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Immagine del redattoreLE MALETESTE

L'occupazione delle donne alla "Lee" di Greenock. Come cavarsela in una lotta operaia.







Greenock, Scozia.

5 febbraio 1981.




Determinate a salvare i loro posti di lavoro, 240 lavoratrici chiudono fuori dalla fabbrica i dirigenti, cominciano ad impilare sedie da mensa contro le porte e alla fine si barricano all'interno della fabbrica dei jeans 'Lee'.


Erano mesi che le donne sentivano voci di una possibile chiusura dello stabilimento di Greenock, ma quel giorno, il giorno effettivo della chiusura, era arrivato come una pessima sorpresa e iniziarono una lunga occupazione della fabbrica.


Solo a sera, stremate e affamate, si accorsero di non avere pensato a come sopravvivere tanto tempo in uno stato di 'barricamento', senza niente da mangiare.







Come in un film d’azione, due operaie si arrampicarono allora su un lucernario, poi si lanciarono lungo un tubo di scarico e via di corsa a comprare pesce, patatine fritte e Irn-Bru (una bibita scozzese) sufficienti per tutte e tutti.


Fermate dalla polizia sulla strada del ritorno con 240 cene di pesce, spiegarono che dei lavoratori stavano occupando la fabbrica per salvare il loro posto di lavoro; i poliziotti allora le aiutarono a rientrare, passando dalle porte.


Per sette mesi, lavorarono a turni, fecero la manutenzione delle macchine e tennero d'occhio i jeans in magazzino.

Di notte, dormivano su brande da campo e sedie pieghevoli.


Per raccogliere fondi, due donne viaggiarono attraverso la Scozia parlando ai sindacati. Ovunque, ricevettero appoggi e solidarietà.





Alla fine, la fabbrica fu salvata per un paio d'anni e le donne riebbero il loro lavoro.

L'occupazione della 'Lee' di Greenock è ancora oggi celebrata come un punto luminoso nella storia del movimento operaio in Scozia.






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