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Cuba: all'ONU voto schiacciante contro il Bloqueo, ma resta in vigore per colpa del veto USA

Con un voto schiacciante (185 a favore, 2 contrari – Usa e Israele – e due astensioni – Ucraina e Brasile)  l’Assemblea generale dell’Onu si è espressa a favore della risoluzione che condanna, per la 30/a volta le sanzioni economiche imposte e l’embargo dagli Stati Uniti contro Cuba

Con un voto schiacciante (185 a favore, 2 contrari – Usa e Israele – e due astensioni – Ucraina e Brasile)  l’Assemblea generale dell’Onu si è espressa a favore della risoluzione che condanna, per la 30/a volta le sanzioni economiche imposte e l’embargo dagli Stati Uniti contro Cuba.


Questa politica unilaterale degli Usa, in vigore ormai da 60 anni, ha causato a Cuba perdite dell’ordine di quasi 4 miliardi di dollari. Una cifra superiore del 49% rispetto a quella registrata tra gennaio e luglio 2021 e un record in soli sette mesi”.


A prezzi correnti, fanno sapere i media cubani, “il danno accumulato in sei decenni a 151 miliardi di dollari, con un grande peso in settori come la sanità e l’istruzione, che si aggiungono al danno per l’economia nazionale e la qualità della vita delle famiglie cubane”.


Nonostante il voto favorevole l’ingiusto “bloqueo” rimane in vigore, visto il veto vincolante degli USA.








La mozione di Cuba contro il blocco economico, finanziario e commerciale unilaterale degli Stati uniti ha avuto anche quest’anno un sostegno quasi totale da parte dei paesi membri dell’Onu: 185 a favore, due astenuti (Ucraina e Brasile), due, i soliti Usa e Israele, contro.

 

A differenza degli anni passati, la richiesta di censurare il bloqueo statunitense (quest'anno siamo arrivati al 60° compleanno della sua promulgazione, stabilita nell'ormai lontano 1962) avviene in una momento assai critico per Cuba.

Il presidente Biden non solo ha mantenuto il vero e proprio strangolamento dell’isola voluto dal suo predecessore Trump, compresa anche la conferma di Cuba nella lista nera statunitense dei «paesi che favoriscono il terrorismo», ma di recente ha anche dichiarato che «Cuba è uno stato fallito, che opprime la sua popolazione». Dunque che il blocco strangolatore sarebbe ancor più lecito perché «serve ad aiutare il popolo cubano».

 

I dati forniti all’Onu dal ministro degli Esteri Bruno Rodriguez, parlano chiaro, dall’agosto 20021 al febbraio di quest’anno il bloqueo Usa ha prodotto perdite per lo Stato cubano valutate in 3.806 milioni di dollari con un aumento del 49% rispetto ai sei mesi precedenti. In totale il sessantennale embargo ha causato a Cuba perdite valutate in 150.410 milioni di dollari. Cifre che sarebbero esiziali per la grandissima parte di piccoli paesi, anche europei.

 


LA GRAVE CRISI CUBANA ha però anche origini da ritardi e scelte errate da parte del governo socialista.

L’inflazione è infatti alle stelle, il sistema elettrico nazionale gravemente in crisi con ormai cronici black out in tutta l’isola, grave è la scarsezza di prodotti di prima necessità che obbliga la popolazione a lunghe code quotidiane, ed è caduta la produttività – drammatica nel settore dello zucchero -, facendo accrescere l'indebitamento estero e un doloroso aumento dell’emigrazione (più di 200mila cubani nell’ultimo anno, la maggior parte diretti negli Usa dove i cubani godono di un trattamento privilegiato rispetto agli altri latinoamericani).

 

Nonostante questa drammatica situazione – in buona parte, ma non solo, causata dall’embargo – lo Stato cubano è tutt’altro che «fallito». E questo secondo i criteri di vari organismi internazionali indipendenti.

PER GRAN PARTE della popolazione però la situazione attuale è al limite della sopportazione. E le forme di protesta, specie contro i black out, sono frequenti. Ma quasi sempre si fermano una volta rispristinato il servizio elettrico. In sostanza, queste proteste esprimono un grande disagio che diventa sempre più profondo e critico verso il governo. E che non può essere affrontato con la repressione. È questa, l’attuazione di riforme, la grande sfida del socialismo cubano.




da varie fonti, tra cui ilmanifesto.it - infoaut.org nelle edizioni di ieri 4 novembre, e oggi 5 novembre 2022

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