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Rosselli e Berneri, lo stato borghese e la democrazia dal basso

L'EVENTO. Il premio Picelli per la ricerca storica al libro «Contro lo Stato» di Enzo di Brango

Provenivano da due culture senz’altro diverse, tuttavia il fondatore di Giustizia e Libertà, Carlo Rosselli e il filosofo anarchico Camillo Berneri, si incontrarono in uno straordinario carteggio che li accomunò a metà degli anni ’30 «nello sperimentalismo spiccato, nell’inquietudine mai sazia, nell’afflato libertario ed eterodosso».


Tanto Berneri quanto Rosselli pagarono con la vita il loro «libertarismo», la loro ricerca di una nuova democrazia, rimanendo vittime, dei crimini di un totalitarismo: Camillo Berneri fu assassinato dai sicari di Stalin il 5 maggio 1937 a Barcellona e un mese dopo, il 9 giugno a Bagnoles-de-l’Orne, in Normandia, Carlo Rosselli venne ucciso insieme al fratello Nello dai sicari della Cagoule francese assoldati dal fascismo italiano.


L’antifascista che terrorizzava Mussolini, l’antesignano di Che Guevara, Guido Picelli, fu ucciso, anch’egli da un totalitarismo, poco più di quattro mesi prima di Berneri e Rosselli, il 4 gennaio 1937 sul fronte di Siguenza. È al comandante degli Arditi del popolo di Parma che in 300 sconfissero nei 5 giorni della Battaglia di Parma dell’agosto del 1922 i 10mila fascisti di Italo Balbo, indicando inascoltati la strada per impedire l’avvento del fascismo agli imbelli partiti democratici, che è stato dedicato «il Premio Picelli per la ricerca Storica» istituito quest’anno dalla Fondazione Archivio Storico Bocchi.


Il premio verrà conferito al libro Contro lo Stato di Enzo Di Brango, edito da «Nova Delphi», che analizza il carteggio in gran parte inedito tra Rosselli e Berneri su nuove forme statuali democratiche, il 28 ottobre alle 17.30 all’Auditorium dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi di Roma in via Caetani n. 32.


Non è un caso che si sia voluto assegnare un simile premio e parlare di libertà e democrazia proprio nel giorno in cui, cent’anni fa, un colpo di stato fascista e monarchico privò per vent’anni gli italiani della libertà e della democrazia e fece migliaia di vittime con assassinii, aggressioni, torture, imprigionamenti, internamenti.


Rosselli e Berneri, come del resto Guido Picelli, furono degli strenui oppositori di Mussolini; gli scritti straordinariamente attuali pubblicati nel libro sono la prova del dibattito, profondo e intenso, tra i due intellettuali, sul ruolo e sulla storia dello stato nella vita politica e civile contemporanea con le ramificazioni della cultura federalista e autonomista e al significato dei concetti di democrazia, autoritarismo, comunismo, socialismo (libertario), classe, partito, umanesimo, giacobinismo, centralismo democratico. Rosselli e Berneri si trovarono d’accordo sulla visione ideale di una società fondata dal basso, sull’autogestione dei suoi membri con organi di primo grado, diretti, liberi, o con un alto grado di spontaneità, «alla vita dei quali l’individuo partecipa direttamente o che è in grado di controllare».


I due intellettuali partendo da idee politiche diverse, arrivarono a una comune visione di società e in qualche modo furono gli antesignani della proposta «comunalista» degli anni ’80 del filosofo e sociologo statunitense Murray Bookchin, il maggior teorico dell’«ecologia sociale». La visione straordinariamente moderna e innovativa di Rosselli e Berneri, ampliata dalle teorizzazioni di Bookchin, non è stata solo un’utopia. Negli ultimi tempi è stata applicata con convinzione e successo nel Rojava, il territorio indipendente e libero controllato dai curdi siriani e da altre popolazioni locali ai confini con la Turchia.


La premiazione del libro Contro lo stato sarà anche un’occasione per storici, intellettuali ed esperti per confrontarsi in questo momento di dissoluzione dei partiti e della politica su nuove forme statuali attuabili, veramente democratiche e libere e sulle idee dei due pensatori per i quali non esisteva uno stato «ideale» borghese e democratico, considerando la forma stessa dell’entità che controlla tutto dall’alto il vero problema che impediva il raggiungimento della vera e unica democrazia, quella «dal basso». Tutto questo avverrà nel giorno in cui cento anni fa andava al potere la dittatura fascista.

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