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Portiamo un libro a Marco, libraio e senzatetto, sgomberato da una sinistra che fa la destra

di TOMASO MONTANARI + articolo da il CORRIERE FIORENTINO

di Tomaso Montanari

15 febbraio 2025


Il mio 2025 è iniziato, per caso, nel sottopasso delle Cure, un quartiere residenziale appena fuori dalla cinta dei Viali di Firenze. Attraversandolo, in cerca di un caffè, alle 10 di mattina del primo dell’anno, sono passato accanto alle varie persone senza fissa dimora che ci dormono, e alla meravigliosa ‘libreria’ di Marco: che in cambio di un’offerta (o di un altro libro) dà ad ogni passante il libro giusto per lui.


A me Marco ne ha offerto uno bellissimo, che non conoscevo: I diversi di Hans Meyer, un saggio dedicato a tre aspetti della diversità (la donna, l’ebreo, l’omosessuale) nella letteratura tedesca. L’augurio più giusto per quest’anno in cui trionfa l’odio violento per tutto ciò che è diverso. E anche Marco è diverso: non ha una casa in senso stretto, e il suo ‘lavoro’ è parlare, attraverso i libri, a chi passa distrattamente in quel sottopassaggio. Una diversità sofferta, certo: ma preziosa per una città tutta uguale non perché sia giusta, ma perché è tutta finta.


Ebbene, ora anche Marco è stato ‘normalizzato’: martedì scorso ben sei agenti della polizia municipale (reparto ‘antidegrado’) hanno sgomberato il sottopasso, sequestrato i suoi 155 libri e imposto a quello specialissimo libraio una multa da 5000 euro. Una scena orribile, un atto di profonda ingiustizia: perché il degrado di Firenze è l’espulsione dei residenti, il moltiplicarsi dei resort di lusso, la marginalizzazione dei poveri. Marco, no: Marco è l’antidoto a tutto questo degrado.


E mentre le opposizioni di sinistra chiedono da tempo al Comune di prendersi cura di Marco, offrendogli un banco regolare al mercato delle Cure che sta sopra il sottopasso, la giunta ha preferito rincorrere le opposizioni di (estrema) destra, che chiedevano invece ‘ordine e sicurezza’. E così, Marco è stato ridotto a un problema di ordine pubblico: ed è stato sorvegliato e punito.

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Qualche tempo fa, un giornale fiorentino fece questo titolo: “Andrea Giorgio, un caffè con Graziano Cioni. E lo sceriffo promuove l’erede: ‘Idee chiare, vediamo se ha gambe’”. L’attuale assessore alla Sicurezza incontrava un suo storico predecessore, detto simpaticamente ‘lo sceriffo’, che nel luglio del 2008 (nel pieno delle campagne sulla sicurezza del governo Berlusconi) aveva varato un Regolamento di Polizia Urbana che ha un posto nella lunga preistoria dell’attuale ddl Sicurezza del governo Meloni.


Ora vediamo che, sì, anche il governo di Firenze non ha solo (pessime) idee, ma anche le ‘gambe’ per farle correre, prendendo a calci quelli come Marco.


Del resto, nell’indegno comportamento di questa amministrazione Pd verso il nostro dolce libraio sta tutta intera la storia della politica italiana degli ultimi decenni: quella di una sinistra di destra che apre infine la porta alla destra più estrema.


Ora sarebbe davvero bello che ogni fiorentino che si riconosce in un’altra idea di città portasse un libro in dono a Marco: perché, come diceva Claudio Abbado, “la cultura serve a giudicare chi ci governa. La cultura salva”.


fonte: ilfattoquotidiano.it - 15 febbraio 2025


 

«Mi avevano già portato via 800 libri, insieme a effetti personali, medicine e lenti a contatto, il 30 gennaio quando sgomberarono per la prima volta il sottopasso»


di Lorenzo Sarra

15 febbraio 2025


Mercoledì mattina, 12 febbraio. Nel suo banchino improvvisato, è rimasta solo una manciata di volumi. Marco ne indica uno su padre Pio e prova a scherzarci su: «Mi servirebbe un miracolo».


IL RACCONTO DELLO SGOMBERO

Degli agenti dell’antidegrado, il giorno prima, hanno sequestrato la merce del «libraio del sottopasso» – oltre 150 titoli, riferisce l’uomo – notificandogli anche un verbale da 5mila euro. Marco ha due figlie di 15 e 11 anni: «Grazie all’aiuto della Caritas e della gente del rione, per mangiare, questo lavoro mi permette di risparmiare dei soldi da mandargli ogni mese. Stavolta non potrò».

Una signora passa davanti al banco e lascia una monetina a Marco: «Ho letto dello sgombero – dice lei, contrariata – Bisognerebbe organizzare una fiaccolata per farti avere finalmente il banchino». Ovvero il famoso spazio in superficie promesso dal Comune a più riprese, dallo scorso settembre: «A inizio febbraio – racconta Marco – è venuto personalmente qui l’assessore al welfare, Nicola Paulesu, e mi ha confermato questa possibilità, dicendomi anche che fino all’ufficializzazione avrei potuto continuare a esporre i libri nel sottopasso, senza allargarmi troppo».


Dal Comune questa ricostruzione è smentita. Marco non avrebbe avuto il permesso di restare ancora col suo «spazio espositivo» nel sottopasso e sarebbe stato anzi avvertito: «L’intervento nel sottopasso – spiega Palazzo Vecchio – è stato un atto dovuto a seguito di esposti dei cittadini. La persona che espone i libri è coinvolta in un progetto di emancipazione e reinserimento ed è sempre stata avvisata della necessità di liberare il sottopasso». Per Marco, in ogni caso, una doccia fredda: «Mi avevano già portato via 800 libri, insieme a effetti personali, medicine e lenti a contatto, il 30 gennaio scorso – ricorda – Municipale e digos, in quell’occasione, sgomberarono per la prima volta il sottopasso. Ci furono scene brutte: fu rovesciato un piatto di pasta a un signore singalese affetto da Parkinson che aveva trovato riparo qui».


LE REAZIONI DEL QUARTIERE

Che il sottopasso fosse diventato un rifugio di fortuna troppo affollato lo riportano molti residenti: «Era una situazione imbarazzante – dice Alessio Baroncelli, residente delle Cure – Non si riusciva a camminare: si erano accumulati almeno una ventina di materassi. E spesso le persone che dormivano qui erano anche alterate dall’alcol. Certo, non è il caso di Marco: hanno penalizzato uno dei pochi che si comportava bene, che faceva da presidio sociale e da controllo insieme al vecchio Totò, altra persona che tiene pulito il sottoattraversamento. La multa di 5mila euro per abusivismo è ridicola. Come può pagarla? Ci sono tanti problemi di spaccio, dietro il mercato, e poi si fanno queste operazioni che sanno di beffa. Marco deve avere il suo banco all’esterno. Qui sotto, ogni tanto, aveva talmente tanti libri che pareva la Feltrinelli: regali della gente del rione, che però rischiavano di avere un impatto sull’agibilità. La soluzione davanti alla gelateria Cavini è la migliore: perché non finalizzarla?».


Sandro Di Rita, altro residente, saluta il libraio e dice: «Sono mesi e mesi che si parla di questa delibera che avrebbe accontentato tutti, anche per le esigenze di sicurezza. Marco è un bravo ragazzo, mi sento più tranquillo la sera quando lo vedo. Sarebbe un bel messaggio dargli questa opportunità». Dispiaciuti pure i commercianti della piazza: «Marco è una persona carina – dice ad esempio la fornaia Alice Canovali – Quando possiamo gli regaliamo della roba da mangiare, non ha mai dato problemi. È benvoluto da tutti». Anche Teresa Randazzo del pizza a taglio ha aiutato più volte Marco: «Con piacere, non ha mai dato fastidio. Un conto sono i troppi materassi, che creano situazioni invivibili, un conto dei libri. Tra l’altro, quando gli danno questo banco fuori?». (...)


fonte: corrierefiorentino.corriere.it -

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