra, suscettibili d’una composizione che li rende dispositivi attivi e immediatamente applicabili in ogni momento.




Vedo le omeomerie fascistiche fluttuare nell’aria di questi nostri giorni: abbinarsi alcune; altre gravitare in orbite contigue; altre ancora – forse le più dense di sostanza fascistica – in rotta di accostamento. Sì che, è vero, nessun fascismo oggi in Italia combinato e costituito, ma presenti in Italia oggi le sue componenti costitutive in sospensione, come accade in un liquido colloidale che ne assicuri la confacente coltura.




da: ilmanifesto.it - edizione del 9 set. 2022


* Alberto Olivetti, Professore ordinario di Estetica nell’Università di Siena, autore di numerosi scritti di storia della filosofia, di estetica e di critica d’arte, ha pubblicato presso l’editore Cadmo i seguenti volumi: Sul dipingere, 1990; L’appropriazione sensibile, 1990; Costruito instabile. Pio II e la caducità dell’opera d’arte, 2003; Gara e bellezza, 2003; Oro in penombra. Note di estetica, 2003; Qui e ora. Figurare il presente, 2003; Figura e altre note di estetica, 2007. Tiene sul manifesto la rubrica settimanale “Divano”.

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