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MIGRANTI, 25 nov. 2021: ESITO POSITIVO PER IL NUOVO CORRIDOIO UMANITARIO VERSO L'ITALIA

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NEUE FABRIK

Nov 25, 2021

Primo charter dalla Libia, 93 richiedenti asilo in salvo. E ora si apre una via dal Niger. Corridoi umanitari verso l'Italia

In due giorni, l’Italia ha riattivato i canali umanitari grazie a Cei, Caritas e Sant’Egidio. Alcuni dei profughi arrivati ieri sono stati salvati dai trafficanti, altri sono vittime di tortura



Con l’arrivo a Fiumicino del primo charter Onu dalla Libia con 93 richiedenti asilo è partito ieri il corridoio umanitario in attuazione del protocollo firmato ad aprile dal governo con Unhcr, Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche e Tavola Valdese. In 12 mesi arriveranno con canale sicuro e legale 500 persone vulnerabili tra cui bambini, vittime di tratta, di tortura e malati. Alcuni sono stati liberati dalla detenzione, altri erano in mano ai trafficanti. ​


Dopo l’arrivo saranno accolti da Comunità di Sant’Egidio, Fcei e Tavola Valdese nelle comunità locali potranno chiedere lo status di rifugiato. «È un forte messaggio anche per l’Ue – sottolinea Marco Impagliazzo, presidente di Sant’Egidio – finora in ordine sparso e spesso insensibile di fronte a un fenomeno come l’immigrazione che è necessario affrontare con urgenza e umanità».


Dal 2016 i corridoi umanitari hanno permesso l’arrivo in Europa di 4.023 persone (3.313 in Italia). Il prossimo volo dovrebbe tenersi a gennaio in base alla situazione in Libia dove, a meno di un mese dalle elezioni, la tensione è alta.


Il Boeing 787 partito da Niamey per Roma è stato messo a disposizione dalla Onlus Solidaire. Il fondatore della compagnia aerea, Enrique Piñeyro, ha voluto sostenere l’iniziativa ricordando che «la nostra missione è anzitutto fornire appoggio logistico alle missioni umanitarie garantendo l’arrivo in sicurezza dei rifugiati».




Il volo porterà al sicuro anche Charlotte, camerunense della minoranza anglofona ridotta in schiavitù lungo la rotta occidentale che porta al Mediterraneo attraverso il Sahara. Fuggita nel novembre 2017, quando gruppi armati hanno attaccato il villaggio, è stata vittima di trafficanti e violenze. Venduta e rivenduta, raggiunge Agadez, in Niger, dove lavora mesi come schiava per trovare i soldi per raggiungere l’Algeria. Nel Sahara il furgone su cui viaggia viene intercettato dai banditi che rapinano e abbandonano tutti nelle sabbie.


Un camion li soccorre e li porta a Bani Walid, in Libia dove la donna viene comperata da un uomo al mercato degli schiavi. Rimasta incinta, il padrone la scaccia pagandole il viaggio nel Mediterraneo. In riva al mare, a Sabratha, perde il bambino. Sfollata a Zwara, riesce a imbarcarsi, ma lo scafo viene intercettato dalla cosiddetta guardia costiera libica e i passeggeri portati in carcere a Tripoli. Qui l’Onu la trova e la porta nel 2018 in Niger. La sua odissea è finita oggi. Prossima tappa dei corridoi a febbraio in Giordania.



AVVENIRE.IT, 26 nov. 2021

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