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CENTRO STORICO LEBOWSKI, CALCIO DAL BASSO

# LE MALETESTE #

17 giu 2022

..poi le cose cambiarono nell’estate del 2010, quando decidemmo di fondare una nostra Società.
Decidemmo di chiamarla Centro Storico Lebowski.
Centro Storico perché tutto è nato in piazza D’Azeglio, in mezzo a Firenze.

Nel volantino che distribuimmo alla prima uscita pubblica c’era scritto così: “Per spiegare cosa sia il Centro Storico Lebowski val la pena descrivere cosa ci ha allontanato dallo scintillante calcio della serie A. Ci eravamo stancati di campionati senza sorprese, di classifiche disegnate dai diritti tv e dagli intrighi di palazzo, di partite ogni tre giorni, sempre più frenetiche e meno spettacolari, di un calcio senza attese e pause, che non riesce più ad aspettare la domenica, di un asservimento alle leggi del mercato che trasforma il gioco in merce, dell’azione dello Stato con i suoi decreti speciali a tutela del business. È solo un caso, ma la prima stagione di questa nuova squadra coincide con l’introduzione della tessera del tifoso. Il progetto appare come una “fidelizzazione” del tifoso in ottica commerciale, legata però al fine statale della pubblica sicurezza. È la fabbricazione di questo nuovo tifoso a generare il problema assillante della sicurezza: la creazione di una tifoseria di consumatori infatti passa strategicamente dal controllo e dalla selezione dei tifosi, che non possono più autogestire lo spazio della curva e sviluppare una loro cultura calcistica. ​



Allora qual’è il nostro calcio? Intanto un calcio dove tra squadra, tifosi e società ci sia identità. Il CSL è prima di tutto degli Ultimi Rimasti, che sono il cuore di tutto ciò che facciamo; è di chi taglia l’erba del campo prima delle partite, di chi organizza le feste per portare i soldi per iscriversi al campionato, di chi fa le collette per autofinanziare il materiale sportivo, di chi pulisce la sede, di chi raccoglie i palloni dopo l’allenamento, di chi porta con passione e rispetto i suoi colori in campo. Abbiamo in mente di creare un contesto dove fare calcio nella massima autonomia, per quanto ci è possibile, dalle ingerenze dello Stato e del mercato nel gioco. Per questo puntiamo a esistere grazie all’autofinanziamento e all’aiuto degli appassionati di vero sport, senza concedere niente alle speculazioni che accompagnano il calcio di oggi. Per questo siamo entusiasti che il nostro tifo sia ancora l’autogestione di uno spazio comune, quale la curva. Appena ci è possibile vorremmo fare una scuola calcio, che sia prima di tutto un momento di crescita, di aggregazione e di sentimento, dove non sia importante il talento e i risultati, ma in cui tutti i ragazzi imparino ad allacciarsi le scarpe, a fare la doccia con i compagni, a prepararsi la borsa autonomamente, a crescere in gruppo con lealtà e rispetto per le differenze. Vorremmo fare dello stadio che ci ospita una nuova casa per il quartiere, creando un luogo aperto a chiunque voglia riscoprire il sapore di un calcio antico e popolare. Presentiamo così il nostro progetto, invitando chiunque vi riconosca delle tracce del calcio che sogna da sempre a darci una mano, venendo a vedere le partite, cantando con i nostri tifosi, facendo il volontario in società, proponendo stimoli e contribuendo all’autofinanziamento della squadra. Siamo nati ora e vogliamo durare per tanti e tanti anni; questo sarà possibile, nel modo descritto (che è il solo modo che giustifica l’esistenza di questa squadra), solo se il Lebowski apparterrà davvero a chi lo ama. Chi ha l’onore e il compito di rappresentarlo con un ruolo societario si prende l’impegno e la responsabilità di non venire mai meno ai valori originari, e lo stesso dovrà fare chi verrà in futuro”. ​




23 agosto 2021. L'ex centrocampista di Fiorentina e Inter, Borja Valero, giocherà nel club Centro Storico Lebowski, società con sede a Impruneta, comune alle porte di Firenze. Lo spagnolo ha firmato il contratto che lo lega al club toscano alla presenza della presidente Ilaria Orlando e della vicepresidente Matilde Emiliani. "Il Centro Storico Lebowski comunica di aver acquisito i diritti alle prestazioni sportive del calciatore Borja Valero Iglesias" ha comunicato il club con un annuncio ufficiale. (corrieredellosport.it, 23 ago 2021) Borja Valero è nato a Madrid il 12 gennaio 1985. In carriera ha indossato le maglie di Real Madrid, Maiorca, West Bromwich Albion, Villarreal, Fiorentina e Inter. Ha collezionato 268 presenze in Serie A, 137 in Liga, 30 in Premier League, 13 in Champions League e 52 in Europa League.


Centro Storico Lebowski e il tessuto di Firenze Pochi giorni fa Matteo Moretti, un delegato sindacale della GKN, ha commentato pubblicamente la buona notizia dell’illegittimità dei licenziamenti con queste parole: “1 a 1. Il Lebowski pareggia in extremis contro il Barcellona. Borja Valero segna la rete che porta al pareggio! E il titolo Melrose crolla in borsa!”. ​ Il giorno prima la nostra squadra era scesa in campo indossando la maglietta del Collettivo di fabbrica GKN "Insorgiamo". Forse c’è qualcosa di ancora più profondo della solidarietà a unire i cancelli della fabbrica al nostro campo da calcio. ​ C’è la condivisione di un metodo che trova le sue origini nella storia delle lotte dei lavoratori: l’azione diretta. E c’è un’idea di umanità: è possibile realizzare se stessi dando ognuno/a secondo le proprie capacità e ricevendo ognuno/a secondo i propri bisogni. ​ Quello che sta succedendo in fabbrica e fuori dai cancelli, a Campi, a Firenze, in Italia, ha la forza di ispirare il nostro agire, di indicare una via anche per le nostre piccole cose. ​ I lavoratori e le lavoratrici della GKN, ponendo all’intera società il tema del posto di lavoro come un problema collettivo, non indicano solo un percorso di solidarietà e lotta, ma anche un sentiero di competenze e protagonismo. ​ Quando dicono che c’è uno stabilimento pronto a ripartire in qualsiasi momento, vogliono dire che ci sono le teste, le intelligenze e i corpi per usare le macchine e pianificare la produzione. Quando chiedono una legge contro le delocalizzazioni, specificano che non accetteranno una legge scritta sulle loro teste, ma con le loro teste. ​ Quando invitano i giuristi a una discussione, pongono il tema di tradurre in linguaggio legislativo quanto la lotta va rivendicando, organizzando un’assemblea nazionale dell’area della giurisprudenza democratica davanti ai cancelli della fabbrica. ​ Possono parlare di progetti di miglioramento ambientale dello stabilimento, riflettere su come ciò che costruiscono potrebbe impattare su progetti di reale mobilità pubblica ed ecologica, invitare il mondo accademico a mettersi a disposizione per trasformare in brevetti concreti le intuizioni dell’assemblea operaia, smascherare i mancati investimenti sull’industria 4.0 compiuti da Melrose perché negli anni hanno sviluppato, in un grande processo di autoformazione, visione e competenze collettive sullo stabilimento in cui lavorano. ​ Il Lebowski non è la squadra del popolo. Non cerca di essere un simbolo, tantomeno romantico e fuori dal tempo. Il Lebowski è un Club che crede nell’azione diretta e cooperativa come motore di emancipazione umana. ​




Quando iniziammo, tanti anni fa, cercavamo il nostro spazio nel mondo e nello stesso tempo tanti spazi si chiudevano: non solo le curve, ma anche le piazze, i cinema, le librerie, le occupazioni. Era la prima metà degli anni 2000, dopo Genova e dopo le Torri Gemelle. C’è stato progressivamente meno spazio per un’idea di trasformazione. Per questo motivo, ci siamo resi conto che per avere qualcosa di nostro - senza lasciarci contagiare dal disfattismo che andava di moda - dovevamo imparare in prima persona, passo dopo passo, tutto ciò che serviva per poter operare in modo autonomo e incidere. ​ Nella lettera a Borja e Rocio lo abbiamo descritto così: “Prima non sapevamo niente e ora sappiamo curare il manto del campo, riparare uno spogliatoio, iscrivere le squadre ai campionati, tesserare i giocatori. Alcuni/e di noi hanno studiato e preso le qualifiche per allenare, altri/e hanno messo al servizio le loro competenze nella pedagogia per creare una scuola calcio a misura di bambina e bambino. ​ Siamo collettivamente diventati muratori, idraulici, giardinieri, cuochi, camerieri, allenatori, segretari, dirigenti, comunicatori, videomaker, ecc., ognuno seguendo i propri desideri e le proprie capacità”. ​ Quello che anche noi facciamo è un lungo percorso di autoformazione collettiva. Per questo motivo legato alla lotta e al miglioramento di se stessi il Lebowski è riuscito a diventare quello che è. ​ Poche cose sono emozionanti come le parole con cui Dario Salvetti, anche lui delegato sindacale della GKN, ha parlato a nome del Collettivo di fabbrica dopo il corteo di agosto: “Quando venite qui ci chiedete sempre come stiamo, tutti. Siamo qua, in piedi, come qualcuno che ha preso una tranvata in faccia, e quindi ha ancora un po’ di lividi, però dopo averla presa si guarda intorno e pensa che siamo ancora in piedi. Però, in tutto questo noi proviamo a trovare la lucidità di rimandarvi la domanda. Noi stiamo così e voi come state? Voi tutti? Come state? A volte succede una cosa paradossale. A volte quelli che ci vengono a domandare come stiamo, pure in questa situazione, stanno peggio di noi. Perché magari non lo dicono, ma hanno il contratto precario che scade questa settimana. Magari il giornalista che mi viene a intervistare fa il pezzo a 5 euro all’ora, a cottimo. Quindi ve lo chiediamo noi, ma VOI COME STATE? Quanto siete disposti ad andare avanti ad accettare questo? E poi ci chiedete, cosa farete? Dove volete andare? Lo discutiamo ogni giorno qui in assemblea, ma anche in questo caso io ribalto la domanda: DOVE VOI VOLETE ANDARE?”. ​ CSL - 23 set. 2021






News dal mondo CSL

1 - (26 gennaio 2022) > https://laboratorivisionari.wixsite.com/lemaleteste/news-1-2/benvenute%2C-ragazze!-le-tre-nuove-giocatrici-del-c.s.-lebowski

2 - (3 luglio 2022) > https://laboratorivisionari.wixsite.com/lemaleteste/news-1-2/il-centro-storico-lebowski-giocher%C3%A0--il-campionato-di-serie-c-nazionale.





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