I DISPERATI
- erETICA
- 7 nov 2017
- Tempo di lettura: 1 min
Dopo gli ultimi episodi di morti avvenute nel Mar Mediterraneo, dopo l'ennesimo aggiornamento dei numeri dei cadaveri senza nome che riposeranno sul fondo del mare o in qualche fossa comune, senza più conforto, senza una lacrima delle persone amate, mi sorge un dubbio atroce: va bene salvare vite in viaggio sui barconi, per l'amore del cielo un'attività necessaria e solidale senz'alcun dubbio, ma perché non s'investono risorse nei territori di partenza per denunciare le violenze, le atrocità e i regimi dittatoriali locali?
Perché non si fa contro-informazione sui rischi di queste 'avventure' fuori dai confini, verso altre violenze, stupri, incarcerazioni, nelle peggiori condizioni che neanche le bestie accetterebbero?
Io preferirei morire sotto i miei dominanti che passare sotto le forche caudine dei criminali stranieri che conoscono solo il mercato di carne umana per trarre profitto e diffondere l'epidemia dell'odio e del disprezzo della vita. Si arriva in alcuni casi a maledire di essersi 'salvati', senza speranza di riuscire mai più a godere del trascorrere delle stagioni.
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