NEUE FABRIK
Oct 30, 2021
Dai nuovi studi femminili, risulta come la subordinazione della donna sia un tratto dominante non esclusivo del «medioevo» ma di tutte le società umane fino alla recente contemporaneità
Il Medieval Woman’s Companion curato da Susan S. Morrison nel 2017, che ha generato anche un popolare blog, dipinge oltre 200 profili di individualità femminili significative e l’archivio online Epistulae della Columbia University pubblica centinaia di lettere scritte da donne in quell’epoca.
Un nuovo centro di studi (battezzato Mediaeva) è in corso di istituzione alla Sapienza e all’Università di Siena, ma ormai ovunque una importante e qualificata corrente di gender studies sostiene l’esplorazione della presenza femminile nella società e nella cultura del millennio intermedio, confortata dal continuo affioramento di testi prima poco noti: si pensi solo al Concilio di Remiremont, recentemente tradotto per la prima volta in italiano da Irene Spagnolo (Pacini 2020): una parodia conciliare del XII secolo in cui le donne di un monastero discutono con disinvoltura su quale sia l’amante migliore.
Di fatto, dai nuovi studi femminili, risulta come la subordinazione della donna sia un tratto dominante non esclusivo del «medioevo» ma di tutte le società umane fino alla recente contemporaneità; e anzi, proprio il medioevo, con la sequenza imponente di donne di potere e di donne filosofe, teologhe, musiciste, mediche, viaggiatrici, mistiche rappresenta un primo mutamento significativo rispetto all’epoca greco-romana nella quale la donna, che Aristotele definisce «inferiore per natura», non può avere ruoli pubblici né accesso agli studi.
Se è facile trovare dichiarazioni misogine anche nel «medioevo» è perché continuano ad essere prevalentemente maschiliste sia – come quasi ovunque sino a oggi – la società, specie nelle classi economicamente più indifese, sia soprattutto la rappresentazione teorica che ne forniscono gli intellettuali (più i teologi dei poeti), spesso provenienti dal clero e dunque impegnati a contrastare la possibile seduzione di una figura la cui attrazione minacciava il loro stesso status e la cui ascesa sociale minacciava e rischiava di minare equilibri consolidati.
Ma la quantità, qualità e varietà non casuale della presenza femminile nei contesti storico-politici e letterari del medioevo ci rivela una realtà più articolata, contro la quale la letteratura misogina rappresenta un tentativo di reazione, altrimenti non necessaria.
«Ma d'ongni chosa mi darei pace, pure che fosi chognosciuto la metà di quello ch'io fo» – Margherita Datini, lettera del 28 agosto 1398
Bibliografia:
- Medioevo al femminile (Laterza 1989, ristampato nel 2018) di Bertini-Cardini-Leonardi-M. T. Fumagalli
- Le grandi donne del Medioevo di Ludovico Gatto (Newton Compton 2018, ora anche in epub)
- Donne medievali Sole, indomite, avventurose di Chiara Frugoni, il Mulino, 2021, pp. 405, euro 40,00 (201 immagini tutte a colori da manoscritti di non facile reperibilità, miniature, bassorilievi, mosaici e affreschi)
Brani scelti e riarrangiati, tratti da Francesco Stella, ilmanifesto.it, 31 ott. 2021