top of page

LUIGI CIOTTI: costruire una nuova cultura della pena

c4e0eb_244c3fe04efb43dfbce05525928c403a_mv2.jpg

NEUE FABRIK

Apr 12, 2022

Il sistema carcerario va riformato, ricordando qual รจ lo scopo che la Costituzione attribuisce alla condanna: educare e reinserire

Costruire una nuova cultura della pena

Il carcere serve alla comunitร  per proteggersi da disonesti e violenti, ma oggi legge e tecnica mettono a disposizione altri strumenti per tutelarci.


di LUIGI CIOTTI

13 aprile 2022




La libertร  rappresenta lโ€™essenza, il cardine della nostra vita di esseri umani. รˆ nella cornice di libertร  collettiva garantita dalla democrazia, e grazie alla libertร  individuale di cui ciascuno di noi gode, che possiamo mettere pienamente a frutto i nostri talenti, dare corpo ai nostri progetti e alle nostre speranze, sperimentare la bellezza degli affetti e assumerci responsabilitร  nei confronti degli altri. Ecco perchรฉ il carcere, che comporta una limitazione enorme della libertร  fisica delle persone, dovrebbe in una societร  come la nostra rappresentare l'extrema ratio, la scelta residuale in materia penale. Purtroppo sappiamo bene che non รจ cosรฌ.


Storicamente, al netto degli abusi punitivi dei quali ogni epoca si รจ macchiata, il carcere รจ stato pensato per allontanare dal consesso sociale chi ha commesso un crimine e potrebbe commetterne altri. Ma se la comunitร  ha tuttora il diritto di proteggersi dai disonesti e dai violenti, non possiamo ignorare che al giorno dโ€™oggi la legge e la tecnica ci mettono a disposizione tanti altri strumenti per tutelarci. Soprattutto, non possiamo dimenticare lo scopo che la Costituzione attribuisce alla pena detentiva: educare e reinserire. Cioรจ favorire una rielaborazione del proprio vissuto, per essere pronti a tornare in societร  su basi nuove, con strumenti culturali e opportunitร  reali.




UN SISTEMA AL COLLASSO

In carcere dovrebbe finirci soltanto chi ha commesso colpe molto gravi, mentre le nostre prigioni scoppiano di detenuti accusati di reati anche lievi, primi fra tutti quelli legati alla legge sulle droghe. Come mai accade? Perchรฉ, se รจ vero che tenere le persone in prigione รจ oneroso sul piano economico, inserirle in percorsi esterni, piรน efficaci sul piano educativo, rischia di rivelarsi oneroso in termini di consenso politico e sociale. E cosรฌ si tollerano tante storture, tante inadeguatezze normative e organizzative, che rischiano di anno in anno di portare il nostro sistema penitenziario al collasso.


Molte prigioni moderne si trovano nelle periferie piรน estreme. Talvolta vicine a discariche di rifiuti, quasi a suggerire la metafora del carcere come "discarica umana", "deposito dello scarto sociale". Sono luoghi lontani dalla vista, ma anche dalla coscienza pubblica. La societร  รจ ben felice di saperli isolati, di non doversene occupare. Per fortuna cโ€™รจ chi sa bene che quelle โ€œisoleโ€ non sono delle โ€œterre di nessunoโ€, perchรฉ chi finisce in carcere rimane un cittadino a tutti gli effetti, i cui diritti valgono come quelli degli altri. Nessuna ingiustizia commessa verrร  sanata attraverso unโ€™altra ingiustizia! Penso allora con gratitudine alle tante associazioni che operano nei penitenziari di tutta Italia, alla rete dei garanti delle persone private della libertร , ai volontari, agli insegnanti, agli educatori, agli avvocati, ai cappellani, agli operatori sanitari che ogni giorno entrano a portare nelle celle diritti e speranze, e ci riportano fuori il triste spaccato di quella realtร , su cui questo numero de lavialibera prova a riflettere.




LE DIFFICOLTA' DI AGENTI E DETENUTI

Ci parlano del sovraffollamento, cronico e principale problema, solo in parte e solo temporaneamente attenuato grazie alle misure straordinarie legate alla pandemia. Alcuni penitenziari arrivano ad avere un tasso di sovraffollamento vicino al 200 per cento! Ci parlano delle condizioni poco dignitose: spazi angusti e male attrezzati, cibo di scarsa qualitร , cure mediche non sempre adeguate e tempestive. Ci parlano delle quasi duemila persone condannate allโ€™ergastolo. Su che cosa fare leva, a livello educativo, con chi comunque non ha lo stimolo di ritrovare la libertร ? Ci parlano della difficoltร  nellโ€™accedere ai percorsi di studio e di lavoro, sia interni che soprattutto esterni al carcere. Ci parlano delle persone detenute tossicodipendenti: una su quattro, che raramente trovano nel passaggio in cella lo stimolo per avviare un percorso di accompagnamento e cura.


Ci parlano dei detenuti stranieri, oltre un terzo del totale, per i quali รจ ancora piรน difficile usufruire delle misure alternative, perchรฉ non hanno riferimenti abitativi e legami. Ci parlano delle fatiche, fisiche e psichiche, della polizia penitenziaria. Gli agenti sono a loro volta prigionieri! Svolgono un lavoro duro, poco riconosciuto, poco tutelato. Non sono spesso messi in condizione di rispettare gli standard di umanitร  e decoro che qualsiasi luogo di detenzione dovrebbe garantire. Questo ovviamente non giustifica gli abusi e gli episodi di violenza che periodicamente vengono accertati! Nessuno, neppure nel mondo chiuso del carcere, รจ al di sopra della legge.




UN NUOVO MODELLO รˆ POSSIBILE

Indignarsi come sempre non basta, bisogna intervenire, a livello normativo e organizzativo, per sanare le storture che esistono e costruire una nuova cultura della pena. Per farlo tutti dovremmo partire dal metterci nei panni dellโ€™altro: il detenuto, il secondino, i loro famigliari. Difficile ma non impossibile, perchรฉ il carcere รจ unโ€™esperienza che tutti in astratto possiamo vivere, quando piรน o meno volontariamente tagliamo i โ€œpontiโ€ che ci mantengono in comunicazione reale con gli altri.


Il primo carcere siamo noi stessi, quando cediamo allโ€™egoismo e alla competizione. Quando ci arrocchiamo dentro identitร  fasulle, o ci trinceriamo dietro ai dogmi di saperi puramente tecnici. Quando ci rendiamo irraggiungibili dai dubbi, dalle emozioni e dallo stupore. Lโ€™io รจ una prigione dalla quale รจ fondamentale evadere, per tornare alla meraviglia dellโ€™incontro con gli altri, che รจ poi la meraviglia della vita. Una persona che vive la propria libertร  in pienezza, non potrร  che impegnarsi affinchรฉ la stessa libertร  sia garantita a chiunque altro, inclusi coloro che ne subiscono una temporanea limitazione.



da: lavialibera.it, 13 aprile 2022

bottom of page