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13, 15 LUGLIO 2022 - ABBIAMO CONTESTATO LUCA ZINGARETTI E

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La Laboratoria Berta Caceres parla di spazi e di eco-sostenibilità

# LE MALETESTE #

15 lug 2022

LEA Berta Cáceres 14 luglio 2022


Ieri abbiamo contestato Nicola Zingaretti durante e la sua farsa democratica al convegno di Sinistra Italiana, dove pretendeva di parlare di transizione ecologica e tanti bei temi patinati, mentre porta avanti piani rifiuti tossici e mafiosi e avalla lo sgombero della Laboratoria Ecologista mentre Roma brucia e la gestione criminale dell'acqua pubblica aggrava la siccità. Siamo stanch3 di sentire le loro bugie e le loro promesse vuote! Di seguito il testo che abbiamo letto


"Siamo la Laboratoria Ecologista Autogestita Berta Cáceres, un collettivo ecologista e transfemminista che da diversi mesi sta portando la lotta ecologista nella capitale, per denunciare la crisi climatica che vediamo drammaticamente in atto al livello globale e locale. Crediamo sia importante prendere parola in questo spazio in cui la Regione Lazio vuole affrontare il tema dell'ecologia.

Per dare una casa alla lotta ecologista avevamo occupato uno stabile di proprietà proprio della Regione Lazio in via della Caffarella 13, un bene comune lasciato colpevolmente abbandonato per dieci anni dalle amministrazioni romane, che noi abbiamo restituito alla città mentre la regione lo metteva all'asta tramite Invimit - una società di gestione del risparmio del Mef - per tappare i buchi di bilancio, con l'intento dunque di metterlo a valore e privando di fatto la comunità di un bene di tutte.

In un luglio rovente di siccità ed incendi, la politica, invece di ascoltare l’allarme ecologista di cui il nostro spazio si era fatto portavoce, ha lasciato che prefettura e forze dell'ordine lo sgomberassero per la seconda volta in cinque mesi, criminalizzando la nostra esperienza e in generale chi lotta per la giustizia climatica e sociale, togliendo con la forza uno spazio alla comunità.

La Laboratoria, riaprendo lo stabile di via della Caffarella 13, ha riaperto il problema politico della gestione del patrimonio pubblico cittadino. Con i nostri corpi abbiamo provato ad impedire che un pezzo del parco fosse vittima dell’ennesima speculazione, per le stesse ragioni che spinsero all’epoca la Regione Lazio ad acquisire l’allora Villa Greco, e il Comune di Roma ad espropriare alcuni terreni che ora fanno parte dell’area protetta. Ragioni che sarebbero disattese se gli attuali piani di vendita all'asta andassero in porto.

Rileviamo la mancanza di trasparenza sugli accordi tra istituzioni e fondi immobiliari che gestiscono di fatto il patrimonio pubblico. Abbiamo fatto richiesta di accesso agli atti sul regolamento del fondo immobiliare I3-Regione Lazio, alla base dell’accordo tra Invimit e Regione, atti che dovrebbero essere pubblici, ma questo accesso ci è stato negato.

L’analogia con l’approccio delle istituzioni alla crisi ecologica è evidente. Per questo denunciamo la gestione estrattivista di ACEA che prosciuga le risorse idriche in modo insostenibile sfruttandole da decenni, e il lassismo delle istituzioni, Comune e Regione, che si guardano bene dal toccare gli interessi privati di Acea e Caltagirone, imponendo l'uso degli utili della società per la riparazione delle perdite. In un momento di crisi idrica senza precedenti nel Lazio e in Italia, è inaccettabile che Acea spartisca 180 milioni di euro di dividendi, mentre spreca il 40% dell'acqua lungo una rete colabrodo (9000 litri di acqua al secondo).


Zingaretti potrebbe fare qualcosa in più oltre a chiedere all3 cittadin3 di non innaffiare il giardino! Troviamo ugualmente vergognoso il piano rifiuti per la regione Lazio, che prevede, grazie ai poteri speciali del sindaco di Roma, la costruzione di un inceneritore a Santa Palomba, a pochi metri dalla discarica di Roncigliano, appena riaperta, ma anche prevede i TMB, simbolo di un sistema strutturalmente sbagliato, e i biodigestori che vogliono produrre energia dai rifiuti stimolando così il loro aumento anziché la loro necessaria riduzione.

Un piano rifiuti che continua a scaricare sul territorio circostante il peso dei rifiuti romani, senza prevedere politiche di riduzione a monte, né una sufficiente implementazione della raccolta differenziata porta a porta. Sul quale la Regione è complice a pieno titolo, nonostante i proclami verdi.

Sappiamo che è necessario in breve tempo fare a meno del fossile, investire in modo sistematico sul trasporto pubblico, ridurre i consumi, impedire quelli di lusso responsabili di gran parte delle emissioni di gas climalteranti, difendere il bene idrico sottraendolo alle multiutility come Acea, riparare le perdite negli acquedotti, ridurre la produzione di rifiuti con una raccolta porta a porta sistematica e cogliere l’occasione per un cambio di rotta in senso redistributivo e di giustizia sociale.

Se si continua a permettere alle società private e al mercato finanziario non solo di fare profitti, ma di dettare le regole del gioco, senza avere il coraggio di contrastarle, tutte le altre iniziative intraprese dalle istituzioni, assumono il sapore del greenwashing.

Noi continueremo a opporci a questa finta transizione ecologica. Non abbiamo più una casa, e per questo saremo ovunque.

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LEA Berta Cáceres 15 luglio 2022




Oggi siamo davanti a Cassa Depositi e Prestiti, rinominata Cassa delle Privatizzazioni, per mostrare che sappiamo chi sono i nostri nemici, sempre gli stessi anche se i Governi cadono. E come noi lo sanno molte persone. Ad ogni peggioramento delle nostre condizioni di vita, ad ogni svolta della spirale regressiva cui è stata condannata la nostra storia, si parla di una crisi. Si trovano delle scuse esteriori. Crisi economica, crisi pandemica, crisi di guerra. Si parla della crisi ecologica come se fosse un insieme di eventi imprevedibili e sfortunati, o generati da un atteggiamento umano intrinsecamente corrotto. Con quest'occupazione, affermiamo invece che ognuna di queste crisi si incardina in scelte ben precise, in un sistema di pensiero e di potere. Siamo qui anche per difendere chi, ogni giorno, si impegna per rendere il mondo un posto più libero e più giusto, e riceve in cambio la guerra e repressione da parte dello Stato. Le scelte in questione vengono da lontano, e hanno a che fare con un sistema che si organizza per mettere a valore qualunque cosa, anche la vita stessa dei popoli e del pianeta. Se la pandemia ancora in corso e la crisi climatica sono prova evidente dei limiti di questo sistema capitalista e finanziario, che non agisce in base ai bisogni delle comunità ma li distorce per il profitto di pochi, non c'è stata però nessuna inversione di rotta delle scelte politiche. Al contrario, dietro la narrazione dei Recovery plan come grande piano di investimenti pubblici, si nasconde il progetto di un flusso di valore dal pubblico direttamente in tasca a grandi privati. Le politiche pubbliche sono così concepite solo come funzionali e asservite agli interessi dei grandi gruppi finanziari che, di fatto, vampirizzano la ricchezza pubblica, sia essa economica, sociale, naturale. Lo Stato, come attore diretto della nostra espropriazione, nonché strumento di difesa di interessi specifici. Il Governo dei banchieri, che ha finora messo d'accordo tutto l'arco parlamentare, ne è stata la rappresentazione politica più palese e, qualunque sia la sorte dell'attuale Governo, Cassa Depositi e Prestiti rimane lo strumento principe degli interessi della finanza. Da strumento di finanza pubblica a sostegno delle politiche territoriali, CDP prende parte alla svolta neoliberista italiana, e dal 2003, diventando una SPA si trasforma in uno strumento di esproprio dei territori e dei beni comuni. La ricchezza di tutt*, prodotta dalle nostre relazioni, dal nostro lavoro e dalla condivisione, che prende forma anche nei beni, nei servizi e negli immobili pubblici, viene concepita come strumento di speculazione, alienata a finanzieri senza scrupoli e senza responsabilità politiche. Allo stesso tempo, tramite un gioco di prestigio che riduce il politico alla mera amministrazione, o peggio all'accordo tra privati sul quale il popolo non può mettere bocca, lo Stato si sottrae da qualsiasi responsabilità, e a qualsiasi richiesta di trasformazione attiva dell'esistente. Pensiamo che contro questa concezione del pubblico sia necessario costruire solidarietà tra spazi autogestiti, beni comuni e bisogni sociali. Le realtà che dal basso si attivano per invertire questi processi, che praticano azioni di disobbedienza e conflittuali, la solidarietà anticapitalista e la riappropropriazione dei beni tramite l'autogestione democraitca, sono infatti i primi nemici di questo barbaro sistema. Vengono marginalizzate e criminalizzate, o, nel migliore dei casi, ignorate dalle istituzioni che non sono in grado di costruire una risposta politica ai bisogni che queste lotte rappresentano: il diritto alla casa, all'acqua, all'istruzione, al lavoro, alla salute, a spazi di socialità e, trasversale a tutti questi, ad un ambiente salubre per le generazioni presenti e future. Se si prova a marginalizzare queste esperienze però si sono fatti male i conti, perché queste rappresentano il mondo di tutt* contro il potere di poch*, il futuro contro la conservazione del passato. Siamo qui perchè riconosciamo nella finanza, nei suoi attori e nei suoi servi dentro le istituzioni il principale nemico non solo nostro, ma di tutt*. Questo palazzo li rappresenta a pieno. Siamo qui in solidarietà con tutte le esperienze di autogestione attaccate o sotto attacco, ma anche con chiunque subisce quotidianamente la violenza della società comandata da finanzieri, banchieri, squallidi arrivisti. Siamo qui perché pensiamo che agli sgomberi oggi si debba rispondere aprendo un conflitto diretto contro la politica del Recovery Plan e contro un'idea e una gestione del pubblico che non ci rappresenta. Siamo qui perché questo sia solo un passaggio per la costruzione di una prospettiva politica larga e conflittuale contro questo modello, che sappia unire esperienze di autogestione e bisogni sociali diversi. In questa rovente estate, in cui la priorità in città sembra essere ancora quella di sgomberare esperienze di alternativa dal basso, proviamo ad indicare la soluzione da costruire con la lotta: riprendiamoci la nostra ricchezza!




ANCORA SULLA LABORATORIA > https://laboratorivisionari.wixsite.com/lemaleteste/news-1-1/laboratoria-l.e.a.-berta-caceres---roma



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