VERGOGNA!
- erETICA
- 29 apr 2017
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Se c'è un vocabolo stra-usato, stra-scritto e stra-pensato, nell'attuale fase di vita italica, è proprio questo: 'VERGOGNA!'. Lo si vede scritto, si sente, esibisce un po' ovunque, e in tutti i campi del 'sifaperdìre' scibile umano. Il mugugno, la falsa indignazione che non riesce a diventare rabbia vera, l'"apriti Sesamo!" che appattùma tutti, oppressori e oppressi, perché utilizzabile e riciclabile da tutti contro tutti. Ecco. Mi ripugna! Non prende posizione, non fa scendere nelle piazze, ti fa ben volere anche dagli ipocriti e voltagabbana. Il volto vero della mediocrità e del disimpegno tutto italiano contemporaneo.
Purtroppo, troppo spesso, il mormorìo, il mugugno, il borbottamento nascondono l'incapacità d'analisi del presente. Quando si usa l'accusa "Vergogna!" verso qualcuno, si fa, secondo me, appello ad un senso, quello della vergogna, appunto, che è misconosciuto ad un pusillanime, disonesto e farabutto.
Nelle intenzioni del lanciatore ci sarebbe il voler far trasalire, trasecolare, magari far pentire l'oggetto del lancio, ma non è così.
Chi ha bene in mente il tramésto, l'affare disonesto, la pratica illegale, difficilmente proverà vergogna, di fronte ad una parola gettata, come altre, al vento.
Solo chi ha pudore, solo chi ha una dirittura morale, solo chi si pasce di diritto e dovere civile e umano proverebbe vergogna, se dovesse, suo malgrado, cadere nella trappola del destino 'malvagio'. Ma spesso così non è, e le grida a Craxi, tanto per citare un episodio, ai tempi degli scandali della sua gestione del PSI, non fecero quanto il lancio di monetine al suo indirizzo. Un piccolo gesto, certo. Ma comunque una presa di responsabilità personale, anche giuridicamente perseguibile, se si vuole ...
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