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NEUE FABRIK

Jan 9, 2022


Amava stare in mezzo ai giovani, ha raccontato loro, fino all'ultimo sospiro, il dramma delle guerre, perché coltivino sempre la pace e il rispetto dell'altr*

Ci ha lasciato ieri, 9 dicembre, a 87 anni, dopo una penosa malattia, ENRICO PIERI


Enrico è stato uno dei pochi superstiti e testimoni dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema: quel giorno, il 12 agosto del 1944, aveva solo 10 anni quando, nascosto sotto la scala di casa, vide morire, per mano dei nazisti e dei loro collaboratori fascisti, il padre, la madre, due sorelle, nonni, zii e cugini.


Le SS, guidate dalle "camicie nere" locali, fecero irruzione all'alba in tutte le abitazioni del borgo versiliese di Sant’Anna di Stazzema. Nel volgere di poche decine di minuti uccisero a colpi di mitragliatrice donne, anziani e bambini, dando fuoco ai corpi e alle case.


Enrico si salvò nascondendosi nel sottoscala insieme alla figlia dei vicini, Grazia Pierotti, che aveva 14 anni, e alla sorellina di lei, Gabriella, che si buttò tra i cadaveri fingendosi morta.

"Avevano furia -raccontava Pieri in una recente intervista-. Da quando ci hanno avvisato che c’erano i tedeschi, in mezz’ora è successo tutto. Ammazzavano, trovavano, bruciavano le case, poi andarono via. Si sentiva sparare da tutte le parti. Ma a mezzogiorno erano già a Valdicastello. Già a metà mattina non si sentivano più colpi di arma da fuoco. Si sentivano solo i crolli dei tetti, dei fienili che bruciavano, questi rumori strani. Tornai a casa, dove c’erano i corpi dei miei genitori: ero un bambino, senza piangere, senza disperarmi. Forse non ero più normale neanch’io".


A Sant’Anna di Stazzema quel giorno morirono 560 persone: 130 erano bambini.


Ciao, Enrico

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