(...) Oggi in molte dichiarazioni, in molti titoli di giornale, basterebbe rimpiazzare «Putin» con «il Covid» per vedere che tra le due retoriche belliche c’è piena continuità.
Dopo questo biennio schiacciasassi, non ci stupisce vedere applaudire la guerra – i paesi UE che procurano armi all’Ucraina, la Germania che si riarma, governanti e media che chiamano alla mobilitazione totale delle coscienze… – anche gente che un tempo esponeva sul davanzale la bandiera della pace, si opponeva all’aumento delle spese militari, si indignava per l’acquisto degli F35 ecc.
Certo, loro diranno che anche adesso manifestano «per la pace». E in effetti scendono in piazza, o almeno sui social. Solo che manifestano per la guerra.
Ci sono manifestazioni del tipo (parafrasando) «né con la Nato né con Putin, contro tutte le guerre e tutti gli imperialismi». Quelle sono manifestazioni, semplificando, per la pace. Ma sono poche rispetto alle altre, quelle più mediatizzate, che sono manifestazioni solamente contro Putin, ergo all’insegna del «viva noi, viva l’occidente», del «viva la nostra politica di potenza, viva la Nato, viva l’ordoliberismo UE» ecc. Queste sono oggettivamente manifestazioni per la guerra.
Quando c’è una guerra e si manifesta solo contro il nemico, si sta manifestando a favore della guerra. (...)
2 marzo 2022
(...) E’ in atto una mutazione dell’informazione in propaganda che lascia attoniti e spaventati. Sembra che quel coro antico di voci morte provenienti da un passato dimenticato navighi verso la menzogna del presente, lo attraversi e punti verso la tragedia del futuro. Senza bisogno di vere e proprie epurazioni, o di arresti, ogni voce discorde da quella ufficiale viene accuratamente emarginata. Si sta creando anche una sorta di censura interna, per cui chi potrebbe parlare preferisce tacere. Da almeno due anni va avanti questa situazione. L’elemento scatenante è stata la pandemia, dove chiunque si permetteva di eccepire sull’azione del governo veniva duramente accusato e persino minacciato. E ora la situazione, se possibile, si è ulteriormente aggravata con la guerra in Ucraina. Il governo di quel paese, da più parti denunciato come corrotto e illiberale, è diventato un baluardo di democrazia. Mentre tutto ciò che è russo è il Male Assoluto. Anche gli atleti, gli scrittori, i musicisti. Ogni dubbio sull’opportunità di inviare armi e soldati in Ucraina, anche con la premessa di essere contrari alla guerra e all’invasione, viene immediatamente stigmatizzato come atteggiamento pro-Putin, il nuovo demone. E’ una minoranza che lo impone, attraverso il controllo dei principali media (dai sondaggi risulta che il 55.3% della popolazione è in disaccordo con le scelte interventiste del governo), ma l’opposizione è già al confino, anche se in casa propria. (...)
MAURO BALDRATI in:
https://www.carmillaonline.com/2022/03/08/ieri-oggi-e-domani/?fbclid=IwAR2wm68LKYBmOwcj5t1VolL2XQ5aPXSdHB60xce_348zUf3CIQHHl0X_CJ4 , 8 marzo 2022
(...) E oggi la Nato è un’alleanza militare formata da 30 Paesi, che complessivamente spendono in armamenti una cifra superiore ai mille miliardi di dollari, oltre la metà della spesa mondiale, che nel 2021 è stata pari a 1.981 miliardi. In testa gli Stati Uniti che da soli hanno speso 778 miliardi (il 39% della spesa mondiale). La Cina, seconda in classifica, spende 252 miliardi, mentre la Russia si attesta a 62 miliardi dietro l’India che ha speso 73 miliardi. E un confronto in termini di spesa pro-capite dà 2.364 dollari per gli Stati Uniti e 430 per la Russia. (...)
FRANCESCO GESUALDI in: https://altreconomia.it/si-vis-pacem-para-pacem/?fbclid=IwAR0-ORtOY90ntpcpjP0Pvb-0pqcOtQxLy3dgg4TLZw9JQgGWMeG85BLxFUk , 8 marzo 2022
ADESSO BISOGNA FERMARE TUTTE LE GUERRE DAL BASSO A noi, quello che ci sta sugli zebedei è che tutto ruota intorno alle decisioni annunciate o prese dal governo italiano, senza alcuna discussione o critica dal basso. Il popolo italiano sta facendo sua, ancora una volta supinamente, ogni decisione governativa, ritenendola l'unica possibile. Così è stato per il Covid e così è per la guerra in Ucraina. La pandemia oggi sta ri-crescendo e la gente se ne strafotte dei dispositivi di sicurezza anticovid perché "ora c'è la guerra, il covid è sparito...l'ha detto il governo pochi giorni fa, alla fine di febbraio...". E così è da due anni per il covid: "Lo dice il governo!". Per la guerra in Ucraina è la stessa cosa: il governo decide (anche di spedire armi a esercito e civili ucraini, cosa riprovevole e da condannare) e il popolo pecorone che fa? Porge orecchie e kulo alle parole dei politici, senza fermarsi un attimo a riflettere e a scegliere d'incontrarsi a livello nazionale per farsi almeno un'idea del caso. Anche qui: "Lo dice il governo!". ADESSO È ARRIVATO IL MOMENTO DI DIRE "BASTA!", c'è bisogno di organizzare sessioni d'incontro, dapprima locali, poi regionali, per poi arrivare a un vero e proprio convegno partecipato con i contributi della società civile, il terzo settore, il volontariato, le ONG che operano nella solidarietà internazionale, * cittadin* che abbiano a cuore la fine di tutte le guerre (Israele/Palestina, Arabia Saudita/Yemen, Libia, Siria...). Ma c'è da fare presto e incontrarsi, da guardarsi nelle palle degli occhi, con le mascherine e i distanziamenti dettati dal buonsenso, ma c'è da ritrovarsi di persona, non attraverso quei kaxxi di videoconferenze a distanza, digitali, su piattaforme del padrone che, lo vogliamo ricordare?, è anche lui seduto allo stesso tavolo con gli altri padroni che sono venditori di armi, morte e persone nel mondo. E allora non ha senso se non per se stessi, come individui, scendere in piazza a gridare soltanto "Pace! Pace! Pace!" e poi tornare a casa a sgranocchiare hamburger e notizie televisionate. La società civile si deve subito ritrovare muso-muso con la gente, parlare con le persone migranti e i movimenti per il pianeta; poi dovrà incontrare altre realtà in altri mondi che stanno facendo nel frattempo lo stesso. Bisogna organizzare una grande SESSIONE INTERNAZIONALE DI LAVORI DAL BASSO creata dai popoli e non dai governi, e i lavori dovranno seguire i crismi adottati, e con ottimi risultati, nei 'caracoles' zapatisti e nelle comunità curde attraverso il Confederalismo Democratico. Favoriamo il dialogo tra popoli e smettiamo di sparare ognun* le proprie paranoie sui social, pena l'estinzione della capacità critica di opporsi ai poteri forti e ai loro leccakulo! il Collettivo Autoconvocato de LE MALETESTE 9 marzo 2022, ore 10.30
Breve nota sul corteo di Roma (5 marzo 2022, NdR) contro la guerra, di domani, sabato 5. Ci saremo, contro l'azione di Putin e a fianco di tutte le lavoratrici e lavoratori ucraini e russi colpiti dal conflitto. Ci saremo, ma l'assenza dalla piattaforma del rifiuto di invio di armi all'Ucraina da parte del Governo Draghi è un macigno.
E' un fatto di corpi e di parole. Di radici e di ali.
Corpi che impediscono una delocalizzazione, in assemblea permanente, occupano scuole, che riempiono i viali di Firenze, che occupano un ospedale in Calabria, che occupano teatri, che scioperano, che si dispongono a testuggine. Corpi non arruolabili. E' attraverso questi corpi che si ridà credibilità alla parola.
E poi è un fatto di parole. Difese e rubate.
Perchè quando non hai i rapporti di forza, il sistema è talmente pervasivo da essere in grado anche di rubarti le parole. Quando non ti può schiacciare, quando non può negare le tue ragioni, in una sorta di effetto seppia, cosparge tutto il dibattito di un nero torbido dove tutto appare dello stesso colore.
Ci hanno rubato il termine "nazionalizzazione" e "intervento pubblico", per fare come in Alitalia o all'Ilva. Hanno rubato termini come "transizione ecologica e climatica" per fare greenwashing.
A noi, in Gkn, ci hanno addirittura rubato il termine vittoria perchè hanno raccontato al mondo che abbiamo vinto ed è finita, quando la mobilitazione continua e la reindustrializzazione è ad oggi solo sulla carta. E fuori dalla mobilitazione non c'è salvezza.
E ora rischiamo di vederci rubato il termine "pace". Non si può convocare una manifestazione a Roma contro la guerra senza nominare anche il rifiuto dell'invio delle armi in Ucraina e la necessità di rimettere in discussione la Nato, l'industria bellica e i conflitti in ogni parte del mondo (Siria, Palestina ecc.).
E poi è un fatto di radici, di difendere la propria "radicalità", la capacità cioè di andare alle cause di ogni processo. Alla radice della guerra, del patriarcato, dello sfruttamento, delle delocalizzazioni, dell'inquinamento ecc.
Ed è necessario essere radicali per avere le ali. Per volare via da ogni gioco diplomatico, ogni mezza verità, posizione banale, superficiale, teatrante, politicista, burocratica.
IL COLLETTIVO DI FABBRICA - LAVORATORI GKN FIRENZE dalla loro pagina-facebook, 4 marzo 2022
ABBATTERE LE FRONTIERE PER COSTRUIRE LA PACE
Sì, non diciamo che non siano importanti le mobilitazioni di questi giorni per far smettere gli attacchi in Ucraina. Sono importanti, ma non sono la soluzione. Rincorrere sempre gli eventi bellici con la pur ottima intenzione di bloccarli è cosa buona e giusta, ma a prevalere non sarà la saggezza che invece dovrebbe essere anteposta a qualsiasi discesa in campo, sia nello spazio dei belligeranti che negli spazi della Pace. La Pace, e quella la scriviamo maiuscola, è un bene che va coltivato sempre, e maggiormente durante i periodi di pace, con confronti, scambi di idee, volontà di fratellanza, attraverso mutue conoscenze culturali e storiche, delle tradizioni e degli usi e costumi di popoli anche diversi tra di loro. Solo con l'abolizione delle frontiere, solo con la riduzione a zero degli armamenti (anche convenzionali), solo con un continuo dialogo per conoscersi, per riconoscersi reciprocamente, e aiutarsi vicendevolmente, si può sperare di debellare il crimine della guerra. Ma la Pace la costruiscono i popoli, e non i governi; la società civile deve farsi carico delle occasioni di scambio, direttamente e dal basso, perché i governi sono funzionali solo a rispondere a chi detiene, in quel preciso momento storico, il potere assoluto e, in una società dei consumi e capitalistica, non sono di certo i meno garantiti che saranno chiamati dai governi a dirimere contese inter-nazionali, bensì eserciti ben equipaggiati e ben più obbedienti. Per cui, sulle orme dei La Pira, dei Capitini, dei Dolci, degli Zanotelli e di altri 'facinorosi' e 'visionari', è possibile oggi (meglio sarebbe stato ieri) avviarci, ma non 'a orologeria', quando ormai a tuonare sono arrivati i cannoni. Facciamo tutti in modo che, prima che tuonino i cannoni, siano avvertibili gli squilli delle trombe della Pace Universale sui temi della Libertà individuale e collettiva, della Giustizia Planetaria, delle Culture che s'incontrano e si sposano, dell'abbattimento delle frontiere volute dal padroni del mondo, e sul presentarsi l'uno davanti all'altro disarmati e ricchi di ascolto, con-passione e con-divisione reciproca per la salvezza di tutte le vite e del pianeta. IL COLLETTIVO DI FABRIK, gruppo facebook
27 febbraio 2022, ore 19.59
(...) C’è un aggressore, l’esercito russo. Ci sono interessi dei grandi capitali in gioco, da entrambe le parti. Coloro che ora patiscono i deliri di alcuni ed i subdoli calcoli economici di altri, sono i popoli di Russia e Ucraina (e, forse presto, quelli di altre geografie vicine o lontane). Da zapatisti quali siamo, non sosteniamo l’uno o l’altro Stato, ma piuttosto coloro che lottano per la vita contro il sistema.
Durante l’invasione multinazionale dell’Iraq (quasi diciannove anni fa) guidata dall’esercito statunitense, ci furono mobilitazioni in tutto il mondo contro quella guerra. Nessuno sano di mente allora pensava che opporsi all’invasione fosse mettersi dalla parte di Saddam Hussein. Ora è una situazione simile, anche se non la stessa. Né Zelensky né Putin. Fermate la guerra.
Diversi governi si sono allineati da una parte o dall’altra, facendolo su calcoli economici. Non vi è alcun valore umanistico in loro. Per questi governi e i loro “ideologi” ci sono interventi-invasioni-distruzioni buone e ce ne sono di cattive. Le buone sono quelle portate avanti dai loro affini, e le cattive sono quelle perpetrate dai loro opposti. Il plauso all’argomento criminale di Putin per giustificare l’invasione militare dell’Ucraina, si trasformerà in lamento quando, con le stesse parole, si giustificherà l’invasione di altri popoli i cui processi non sono di gradimento al grande capitale.
Invaderanno altre geografie per salvarli dalla “tirannia neonazista” o per porre fine ai “narco-stati” vicini. Ripeteranno quindi le stesse parole di Putin: “dobbiamo denazificare” (o il suo equivalente) ed abbonderanno di “ragionamenti” di “pericoli per i propri paesi”. E poi, come ci dicono le nostre compagne in Russia: “Le bombe russe, i razzi, le pallottole volano verso gli ucraini senza chiedere le loro opinioni politiche e la lingua che parlano”, ma cambierà la “nazionalità” delle une e delle altre.
I grandi capitali e i loro governi “occidentali” sono rimasti in poltrona a contemplare – e persino incoraggiare – la situazione che si stava deteriorando. Poi, una volta iniziata l’invasione, hanno aspettato di vedere se l’Ucraina avrebbe resistito, calcolando ciò che si poteva trarre da un risultato o dall’altro. Poiché l’Ucraina resiste, si cominciano ad emettere fatture per “aiuti” che verranno riscosse in seguito. Putin non è l’unico ad essere sorpreso dalla resistenza ucraina.
I vincitori di questa guerra sono le grandi industrie degli armamenti e i grandi capitali che vedono l’opportunità di conquistare, distruggere/ricostruire territori, ovvero, creare nuovi mercati di merci e di consumatori, di persone. (...)
Dalle montagne del Sudest Messicano. Subcomandante Insurgente Moisés SupGaleano. Commissione Sexta dell’EZLN.
da: https://comune-info.net/non-ci-sara-passaggio-dopo-la-battaglia/?fbclid=IwAR1hNs4wdCvcgId3kkmNg6YGEBzhC4Cwdb8INDQhwXvWbxf9Xq3g_0vJNTQ Marzo 2022
PER UNA "CARTA POPOLARE DEI DIRITTI UMANI E DEL PIANETA" Poi, alla fine di tutto questo inseguire la guerra in Ucraina, dovrà diventare urgente che le Organizzazioni di Base di tutto il mondo s'incontrino dal basso per creare una nuova CARTA POPOLARE DEI DIRITTI UMANI E DEL PIANETA, che contenga i princìpi fondanti dell'essere Cittadini del Mondo e per la difesa dell'integrità del pianeta Terra. Laici e religiosi, filosofi ed artisti, intellettuali ed elementi del volontariato civile di comprovata fede solidale, di qualsiasi estrazione sociale e di qualsiasi parte del mondo, dovranno incontrarsi per costituire un Organismo Globale che scriva con voce unica gli articoli della Carta. Le linee guida di questo Nuovo Organismo Globale dal basso dovranno fare propri, come fari salvifici nella nebbia, i princìpi che furono propri delle 'assise dei popoli' durante il Contro-G8 di Genova del 2001, arricchiti delle nuove posteriori esperienze dei "Caracoles" zapatisti e del Confederalismo Democratico del Rojava. il Collettivo Autoconvocato de LE MALETESTE 2 marzo 2022
NO A TUTTE LE GUERRE
NO A PUTIN
NO ALLA NATO
NO AGLI ESERCITI
NO ALLE CONQUISTE DI TERRE
NO ALLE RESISTENZE ETEROGUIDATE
SI' ALLA LIBERA AFFERMAZIONE DELLA VOLONTA' POPOLARE DELLE NAZIONI DI RESTARE FUORI DA OGNI BLOCCO!
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PER COSTRUIRE LA PACE NEL MONDO
IMPONI ANCHE TU CHE L'ITALIA
ESCA DALLA NATO
TRASFERISCA I BILANCI DELLE FORZE ARMATE ALLA SANITA' PUBBLICA E ALLA SOLIDARIETA' NAZIONALE ED INTERNAZIONALE
CHIUDA TUTTE LE FABBRICHE DI ARMI E MEZZI MILITARI E RICONVERTA IL SETTORE IN PRODUZIONI DI PACE
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