ERDOGAN il nuovo sultano
Una graphic novel sul dittatore turco a cura di Can Dündar (Autore) e Mohamed Anwar (Illustratore)
+ un articolo di Can Dündar
È da poco uscito anche in Italia Erdoğan – il nuovo sultano, prima impresa del noto giornalista Can Dündar nel mondo del graphic journalism. A pubblicarlo è la casa editrice Nutrimenti, che dello stesso autore aveva già portato in Italia Arrestati, frutto delle riflessioni elaborate nel carcere di Silivri dove Dündar ha scontato tre mesi per aver pubblicato un’inchiesta scomoda.
da: Valentina Marcella , Kaleydoscop.it e ilmanifesto.it
Pluripremiato giornalista e documentarista, Dündar è l’ex direttore del quotidiano dell’opposizione laica kemalista Cumhuriyet (Repubblica). Nel novembre 2015 è stato arrestato e condannato nel 2020 a 27 anni di carcere insieme al collega Erdem Gül in seguito alla pubblicazione di un’inchiesta che rivelava la consegna di armi del Mit, i servizi segreti turchi, all’Isis in Siria. Accusato di spionaggio e additato pubblicamente da Erdoğan come “traditore della patria”, è stato rilasciato tre mesi dopo, ed è stato vittima di un tentato omicidio. Attualmente vive in esilio in Germania.
L'altro autore è Mohamed Anwar, illustratore egiziano-sudanese, arrestato e deportato dall’Egitto nel 2019 per aver messo la sua arte a servizio della rivoluzione di Tahrir del 2011 s
In carcere Dündar non ha mai smesso di scrivere, in nome della giustizia e della libertà di stampa; nel 2016 questi scritti sono diventati il libro Tutuklandık (Arrestati). Con la missione di continuare a difendere il diritto all’informazione libera anche in esilio, in Germania Dündar ha fondato il giornale indipendente online dall’eloquente titolo #özgürüz, (#siamoliberi).
Nel 2021 #özgürüz è diventato un progetto più ampio con il lancio della casa editrice #ÖZGÜRÜZPress, che si propone di “far arrivare in ogni angolo del mondo i libri che si è tentato di cancellare dalla faccia della terra”.
#Özgürüz Press si propone di pubblicare libri banditi in tutto il mondo, “di difendere la libertà di scrittura”. Nella dichiarazione di intenti della casa editrice si legge: “Pubblicheremo autrici e autori presi di mira da despoti, imprigionati, esiliati, uccisi e i loro libri vietati, sequestrati, bruciati. Garantiremo la reperibilità di libri in diverse lingue, in formato cartaceo e digitale.
In questo modo sosterremo gli scrittori sotto oppressione. Cercheremo di far arrivare in ogni angolo del mondo libri che si è voluto cancellare dalla faccia della terra, cosicché gli autocrati si accorgano della forza incancellabile della scrittura, e capiscano che il divieto renderà queste opere ancora più visibili.”
A inaugurare la casa editrice è stato il graphic novel Erdoğan, scritto dallo stesso Dündar e illustrato da Mohamed Anwar, artista egiziano-sudanese che con il giornalista turco condivide lo status di esule politico in Germania da quando nel 2019 è stato arrestato e poi estradato dall’Egitto.
Erdoğan ripercorre l’ascesa politica del presidente turco, ricostruendo la traiettoria che dietro la facciata dell’Islam moderato ha permesso a Erdoğan di diventare il nuovo “sultano” della Turchia. Significativamente, nella prima di copertina Anwar ritrae Erdoğan a mezzo volto mentre l’altra metà del viso è affidata alla quarta e qui il presidente appare con indosso un turbante.
A parte questa interpretazione, ben poco è lasciato alla finzione: Erdoğan è un’opera che si colloca a metà strada tra il fumetto biografico e il graphic journalism e a dominare è il reale.
Erdoğan – il nuovo sultano cerca di trovare una risposta a una domanda: come ha fatto un bambino nato in una povera famiglia anatolica e senza un’educazione adeguata a diventare il sultano della nuova Turchia? Erdoğan, elogiato e applaudito da tutti gli attori politici internazionali nei primi anni del suo governo, è diventato una delle figure politiche più controverse del Ventunesimo secolo, e il politico più duraturo in Turchia e in Europa.Diventato sindaco di Istanbul nel 1994 come islamista moderato, ha fondato il suo partito AKP nel 2001 vincendo le elezioni politiche dell’anno successivo. Ha conquistato gli elettori con il suo carisma e ha operato severe purghe in seno all’esercito e all’amministrazione turca debellando i suoi oppositori e trasformando la Turchia da una repubblica laica a un paese islamista e autoritario.
Con rigorosa esattezza giornalistica e documentaria, la storia e le immagini ricostruiscono la vita del giovane Erdoğan, dai suoi insuccessi scolastici alle glorie calcistiche, dai primi passi in politica alla scalata verso il potere, e insieme ripercorrono le tappe fondamentali della storia della Turchia e del Medio Oriente dell’ultimo secolo fornendoci un potente strumento di comprensione del presente.
Sia la prefazione, anch’essa in forma di graphic novel, che una nota finale, svelano aspetti della realizzazione di quest’opera dai quali emerge un grande rigore scientifico.
Si legge che Dündar ha attinto a fonti giornalistiche, d’archivio, dichiarazioni di Erdoğan e testimonianze di figure a lui vicine, incrociando i dati ed escludendo le informazioni non confermate.
Con altrettanto rigore, per le illustrazioni Anwar si è basato su immagini di repertorio.
Diviso in capitoli, specchio di altrettante fasi storiche, il fumetto – tavole in bianco e nero, ricostruite dall’immaginazione di Anwar e dal ricorso a foto e video di reportorio – è un climax dentro la radicalizzazione politica di un uomo che ha toccato la base profonda della Turchia, l’ha plasmata e l’ha ingannata. Populista prima dei populisti, ha fatto del potere semi-assoluto la sua rivalsa dopo una vita di cui si ritiene, unico a crederlo, la vera vittima.
Dopo una lavorazione durata 3 anni e mezzo, oltre 300 pagine ricostruiscono la biografia del protagonista partendo dalla sua nascita e passando per la carriera calcistica poi abbandonata in favore della politica. La lunga e tortuosa ascesa al potere di Erdoğan è narrata con dovizia di particolari, senza tralasciare scandali insabbiati e in parte dimenticati.
Allo stesso tempo, la voce narrante non è una voce giudicante – a tale proposito nella prefazione Dündar puntualizza lo sforzo fatto per restare oggettivo senza cedere alla rabbia. A parlare sono i fatti e il giudizio è lasciato ai lettori.
Erdogan spiegato a fumetti
di Can Dundar
Costretto all'esilio, il giornalista Can Dündar firma un graphic novel sulla vita del boss di Ankara. E in questo articolo per il Venerdì avverte: "Attenta, Italia"
Musa Cart, caricaturista del quotidiano Cumhuriyet, del quale sono stato direttore editoriale fino a sei anni fa, fu condannato a un’ammenda per diffamazione al presidente della repubblica Erdogan, allora primo ministro, per averlo disegnato come un gatto ingarbugliato in una matassa.
I vignettisti della rivista satirica Penguen, in sostegno al loro collega, prepararono una copertina in cui Erdogan era rappresentato nelle vesti di diversi animali. Lui fece causa anche a loro. Più tardi, durante una festa di laurea, alcuni studenti universitari misero quella copertina su uno striscione. La stessa notte la polizia fece incursione nelle loro case, furono arrestati e giudicati per diffamazione.
Can Dündar, 61 anni, è tra i più noti giornalisti turchi. Nel 2015 fu accusato di tradimento per aver svelato i rapporti tra i servizi segreti turchi e i combattenti islamici siriani; dopo aver subìto un tentativo di omicidio, si è rifugiato a Berlino. Nel 2020 è stato condannato in contumacia a 27 anni e sei mesi. Con il disegnatore Anwar è l’autore del graphic novel Erdogan. Il nuovo sultano (Nutrimenti, 320 pagine, 24 euro, traduzione di Gloria Ansaldo) (Getty Images)
Bastano questi esempi a dimostrare a che punto arrivi l’intolleranza di Erdogan nei confronti della satira. Oggi in Turchia disegnare caricature simili richiede grande coraggio. È un po’ anche per questo che quando ho deciso di scrivere una biografia di Erdogan ho scelto di farlo in forma di fumetto (Erdogan, il nuovo sultano, Nutrimenti editore). Perché conosco la forza delle illustrazioni. Per l’antipatia di Erdogan nei confronti della satira.
Per distinguerla dalle altre biografie. Per mostrare che il graphic novel è una forma di giornalismo promettente. Per raggiungere le nuove generazioni.
Quest'anno, Erdogan festeggia il suo ventesimo anno al potere. È già il leader più longevo della storia della Turchia, persino più longevo del fondatore della Repubblica Atatürk.
Dietro questo successo politico ci sono diverse dinamiche: dalle relazioni internazionali all’economia, dal fattore religioso alla psicologia sociale. Ma certamente grande importanza rivestono anche i fattori personali.
La trasformazione di un bambino povero che sogna di diventare calciatore in uno degli autocrati più potenti del mondo è una favola che promette di insegnare molto a tutti.
Nel libro ci siamo posti l’obiettivo di mostrare, sullo sfondo del racconto della sua vita, i fattori politici, sociologici, economici, diplomatici, psicologici e religiosi che hanno favorito la sua scalata fino alle vette del potere.
Ad accompagnarmi in questo viaggio è stato Mohamed Anwar, che è vissuto sotto un altro regime (in Egitto, ndr), è stato perseguitato, arrestato, costretto a lasciare il proprio Paese: proprio come me. A farci incontrare è stato questo passato comune ma anche la determinazione di cambiare quel passato in un futuro democratico.
Abbiamo pensato che più si conoscono gli autocrati contro cui lottiamo, più sarà facile sconfiggerli e impedire la formazione di regimi simili. Perciò nello scrivere il libro abbiamo preferito comprendere più che demonizzare. Potete immaginare quanto questo sia stato difficile per uno come me, la cui vita privata e professionale è stata completamente distrutta da Erdogan.
Soltanto per aver scritto una notizia – vera – che non gli è piaciuta, oggi sono condannato a più di 27 anni di carcere, ho scontato mesi di prigione, ho subìto un attacco armato, sono stato costretto a vivere lontano dalla mia famiglia, tutti i miei beni sono stati sequestrati.
Ma dall’altro lato sono un giornalista che ha imparato a mantenere la distanza con l’argomento trattato, che ha fatto dell’oggettività una regola professionale. Scrivendo il libro, ho dovuto fare sforzi per non permettere alla prima identità di avvelenare la seconda. Essere catturati dall’onda d’odio diffusa da Erdogan comportava il rischio di trasformarsi in lui; persino in prigione ho cercato di evitarlo.
La cosa importante era cercare di comprendere l’origine del populismo che ha contagiato il mondo come un virus; capire come Erdogan abbia costruito il proprio potere, cominciando con promesse liberali, e poi a poco a poco gettando la maschera e trasformando il suo governo in un regime oppressivo.
L’importante era mostrare che grande errore abbiano commesso i Paesi occidentale, Usa in primis, appoggiando i jihadisti islamici in funzione anticomunista e così spianando la strada a leader come Erdogan.
L’importante era discutere degli effetti spaventosi che la commistione tra religione e politica ha sia sulla politica sia sulla religione.
E mostrare come le grandi ambizioni possano essere nascoste con trucchi da quattro soldi, che però riescono a ingannare non solo le grandi masse, ma anche la comunità internazionale.
Mostrare come qualcuno che non crede nella democrazia possa utilizzarla per annientarla.
E, più importante ancora, era mettere in guarda le giovani generazioni sulla fragilità della democrazia, che può essere distrutta facilmente se non si è decisi a combattere per difenderla.
Abbiamo cercato di fare tutto questo con un linguaggio il più oggettivo possibile, con dati concreti basati su documenti e testimonianze.
Stiamo preparando il secondo volume, in cui racconteremo gli anni dopo la conquista del potere di Erdogan. Il primo è stato stampato in tedesco e in turco; ma nonostante il grande interesse suscitato in Germania, non è stato permesso che la versione turca circolasse in Turchia, benché non esista alcun divieto ufficiale.
Spero che dopo la versione francese anche quella italiana – nell’Italia in cui la crescita del populismo è un argomento molto discusso – trovi interesse da parte del pubblico.
da: repubblica.it - 30 set. 2022