ITALIA. Emesso un francobollo dedicato al gerarca fascista Italo Foschi, persecutore di ebrei
Si susseguono le voci di indignazione e le accuse di revisionismo dopo l'emissione filatelica che ricorda il fondatore dell'AS (Associazione Sportiva) Roma, malgrado il ruolo intransigente che ebbe per oltre vent'anni nell'apparato repressivo della dittatura e poi con i nazisti nell'Alpenvorland - di ZENONE SOVILLA
di Zenone Sovilla
9 giugno 2024
TRENTO. Un francobollo dedicato al fondatore dell'As Roma Calcio, peccato che si tratta anche di un esponente dello squadrismo e dell'apparato fascista, uno dei volti della repressione liberticida, dall'inizio alla fine della dittatura.
È Italo Foschi, noto anche sulle Dolomiti, dove fu prefetto a Trento (1939-1943), fino all'armistizio e alla creazione dell'area di occupazione nazista Alpenvorland. Dopo l'8 settembre, infatti, fu trasferito a Belluno, che con Bolzano e Trento costituiva il territorio di questa zona amministrativa speciale, sottratta alla Repubblica Sociale di Mussolini e controllata direttamente dai nazisti tirolesi.
La decisione di dedicare a questa figura un francobollo, celebrata con visibilità dal governo, è da giorni al centro delle polemiche e delle proteste, insorgono i rappresentanti delle comunità ebraiche, molti partiti politici (di sinistra e non solo), i discendenti di partigiani e altre vittime del nazifascismo, diversi studiosi di storia.
Di Foschi, di radici abruzzesi, si ricorda che fu addirittura espulso (ma poi riammesso) nel partito fascista, dopo l'omicidio del leader socialista Giacomo Matteotti, per aver esagerato con lo squadrismo violento.
Sembra davvero una triste beffa della storia che questo personaggio sia celebrato dalle istituzioni nazionali proprio nei giorni in cui si commemora il parlamentare socialista la cui voce fu messa a tacere dai fascisti il 10 giugno 1924: Matteotti venne rapito e assassinato e sei mesi dopo Mussolini rivendicò la «responsabilità politica, morale e storica» anche di quell'episodio.
Un dramma che segnò una sanguinaria nella parabola del fascismo come dittatura crudele, sanguinaria e oscurantista.
A Belluno, provincia dolomitica in cui fin dall'estate 1943 si stava riorganizzando una resistenza sempre più diffusa contro il nazifascismo, Foschi durò poco come prefetto: dal 19 settembre al 20 ottobre.
Ma quel sia pur breve passaggio lo inserisce fra i personaggi studiati dagli esperti dell'Istituto storico bellunese della Resistenza e dell'Età contemporanea (Isbrec), una realtà che ha alle spalle oltre mezzo secolo di ricerche e che conserva archivi preziosissimi.
Proprio l'attuale direttore dell'Isbrec, Enrico Bacchetti, ha diffuso due giorni fa un testo che riesamina la vicenda Foschi.
Lo studioso bellunese in questo documento, ricorda che «nel 1941, mentre svolge la funzione di prefetto di Trento, Foschi denuncia all’autorità giudiziaria don Modesto Lunelli, parroco di Ziano, e don Giuseppe Lona, insegnante al liceo arcivescovile di Trento per aver firmato due bollettini parrocchiali con contenuti ritenuti disfattisti».
L'anno dopo, segnalò “maldicenze politiche” e «fece intervenire i carabinieri a Cles che arrestarono sette persone per tendenze disfattiste».
Il nome di Foschi compare anche nell’elenco dei responsabili della persecuzione antiebraica in Veneto diffuso dal Centro studi internamento deportazione.
Fra le reazioni molto critiche contro l'inspiegabile iniziativa commemorativa, quella dei gruppi consiliari bellunesi in Comune Insieme per Belluno bene comune, Partito democratico, In movimento, Belluno D+ e Valore Comune, che hanno diffuso una nota di profonda indignazione.
Ecco che cosa scrivono: «È l’ennesima vergogna nazionale: il 6 maggio a Roma è stato emesso in pompa magna al ministero delle Imprese e del Made in Italy un francobollo commemorativo (e parliamo di anniversari “importanti”: si tratta del 140° anniversario – una data molto farlocca… ) dalla nascita di Italo Foschi, ufficialmente ricordato come primo presidente della Roma calcistica, ma in realtà esponente di spicco del fascismo, dalle origini fino all’ultimo giorno.
A Belluno e in tutto il Nord Est (il confine orientale tanto caro ai vecchi missini) è tristemente noto perché fu il prefetto fascista prima a Pola nel 1931-33 dove la sua feroce repressione della minoranza slava lo portò addirittura allo scontro aperto con il Vescovo di Trieste Luigi Fogar, ben consapevole dei delicati equilibri linguistici ed etnici della Venezia Giulia, poi a Treviso e a Trento, mentre dopo la sua adesione alla Rsi, come ultimo prefetto italiano, fu il protagonista del cruciale settembre-novembre 1943 dell’occupazione nazista e del sanguinoso regalo che Mussolini fece a Hitler, cedendogli la sovranità sulle tre province italiane di Belluno Trento e Bolzano che dopo vent’anni di indottrinamento nazionalista non furono più italiane ma tedesche (ai ragazzi bellunesi arrivò la “cartolina” della Wehrmacht, non più quella dell’Esercito italiano) e che fino al 1945 divennero la nuova regione nazista denominata Alpenvorland.
Per la sua volontà di riorganizzare il partito fascista nel Bellunese riuscì ad essere malvisto perfino dai nuovi padroni nazisti con cui comunque collaborò zelantemente nella schedatura degli ebrei, indispensabile per le deportazioni nei campi di sterminio.
Grazie alla sua foga come manganellatore agli ordini di Farinacci, Italo Foschi era stato il primo federale di Roma nel 1923, quando organizzò tra le altre la spedizione squadrista contro la casa dell’ex presidente del consiglio Francesco Saverio Nitti
Una figura tragica e molto poco degna della storia italiana, bellunese e di tutto il Nord Est, uno degli artefici delle tensioni col mondo slavo sfociate nel dramma delle foibe e protagonista durante l’occupazione nazista di tante terre italiane, provincia di Belluno compresa.
Dopo la Liberazione fu processato per la sua attiva adesione alla RSI, ma graziato da indulto.
Il 20 marzo del 1949, dopo aver assistito alla partita della Lazio disputata allo Stadio Nazionale, alla notizia data dagli altoparlanti della sconfitta della Roma a Genova contro la Sampdoria, si accasciò sul seggiolino da dove aveva assistito alla partita. Soccorso immediatamente, morì prima di giungere in ospedale .
La scelta di dedicargli un francobollo dimostra o la grave ignoranza o la pericolosità di chi ci governa. O più probabilmente entrambe», concludono i citati gruppi consiliari del Comune di Belluno.
Ma la rivolta sul francobollo dedicato al primo presidente e fondatore della As Roma è finita anche nientemeno che sul Financial Times. "Il governo di destra del primo ministro Giorgia Meloni ha acceso nuove polemiche sulle sue opinioni sul passato fascista dell'Italia emettendo un francobollo recante l'immagine di un importante sostenitore del dittatore Benito Mussolini", si legge in un articolo a firma di Amy Kazmin pubblicato online.
Il francobollo è stato celebrato dal club come "motivo di orgoglio", evidenzia la corrispondente da Roma del quotidiano della City citata dall'agenzia Ansa.
L'ex ministro Carlo Giovanardi, membro della Consulta filatelica che presso il ministero del Made in Italy esprime il suo parere sulle emissioni di nuovi francobolli, ha preso le distanze dall'iniziativa e ha detto di non ricordare che fosse stata presa una decisione su Foschi.
Onorarlo, afferma, è «in totale contraddizione con i principi della nostra Costituzione», ha aggiunto, «spiegando di aver "scoperto il suo passato di militante, antisemita, collaborazionista, tutte caratteristiche da non celebrare su un francobollo».
Il direttore dell'Istituto storico bellunese ringrazia l'ex ministro per l'intervento in dissenso: «L’Isbrec - scrive Enrico Bacchetti - ha già preso posizione sulla questione attraverso una breve relazione finita proprio sulla scrivania di Carlo Giovanardi (e non solo) che fa parte della Consulta filatelica l’organo che sovraintende all’emissione dei francobolli.
Lo ringraziamo per aver voluto approfondire una vicenda che tocca anche il Bellunese e per aver preso una posizione netta e pubblica che diversamente sarebbe passata sotto silenzio. Italo Foschi fu uomo del fascismo, di quello più duro e violento, voltagabbana all’occorrenza, capace di passare con disinvoltura da una sponda all’altra, e più volte, per scopi personali. Che sia proprio la figura migliore da commemorare con un francobollo?».
Lo stesso Bacchetti ha diffuso sul sito Web dell'Isbrec, una interessante ricostruzione del profilo storico di Foschi (lo riportiamo qui sotto), «perché la conoscenza del passato resta a nostro avviso lo strumento migliore per comprendere il nostro presente e perché riteniamo che un uso distorto e politico della storia sia sempre da stigmatizzare. Il passato si studia, lo si analizza, lo si ripensa con occhiali sempre nuovi. Ma riscriverlo per cercare di piegarlo alle proprie idee politiche non è né un modo corretto di affrontarlo, né un buon servizio per i cittadini. Insomma, non è storia».
Fra le innumerevoli voci di protesta, anche quella di Maria Grazia Lancellotti, preside del liceo classico e linguistico Orazio di Roma, istituto da 1400 alunni, coordinatrice della "Rete di scuole italiane delle Memorie-una città mille storie". «Verrà emesso - dice all'Ansa - un francobollo dedicato a Italo Foschi, fascista della prima ora e squadrista ma non per la Liberazione. Quest'anno si festeggiano gli 80 anni dalla Liberazione della prima capitale europea dal nazifascismo: una data importante per questo abbiamo chiesto l'emissione di un francobollo.
Quando ci hanno risposto no, ho immaginato ci fossero dei problemi ma quando ho saputo che ne era stato appena emesso uno per Italio Foschi sono rimasta perplessa; avrei capito un francobollo per Matteotti, non per Foschi, è imbarazzante. I ragazzi ci sono rimasti male anche perché sono dentro ad un percorso che stiamo facendo e che comprende un lavoro storico approfondito. Vorremmo capire la ratio di queste decisioni e se dobbiamo metterci a studiare Italo Foschi».
fonte: ladige.it - 9 giugno 2024