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DI GUERRA, RESISTENZE E AZIONI DAL BASSO: una via d'uscita





C’è un aggressore, l’esercito russo, ma ci sono interessi dei grandi capitali in gioco, da entrambe le parti. Coloro che ora patiscono i deliri di alcuni ed i subdoli calcoli economici di altri, sono i popoli di Russia e Ukraina (e presto quelli di altre geografie vicine o lontane).


Il governo dell'Ukraina, da più parti e da sempre denunciato come corrotto e illiberale, è diventato oggi un baluardo di democrazia, mentre ogni dubbio sull’opportunità di inviare armi e soldati in Ukraina, anche con la premessa di essere contrari alla guerra e all’invasione, viene immediatamente stigmatizzato come atteggiamento pro-Putin, il nuovo demone.

E’ una minoranza quella che impone questo schierarsi, attraverso il controllo dei principali media (dai sondaggi risulta che il 55.3% della popolazione è in disaccordo con le scelte interventiste del governo), ma l’opposizione, almeno in Italia, è già al confino, anche se in casa propria.


E in tutto questo, le richieste da parte dei governi di appoggiare la cosiddetta Resistenza ucraina con armi e consiglieri militari, mette in luce quello che già sapevamo, e cioè che qui si tratta di riequilibrare l'assetto di fronti che altrimenti rischierebbero di veder disarmate le ambizioni e i progetti di onnipotenza da parte dei tre fondamentali agenti in gioco: USA, Russia e Cina, con le rispettive aree d'influenza e i loro interessi economici e finanziari.


Il popolo ucraino, con le sue difficoltà, i suoi morti, le fughe, i timori è l'ultimo dei pensieri di questi manovratori tutti esterni.

Del resto le armi vanno vendute e sparse in giro, se vuoi controllare il territorio di un Paese e il suo popolo, e il loro traffico è uno dei settori che va per la maggiore, soprattutto se sei uno Stato da cui dipendono le scelte e gli orizzonti di democrazia e libertà di parecchi Stati a te sottomessi.

Oggi la Nato è un’alleanza militare formata da 30 Paesi, che complessivamente spendono in armamenti una cifra superiore ai mille miliardi di dollari, oltre la metà della spesa mondiale, che nel 2021 è stata pari a 1.981 miliardi. In testa gli Stati Uniti che da soli hanno speso 778 miliardi (il 39% della spesa mondiale). La Cina, seconda in classifica, spende 252 miliardi, mentre la Russia si attesta a 62 miliardi dietro l’India che ha speso 73 miliardi.


I grandi capitali stranieri e i loro governi “occidentali” sono rimasti in poltrona a contemplare – e persino incoraggiare – la situazione che si stava deteriorando. Poi, una volta iniziata l’invasione, hanno aspettato di vedere se l’Ukraina avrebbe resistito, calcolando ciò che si poteva trarre da un risultato o dall’altro. Poiché l’Ukraina resiste, si cominciano ad emettere fatture per “aiuti” che verranno riscosse in seguito.

I vincitori di questa guerra sono le grandi industrie degli armamenti e i grandi capitali che vedono l’opportunità di conquistare, distruggere/ricostruire territori, ovvero, creare nuovi mercati di merci e di consumatori, di persone.



CONTRO TUTTE LE GUERRE

CONTRO PUTIN

CONTRO LA NATO

CONTRO TUTTI GLI ESERCITI

CONTRO TUTTE LE CONQUISTE DI TERRE E LE DITTATURE

CONTRO LE RESISTENZE ETEROGUIDATE

SI' ALLA LIBERA AFFERMAZIONE DELLA VOLONTA' POPOLARE DELLE NAZIONI DI RESTARE FUORI DA OGNI BLOCCO!



Oggi, richiedere che tacciano subito le armi in Ukraina diventa urgente e indispensabile.

Ma non basta. Bisogna anche che le cosiddette Resistenze armate sul terreno prendano coscienza del momento difficile che sta attraversando il Paese, appropriandosi degli spazi politici e sociali, condizione altrettanto indifferibile quanto l'abbandonare le armi per non provocare altre morti inutili.


LE UNICHE RESISTENZE IN CUI CREDIAMO

SONO QUELLE PER LIBERARSI DA TUTTI I GIOGHI

NON CREDIAMO IN QUELLE CHE HANNO

COME RISULTATO ULTIMO

DI PASSARE DA UN GIOGO ALL'ALTRO





IL MOVIMENTO PER LA PACE

Naturalmente i passi in terra ucraina devono essere accompagnati da altrettanto importanti e indifferibili passi anche qui in Italia.

Non diciamo che non siano importanti le mobilitazioni di questi giorni per far smettere gli attacchi in Ukraina. Sono importanti, ma non sono la soluzione.

Fare luce sugli eventi bellici, e questo vale per tutti quelli attualmente in corso nel mondo intero, con la pur ottima intenzione di bloccarli, è cosa buona e giusta ma sia chiaro che, nel far solo questo, a prevalere non sarà la saggezza e la risoluzione del problema, condizioni queste che invece dovrebbero essere anteposte a qualsiasi scelta di manifestare.

La Pace, e quella la scriviamo maiuscola, è un bene che va coltivato sempre, e maggiormente durante i periodi di pace, in tutti gli angoli del pianeta, con confronti, scambi di idee, volontà di fratellanza, attraverso mutue conoscenze culturali e storiche, delle tradizioni e degli usi e costumi di popoli necessariamente diversi tra di loro ma uguali in dignità e diritti.

Solo con l'abolizione delle frontiere, solo con la riduzione a zero degli armamenti (anche convenzionali), solo con un continuo dialogo per conoscersi, per riconoscersi reciprocamente, e aiutarsi vicendevolmente, si può sperare di debellare il crimine della guerra.



DISERTARE DALLE GUERRE

E DAI CONFINI



Ma la Pace, siàmone coscienti, la devono costruire i popoli, e non i governi; la società civile deve farsi carico delle occasioni di scambio, direttamente e dal basso, perché i governi sono funzionali solo a rispondere a chi detiene, in quel preciso momento storico, il potere assoluto e, in una società dei consumi e capitalistica, non sono di certo i meno garantiti che saranno chiamati dai governi a dirimere contese inter-nazionali, bensì eserciti ben equipaggiati e ben più obbedienti.


Facciamo tutti in modo che, prima che tuonino i cannoni, siano avvertibili gli squilli delle trombe della Pace Universale sui temi della Libertà individuale e collettiva, della Giustizia Planetaria, delle Culture che s'incontrano e si sposano, dell'abbattimento delle frontiere volute dal padroni del mondo, e sul presentarsi l'uno davanti all'altro disarmati e ricchi di ascolto, con-passione e con-divisione reciproca per la salvezza di tutte le vite e del pianeta.


Per cui, alla fine di tutto questo inseguire le vicende particolari, dovremo cominciare ad allargare gli orizzonti su tutto il mondo, avendo per ferma l'intenzione di riunire ad un tavolo tutte le realtà autenticamente interessate alla Pace su e col pianeta.

Dovrà diventare urgente che le Organizzazioni di Base di tutto il mondo s'incontrino dal basso per creare una nuova


CARTA POPOLARE DEI DIRITTI UMANI E DEL PIANETA


che contenga i princìpi fondanti dell'essere Cittadini del Mondo e per la difesa dell'integrità del pianeta Terra. Laici e religiosi, filosofi ed artisti, intellettuali ed elementi del volontariato civile di comprovata fede solidale, di qualsiasi estrazione sociale e di qualsiasi parte del mondo, dovranno incontrarsi per costituire un Organismo Globale che scriva con voce unica gli articoli della Carta.


Le linee guida di questo Nuovo Organismo Globale dal basso dovranno fare propri, come fari salvifici nella nebbia, i princìpi che furono propri delle 'assise dei popoli' durante il Contro-G8 di Genova del 2001, arricchiti delle nuove posteriori esperienze dei "Caracoles" zapatisti e del Confederalismo Democratico del Rojava.


Facciamo tutti in modo che in tutti i Paesi vittime di guerra (un pensiero va al conflitto Israelo-Palestinese, a quello Arabia Saudita-Yemen, alla martoriata Siria, Libia, Continente Africano...) siano riconoscibili i richiami alla Libertà Individuale e Collettiva e alla difesa del Pianeta, fuori da qualsiasi giogo internazionale.


Nel frattempo, dobbiamo fare in modo di chiarire alcuni punti fermi per quanto riguarda le azioni necessarie per il movimento per la Pace qui in Italia.

Ci sono dei punti inderogabili e non-contrattabili caratterizzanti il movimento che devono essere messi all'ordine del giorno dell'agenda dei prossimi incontri locali e nazionali, e cioè le nostre richieste al governo italiano perché l'Italia


  • ESCA IMMEDIATAMENTE DAL TRATTATO NATO

  • TRASFERISCA I BILANCI DI TUTTE LE FORZE ARMATE ALLA SANITÀ PUBBLICA E ALLA SOLIDARIETÀ NAZIONALE E INTERNAZIONALE

  • CHIUDA TUTTE LE FABBRICHE DI ARMI E MEZZI MILITARI E RICONVERTA IL SETTORE IN PRODUZIONI DI PACE E CIVILI




firmato:

Il Collettivo Autoconvocato de LE MALETESTE

12 marzo 2022, ore 9.30

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