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G8 GENOVA 2001: il monopolio della forza e il diritto sospeso

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NEUE FABRIK

Jul 21, 2021

Intervento di Enrico Zucca (sostituto procuratore generale di Genova; รจ stato pubblico ministero del processo per le torture alla scuola Diaz durante il G8-2001) tratto dal libro collettivo "2001-2021 Genova per chi non c'era"

Dalla fine della Seconda guerra mondiale, le democrazie occidentali si sono affermate in modo progressivo ed espansivo, tanto da proporsi come modello al mondo intero, sul presupposto di una superioritร  valoriale, addirittura esportabile, con evidente paradosso, per mano militare. Con Genova 2001 appare nitida allโ€™orizzonte unโ€™altra spiacevole vista, quella per cui i diritti garantiti dalla democrazia e scritti nelle carte fondamentali non lo sono tuttavia per sempre e ad ogni costo, come il modello presuppone. Poi il terrore si รจ fatto reale, la democrazia si รจ mostrata nella sua naturale fragilitร , pronta a reagire sullo stesso piano che sโ€™intendeva contrastare. Scrive Adam Gopnik che il dibattito sulla crisi della democrazia parte da una fallace premessa, cioรจ che il declino verso forme autoritarie รจ ciรฒ che deve spiegarsi quando invece la realtร  รจ che succede sempre. Dunque โ€œlo stato di diritto e la protezione dei diritti non sono fondamenta fisse, scosse dagli eventi, ma pratiche e abitudini, costantemente miยญnacciate, frequentemente rinnovabiliโ€.


I giorni del G8 genovese mostrano i primi passi lungo una precipitosa china percorsa in questi due ultimi decenni, durante i quali si รจ praticata la tortura non piรน nel segreto, ma cercandone dopo secoli una giustificazione legale, si รจ accentuata la militarizzazione delle forze di polizia non solo nelle dotazioni tecnologiche, ma forgiandole a contrastare nemici nella gestione delle turboยญlenze interne, parallelamente adottando anche gli strumenti ordinari del diritto penale nellโ€™ottica di contrasto a fenomeni eversivi e terroristici senza spazio per la gestione del diverso emergere di conflitti sociali e di protesta. Quando nel 2004 appaiono le raccapriccianti immagini dei luoghi di detenzione di Abu Ghraib, punta dellโ€™iceberg del dispiegarsi del programma delle tattiche potenziate dโ€™interrogatorio della CIA, il filo conduttore con il trattamento dei detenuti nella caserma di Bolzaneto รจ evidente. Le tecniche dei carcerieri sono uguali, anche se Genova non รจ uno scenario bellico, ma giร  le forze di polizia, evidentemente cosรฌ addestrate, sono pronte a dimenticare codici e leggi, nella peggiore tradizione delle dittature che non possono tollerare la protesta civile, incluse le sue possibili devianze.


La situazione รจ dunque chiara nel suo aspetto di sistema, ma la prevedibile reazione delle istituzioni politiche e governative รจ stata quella di confinare lโ€™accaduto nellโ€™ambito individuale, non a caso cedendo alla sola magistratura il compito di far luce su singoli eventi e di individuare responsabilitร  personali, nel contempo โ€œimpunementeโ€ rifiutando di collaborare o di autonomamente accertare e sanzionare gli abusi nellโ€™ambito dei corpi. Ben presto, infatti, non essendo governabile lโ€™esercizio dellโ€™azione penale, lโ€™accertamento della magiยญstratura faticoso anche per la vischiositร  del conflitto dโ€™interessi con la forza di polizia, diventa esso stesso devianza ed รจ stigmatizzato come diretto alla criminalizzazione di questโ€™ultima.


Luoghi comuni in ogni tempo, ma funzionali alla tenuta del muro di omertร , specie quando il fuoco dellโ€™indagine raggiunge livelli piรน alti, ancora richiaยญmando lโ€™aspetto strutturale in cui si sono manifestate le condotte criminose dei funzionari cui si รจ garantita carriera e solidarietร  anche postuma, fino al ritorno, pur da condannati, in posizione di prestigio nei ranghi del corpo di polizia, dopo la parentesi di modeste pene, falcidiate da prescrizioni e benefici.


Ignorate le regole della Corte di Strasburgo che impongono il ragionevole, cioรจ la sospensione e la rimozione dei colpevoli. A prendere le distanze dal discreยญdito generato dalle condanne, si รจ preteso bastasse la sola affermazione che si era โ€œvoltata paginaโ€ e che, ovviamente, il corpo di polizia รจ indiscutibilmente sano, affermazione ripetuta come a battere i pugni sul tavolo per dar forza a un argomento indimostrato. La cronaca testimonia di altri gravi fatti, anche dopo il G8, in cui si ripropone lo schema dellโ€™uso sproporzionato della forza degli agenti, cui segue la copertura con falsitร , a dimostrare che il problema non sono soltanto le responsabilitร  individuali, ma le regole dโ€™ingaggio, la concezione del far polizia e del rapporto dellโ€™istituzione con i cittadini. Recenti episodi ancora genovesi testimoniano la coercizione violenta e indiscriminata, parametrata e giustificata soltanto sulla base della ritenuta necessitร  operativa, la quale include immancabilmente manganellate e calci inferti da gruppi di agenti su singoli accerchiati e giร  ridotti allโ€™impotenza, in funzione quindi ritorsiva e punitiva. Debole la reazione della magistratura, dopo la fiamma del G8, da seppellire nellโ€™atto di fede, nella pagina voltata.


Il G8 porta tuttavia anche in ereditร  il diverso peso sullโ€™altro piatto della bilancia della giustizia.


Qui le idee appaiono piรน chiare. I pochi manifestanti violenti di allora, portati a giudizio (รจ il noto processo dei 25, il numero dice giร  tutto) sono attinti da contestazioni tanto generiche quanto terribili. Prima imputati di associazione per delinquere, unโ€™accusa che ha consentito arresti di massa, addirittura in flagranza per mano della polizia - รจ il caso delle vittime della Diaz - poi abbanยญdonata dagli inquirenti, a conferma dellโ€™uso strumentale, in favore dellโ€™accusa di devastazione e saccheggio, un reato residuato del codice Rocco, ma rivitaยญlizzato per contrastare fenomeni come il vandalismo dei tifosi, gli hooligans. Cosรฌ i danneggiamenti dei casseurs o del black bloc in azione a Genova sono stati sanzionati con le pene previste da quel reato (pena minima otto anni e massima quindici) che, ancora una volta, non hanno paragoni nel contesto delle democrazie occidentali (dove per gli stessi fatti se ne rischiano due). [...]


Continua cosรฌ la strumentalitร  nella repressione, i gravi reati ipotizzati dagli inquirenti consentono, infatti, lโ€™utilizzo delle forme piรน invasive dโ€™indagini, con le tecnologie piรน sofisticate, il conflitto รจ monitorato al suo nascere e ancor priยญma. Il movimento No TAV diventa terrorismo, i reati commessi dagli oppositori senza redenzione, perchรฉ non cโ€™รจ abiura. I camalli del porto di Genova sono immancabilmente indagati come associati a delinquere se programmano azioni di protesta e il blocco delle navi che caricano armi nei porti.


(...) Anticipando ciรฒ che avrebbero confermato le alte magistrature nazionali e la Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo, Amnesty evidenziava la gravitร  delle violazioni occorse [ndr "la piรน grave sospensione dei diritti democratici in Europa dopo la seconda guerra mondiale"], non solo per la loro diffusione, ma perchรฉ dal Dopoguerra non erano mai emerse in tal misura in un contesto di democrazia occidentale. [...]




valigiablu.it, lug 2021

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