Neue Fabrik
Oct 19, 2022
L'inchiesta di "Presa Diretta", Rai3 Tv (parte 2)
Armi di controllo di massa (2)
martedì 18 ottobre 2022
Non discutono solo di progetti, le aziende delle armi discutono anche di politiche euroee, presentando progetti: Margarida racconta di un progetto bloccato per la protesta delle ONG che prevedeva di monitorare i messaggi dei migranti per geolocalizzarli.
La commissione europea e Frontex hanno sede a Bruxelles a fianco alle sedi delle principali aziende delle armi: aziende che spendono 2,6 ml di euro in attività di lobby in una associazione chiamata EOS.
La commissione europea non ha l'obbligo di rendere noti gli incontri con l'industria delle armi o di altre aziende: in questo modo le compagnie militari influenzano l'Unione Europea e la commissione per comprare nuove armi, usate in guerre, che causano nuovi flussi migratori che poi devono essere contenuti con nuove armi e sistemi di biometria, droni …
Presadiretta ha raccontato del programma Horizon 2020: servirebbe per identificare terroristi da bloccare prima dell'ingresso nell'area Shengen. Un progetto in cui si va a monitorare il volto delle persone, per capire se sta dicendo la verità o meno: ne aveva parlato Report in una passata puntata, in cui la giornalista era stata bloccata alla frontiera della Croazia.
Alla fine, dopo una fase di sperimentazione e dopo una spesa di diversi miliardi, il progetto di High Border Control è stato bocciato.
Ma l'Europa continuerà a finanziare altri progetti come questo, poco etici e dai preoccupanti risvolti umani: tutti i progetti di Horizon dovrebbero essere monitorati da un comitato etico, che dovrebbe fare la revisione di questi progetti.
Ma alla fine questa revisione non funziona: le valutazioni etiche non sono rese pubbliche, i paesi europei ritengono che la tecnologia, le reti neurali, gli algoritmi, la biometria, possa risolvere tutti i problemi, possa stabilire se una persona sia un criminale o meno.
Il controllo delle frontiere in Croazia
Nel 2019 è stato presentato a Zagabria un nuovo sistema di monitoraggio delle frontiere, con nuove telecamere, acquistate dalla polizia croata per 6 ml di euro.L'Unione Europea ha acquistato un arsenale per tenere fuori dalle frontiere europee i migranti:sono termo telecamere vendute anche alla Bosnia, per dare la caccia ai migranti.
Dal 2015 ad oggi ha ricevuto 163 milioni di euro per dare spazio alle sue fantasie tecnologiche. Il ministero dell’Interno ha acquistato dispositivi di imaging termico per rilevare gli esseri umani ad oltre un miglio di distanza e i veicoli a due. E poi telecamere ad infrarossi e apparecchiature che rilevano il battito cardiaco, droni a lungo e medio raggio che volano fino ad 80 miglia l’ora e che salgono fino ad una altitudine di 3500 metri trasmettendo dati in tempo reale.
La Croazia ha acquistato un elicottero in grado di rilevare qualsiasi movimento di notte, un modello tra i più sofisticati al mondo per il controllo delle frontiere, progettato dalla Augusta Westland in Italia, si chiama AV 139 e costa 16,5 ml di euro: grazie ai fondi europei la Croazia ne ha acquistati due assieme a due Eurocopter della francese Airbus da 4 ml di dollari. Tutti gli elicotteri dispongono di termocamera gestita giorno e notte da un operatore che controlla qualsiasi movimento avvenga sulla terra.
Obiettivo è localizzare i migranti e individuare i luoghi nascosti dove possano trovarsi.
Se la visibilità è buona la videocamera può arrivare fino a 10km di distanza, mentre l’elicottero raggiunge i 310km/ora.
Una volta individuati sul monitor questi gruppi di migranti, l’elicottero allerta le pattuglie di terra che interverranno nella zona: Presadiretta è andata a Sturlic, nella Bosnia occidentale, dove le forze croate lungo la frontiera hanno commesso le peggiori violenze nei confronti dei migranti per poi respingerli in Bosnia.
Nel sentiero dei migranti, la giornalista di Presadiretta ha incontrato dei militari bosniaci: le violenze sui migranti ci sono, non sono un'invenzione, ma sono violenze pagate dall'Europa. La polizia antisommossa croata paga le giacche, la diaria e le tecnologie che permettono di dare la caccia ai migranti.
Si parla di botte, di dita spezzate, di soldi e altri beni rubati a queste persone dalla polizia croata che li aveva individuati nei boschi grazie alla tecnologia, i droni, i visori a raggi infrarossi geolocalizzatori, sistemi di intelligenza artificiale: “la colpa è dei governi europei perché per loro siamo solo briciole e fanno di noi quello che vogliono.”
Sono le parole di un gruppo di profughi afgani che hanno cercato rifugio in un rudere.
Il rapporto di Monitoring Violence Monitoring Network afferma che le tecnologie avanzate per il controllo delle frontiere croate hanno portato ad una escalation delle violenze per i respingimenti illegali da parte della polizia: droni, elicotteri, scanner per il rilevamento di veicoli e visori termini notturni, vengono citati nel rapporto anche rilevatori di frequenza cardiaca e di respirazione, delle telecamere serpente che guardano nelle fessure dei camion che attraversano i confini. Strumenti con cui, secondo il rapporto, vengono eseguite procedure razziste e repressive.
Tutto pagato dalla commissione europea. Silvia Maraone fa parte della Caritas e lavora in Bosnia: c’è un costo economico e c’è anche un costo in termini di vite umane perché i confini vengono più controllati e i migranti devono trovare strane sempre più pericolose, campi minati, burroni, fiumi da attraversare, “il risultato non è l’interruzione di un flusso migratorio, ma è un disastro umanitario.”
I respingimenti sono fatti anche quando i migranti sono già all’interno dell’Unione Europea, rimandandoli indietro attraverso un meccanismo di push back a catena, per cui l’Italia li consegna alla Slovenia, la Slovenia li consegna alla Croazia e quest’ultima in maniera ancora più illegale fa questi respingimenti nei boschi che non vengono neanche registrati. Assistiamo ad una violazione a catena dei diritti umani.
C'è la violenza fisica e c'è anche la violenza psicologica, perché la polizia quando trova questi migranti requisisce e distrugge i loro cellulari con cui questi si mettono in contatto con le loro famiglie.L'Unione Europea finanzia la repressione e la violenza – racconta a Presadiretta un deputato bosniaco: la polizia croata entra in territorio bosniaco e si è pure permessa di disboscare un settore di una collina per impedire loro di nascondersi nei boschi.Perché i poliziotti hanno piazzato telecamere sugli alberi nelle foreste dove i migranti dal lontano afgano sono braccati come animali in fuga.
I boschi della Bosnia sono un cimitero di donne, uomini e bambini dimenticati dall'Europa. I migranti sono diventati le cavie degli algoritmi delle società informatiche.
In Lituania Presadiretta è andata a visitare un'azienda informatica esperta in biometria e riconoscimento facciale, che si chiama NeuroTechnology.Nel loro database conservano tutte le immagini e le informazioni raccolte dai sistemi biometrici: sono dati sensibili, sono dati unici.Sono dati usati da banche ma anche da governi per un fine di sorveglianza: le stime di mercato dicono che il fatturato arriverà a 65,3 miliardi di dollari nel 2024, la biometria è il pallino dell'Unione Europea del resto.
Tutte le persone devono essere monitorate, non solo migranti ma anche i viaggiatori devono essere tracciati: al centro di questo sistema di controllo c'è Eu-Lisa, 319ml di euro di fondi solo nel 2022. Dentro il suo database ci sono le informazioni dei cittadini che si muovono nell'Unione, la sua sede istituzionale è a Tallin, in Estonia, quella operativa a Strasburgo.
La missione è fornire le infrastrutture informatiche per la gestione dei confini, dei flussi migratori e della sicurezza interna dell’Unione europea. Un’alleanza d’acciaio con Frontex, ma anche con la polizia Europol e l’unità di cooperazione giudiziaria Eurojust.
Eu-Lisa possiede oltre 17 milioni di impronte digitali per le richieste di visto, più i dati biometrici di cinque milioni e mezzo di richiedenti asilo e 100 milioni di alert del SIS, il Sistema Informativo Schengen.
La sfida futuristica lanciata da questa agenzia sconosciuta ai più ma centrale nelle politiche europee, è creare il più grande archivio biometrico del mondo, mettendo in rete tutti i database europei e i dati sensibili dei viaggiatori entro il 2023.
Per realizzare la grande rivoluzione tecnologica delle frontiere europee, tra aprile e novembre del 2020 Eu-Lisa ha siglato una serie di contratti con alcune delle più importanti società biometriche d’Europa, come le multinazionali francesi Sopra Steria e Idemia, per un totale di quasi un miliardo di euro.
Società private decideranno quali tecnologie fornire ai governi che le useranno per consentire l'accesso delle persone nei loro paesi: alcune organizzazioni di diritti civili hanno espresso diversi dubbi su queste politiche, stiamo consegnando i nostri dati sensibili ad aziende private.Noi possiamo cambiare la password, il documento di identità, ma non possiamo cambiare le nostre iridi e le nostre impronte digitali.L'immagine dei nostri volti può essere rubata e manipolata: Presadiretta ha mostrato un esperimento fatto dall'università di Bologna, all'Alma Mater, in cui si manipola la foto di un volto, per arrivare ad un nuovo volto coi dati presi dalla foto di un complice. La tecnologia si chiama morphing.
Il nostro volto, i nostri occhi, le nostre mani, la nostra identità e la nostra unicità, i dati più sensibili che abbiamo.
«Manca una supervisione su come queste aziende gestiscono i nostri dati», spiega Gemma Galdon Clavell, analista e consulente Horizon, intervistata da PresaDiretta per l’inchiesta Armi di sorveglianza di massa, in onda su Rai3 il 17 ottobre: «Il problema con la biometria – continua – è che se la società che possiede i miei dati personali non li tratta in maniera responsabile e la scansione della mia faccia viene rubata, il danno che mi provochi è irreparabile. I pericoli sono enormi quando si ha a che fare con tecnologie digitali e biometriche».
A confermare queste preoccupazioni è Wojciech Wiewiórowski, Garante europeo per la protezione dei dati: «Esiste un reale pericolo nell’uso crescente dei sistemi biometrici, perché i dati possono essere raccolti e gestiti in modo da violare la privacy delle persone.Dobbiamo essere in grado di controllare come vengono gestiti i dati provenienti dai database dell'Unione europea, ma se per esempio le autorità europee stanno utilizzando dati provenienti da altri paesi, non c’è nessuna possibilità di effettuare controlli».
I DUBBI DELL’ONU
A novembre del 2020, il rapporto di Tendayi Achium, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulle forme contemporanee di razzismo e discriminazioni, denuncia che i governi e le agenzie del mondo stanno sviluppando tecnologie digitali per il controllo delle frontiere in maniera pericolosa e discriminatoria, sottoponendo in particolare rifugiati, migranti e apolidi a violazioni dei diritti umani e utilizzando i loro dati per promuovere ideologie xenofobe e razzialmente discriminatorie.
«Quello che sta accadendo è che la biometria viene sviluppata e applicata innanzitutto sulle popolazioni più vulnerabili e questo è molto preoccupante», dice Gemma Galdon Clavell.
«Com’è possibile che ci mettiamo a giocare con tecnologie di cui non conosciamo davvero l’impatto utilizzandole su coloro che sono più deboli e non hanno la possibilità di difendere i propri diritti?».
Per Petra Molnar, avvocata e ricercatrice specializzata in migrazione, tecnologie e diritti umani «alcuni algoritmi, che gli studiosi definiscono algoritmi di oppressione, per testare la tecnologia utilizzano i migranti come cavie da laboratorio».
E in queste sperimentazioni, la possibilità che le tecnologie commettano degli errori è altissima.
LA RESPONSABILITÀ DELL’ALGORITMO
«Quando un algoritmo o un sistema decisionale automatizzato commettono un errore – continua – le conseguenze nel campo dell’immigrazione possono essere di enorme portata. È già accaduto che delle persone venissero ingiustamente deportate a causa di un errore. Più di settemila studenti sono stati allontanati dal Regno Unito per colpa di un algoritmo difettoso che li accusava di aver imbrogliato in un test di acquisizione linguistica. Cosa succede se un rifugiato viene rimandato per sbaglio nel paese d’origine in cui viene perseguitato? Chi è il responsabile? Il progettista dell’algoritmo, il programmatore, il funzionario dell'immigrazione che ha usato l'algoritmo? O l’algoritmo stesso?».
(Potete leggere del servizio su questo articolo uscito su Domani)
Presadiretta ha chiesto conto all'Unione Europea sui fatti riportati nel servizio: le violenze in Bosnia, l'abuso di tecnologie di sorveglianze. Non è arrivata risposta, un silenzio colpevole.
Lo scandalo di sorveglianza di massa più grave in Europa
Diversi giornalisti ungheresi sono stati spiati per mesi da uno spyware: tutto comincia nel 2021 quando un consorzio giornalistico – Forbidden Stories – viene a conoscenza di un elenco di numeri che sarebbero stati spiati.
Dopo un lavoro di indagine il consorzio scopre di avere di fronte il più grave caso di spionaggio di massa dopo quello denunciato da Snowden: è lo spionaggio fatto tramite Pegasus, software sviluppato in Israele che si installa sullo smartphone senza bisogno di alcun contributo da parte della vittima.
Whatsapp e Signal non proteggono, perché Pegasus era già dentro il cellulare: questo software era pensato per combattere i terroristi, ma secondo Forbidden stories in Ungheria è stato usato dal governo di Orban per spiare giornalisti che avevano scritto articoli critici nei confronti del governo come anche di oppositori di Orban.
Anche l'ex presidente del parlamento Catalano è stato spiato da Pegasus: ha presentato una denuncia contro il capo dell'intelligence spagnola, seguito da altri deputati catalani e avvocati.
I servizi spagnoli hanno amesso di aver spiato i deputati catalani, causando poi la dimissione dei suoi vertici.
Le aziende come NSO sono un problema per le democrazie, perché per vendere il loro prodotto dovrebbe avere l'autorizzazione del governo israeliano che lo ha usato per condizionare le politiche estere di altri paesi nei loro confronti. NSO è stato venduto ad autocrazie e governi autoritari, è stato usato contro capi di stati, giornalisti, per sorvegliare il giornalista Khasshogi.
C'è un rischio democratico anche in Europa, dunque: è stato usato in Ungheria, anche in Polonia. L'UE dovrebbe richiamare Israele per fermare la vendita di questo spyware così invasivo.
testo tratto da: unoenessuno.blogspot.com - 18 ottobre 2022
video tratti dalla pagina facebook di "Presa Diretta"