ITALIA ANTIFASCISMO. Bologna, migliaia di antifascisti ieri in piazza contro la provocazione di Casapound
La città si è espressa in tante forme, mobilitando migliaia di persone contro il governo Meloni che ha voluto imporre i fascisti davanti alla stazione della bomba, nell’ottantesimo della battaglia di Porta Lame - di LORIS MAZZETTI e LUCIANA CIMINO
Bologna resiste ancora
di Loris Mazzetti
9 Novembre 2024
Oggi, 9 novembre, Bologna, medaglia d’oro al valor militare per il ruolo di guida e avanguardia avuto dalla città nella Resistenza, con petardi e liquidi vari lanciati dai cittadini dalle finestre, ha così accolto il corteo dei fascisti del terzo millennio di CasaPound, che stava tentando, inutilmente, di raggiungere i neofascisti della Rete dei patrioti in piazza XX Settembre vicino alla stazione, bloccati da un folto gruppo di bolognesi che cantava Bella Ciao.
“Abbiamo costretto ancora i fascisti ad andare via dalla nostra città”, ha raccontato uno dei presenti.
Non a caso i due gruppi di neofascisti avevano chiesto di manifestare a Bologna, in una piazza vicino alla Stazione che il 2 agosto 1980 subì il più grave attentato fascista dal dopoguerra ad oggi per mano dei Nar Mambro, Fioravanti, Ciavardini, Cavallini e Bellini, quest’ultimo appartenente ad Avanguardia Nazionale.
Per Bologna e per l’Italia è ancora una ferita aperta, gli ultimi tentativi di depistaggio sono avvenuti pochi mesi fa in occasione dell’ultima ricorrenza della strage da esponenti che appartengono ai partiti di governo.
E’ assurdo che un corteo di chi si professa fascista del terzo millennio sia autorizzato a Bologna, a una settimana dalle elezioni regionali.
Torniamo alla cronaca. Bologna ha cominciato a mobilitarsi dalla mattina con un presidio molto numeroso in piazza Nettuno di fronte al Sacrario dei partigiani organizzato dalla CGIL e dall’Anpi provinciale con la sua presidente Anna Cocchi in prima fila: “Le piazze di Bologna sono luoghi dell’antifascismo militante, della consapevolezza democratica, del vivere civile”.
Oltre a tanti cittadini hanno partecipato: Elly Schlein segretaria del Pd che ha chiesto che “le organizzazioni neofasciste siano sciolte”. Noi aggiungiamo che questo doveva essere fatto da tanto tempo applicando la legge che vieta l’apologia del fascismo.
Nicola Fratoianni di Sinistra italiana e il sindaco Matteo Lepore che aveva chiesto a Prefettura e Questura che la manifestazione fosse spostata in un luogo lontano dalla stazione.
Nel pomeriggio, in contemporanea con il corteo di CasaPound, di poco più di un centinaio di neofascisti, è partito da piazza Nettuno anche il corteo dei Collettivi studenteschi, oltre un migliaio di persone, con in testa uno striscione con su scritto: “Contro il fascismo di strada e di governo”.
I due cortei si sono incontrati in via dell’Indipendenza ma un doppio cordone di polizia e i lavori presenti nella strada hanno impedito lo scontro. Mentre accadeva ciò un terzo corteo, di circa duecento persone, formato dagli antagonisti, per lo più anarchici, arrivava in zona stazione e alcuni di loro a volto coperto riuscivano a raggiungere il Pincio.
La carica dalla polizia ha protetto i fascisti della Rete dei patrioti, provocando dieci feriti di cui tre rappresentanti delle forze dell’ordine.
Lunedì arriverà la presidente del Consiglio Giorgia Meloni per sostenere la candidata alla regione del centro destra. Stia tranquilla: Bologna è democratica e l’accoglierà come merita la carica che rappresenta.
Fonte: articolo21.org - 9 nov. 2024
Bologna, migliaia di antifascisti in piazza contro la provocazione di Casapound
di Luciana Cimino
10 nov. 2024
Che sarebbe stato un errore lo si diceva da giorni. Eppure è stato concesso lo stesso a Casapound e alla cosiddetta Rete dei patrioti di manifestare a Bologna, peraltro in un luogo simbolico come via Gramsci, a pochi passi dal piazzale della stazione, teatro della strage neofascista del 2 agosto 1980. Naturale che i bolognesi l’abbiano presa come una provocazione e abbiano convocato diverse manifestazioni a supporto dell’identità democratica e antifascista della città. Lo stesso sindaco Matteo Lepore, per giorni, aveva chiesto di spostare il corteo dei neofascisti, senza successo.
Tuttavia la risposta dei bolognesi è stata massiccia: tre cortei molto partecipati si sono susseguiti nel corso della giornata mentre i fascisti del terzo millennio, neanche un centinaio, rimanevano bloccati a via Boldrini. Il paradosso però è che le forze dell’ordine hanno caricato gli antifascisti e non i militanti di estrema destra che hanno avuto buon gioco a fare le vittime: «Non possono esistere città ostaggio dei centri sociali», gridavano al megafono avvolti nelle bandiere tricolori. Intanto il resto della città provava a reagire all’offesa radunandosi.
Un primo presidio, organizzato da Anpi e Cgil, si era svolto in mattinata in piazza del Nettuno con la partecipazione anche di Nicola Fratoianni di Avs e la segretaria del Pd Elly Schlein. «Da bolognese – ha detto la dem – non credo che sia stata una scelta giusta quella di fare manifestare le destre estreme a pochi metri dalla stazione di Bologna, che ancora è una ferita aperta».
Nel pomeriggio, mentre il centro della città veniva blindato, si sono riuniti in corteo gli anarchici e i collettivi. I primi hanno sfilato in 200 (tanti i giovanissimi) per le strade della Bolognina per poi attraversare il ponte di Galliera e raggiungere via Irnerio per ritornare al punto di partenza. I secondi, invece, hanno sfilato per il centro della città intonando «Bella Ciao». «Non era possibile dare la piazza a Casapound e ai “patrioti” e se il governo ha deciso di concedergliela era giusto opporsi, a Bologna non si passa», ha detto una partecipante mentre nel corteo, composto da più di 1.500 persone, si affacciavano anche la vicesindaca Emily Clancy e il consigliere di Coalizione Civica Detjon Begaj parlando di «provocazione che si doveva evitare».
Le tensioni con le forze dell’ordine in tenuta anti sommossa si sono registrate quando un gruppo ha tentato di raggiungere il presidio dell’estrema destra scendendo dal parco della Montagnola, tra lanci di oggetti e petardi. Alcuni manifestanti hanno riportato ferite lievi così come tre poliziotti, secondo quando riportato in serata (come da consuetudine degli ultimi tempi) dalla questura. A dispetto dell’evidenza, il questore Sbordone si è anche congratulato con sé stesso per aver «garantito a tutti il diritto di manifestare» nonostante «la sproporzione dei facinorosi rispetto agli agenti, aggrediti in modo vile». Laddove i facinorosi erano gli antifascisti e non i patrioti che a fine pomeriggio potevano «proclamare vittoria» per essere riusciti a «prendersi la piazza».
Forti anche del sostegno della Lega e del partito della premier, FdI, che hanno usato gli incidenti come assist al ddl Sicurezza. «È indispensabile l’approvazione immediata del pacchetto sicurezza che contiene norme fondamentali per difendere i nostri straordinari operatori in divisa», ha dichiarato il sottosegretario all’Interno, Molteni (Lega).
E mentre la destra locale chiede le «dimissioni immediate» di Clancy e Begaj, Salvini si abbandona a una narrazione leggendaria su «centinaia di delinquenti rossi» che avrebbero «dato la caccia al poliziotto». «Per i criminali rossi il posto giusto è la galera», ha chiosato il ministro dei Trasporti chiamando in causa anche il candidato per il centrosinistra alle elezioni regionali di domenica prossima: «Voglio vedere se il signor De Pascale e la signora Schlein condanneranno». Anche il ministro dell’Interno, Piantedosi, ha scaricato le sue responsabilità sull’opposizione alla quale ha chiesto di «prendere le distanze».
Ben diversa è invece la reazione della città: «Bologna ha vinto – hanno scritto gli attivisti del Làbas – la città si è espressa in tante forme, mobilitando migliaia di persone contro il governo Meloni che ha voluto imporre i fascisti davanti alla stazione della bomba, nell’ottantesimo della battaglia di Porta Lame».
Fonte: ilmanifesto.it - 10 nov. 2024