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Immagine del redattoreLE MALETESTE

"Lettori" e sigari a Cuba.





Tutto ha inizio a Cuba, anno 1865.



Il “lettore” di turno si collocava nel mezzo della sala e declamava o leggeva storie e racconti a voce alta.

Per esprimere il loro apprezzamento, i lavoratori, intenti ad arrotolare foglie di tabacco, battevano il manico del coltello sul banco di lavoro.







Ma come venivano scelti i lettori?

"Los lectores" venivano spesso selezionati tra gli stessi operai, in base al tono di voce, dizione e attitudine alla recitazione.

Gli operai di una fabbrica in genere eleggevano un comitato che avrebbe tenuto audizioni per lettori da pagare con il contributo della paga di ciascun lavoratore.


Il lettore dunque, pagato dagli stessi operai, seduto su una piattaforma elevata, leggeva da fonti selezionate dai lavoratori, giornali cubani e americani oppure testi della letteratura classica, come Don Chisciotte o Il Conte di Montecristo (una marca di sigari cubani si chiamerà poi così).






I lavoratori sceglievano le letture che preferivano e in questo modo cercavano di combattere la monotonia e l'alienazione dei luoghi di lavoro.


Successivamente molti cubani esportarono questa pratica nelle fabbriche della Florida, della Spagna e del Messico, quando emigrarono come manodopera specializzata nella lavorazione del tabacco.





Con il tempo i proprietari delle fabbriche iniziarono ad impedire la presenza dei lettori dei reparti, preoccupati dalla diffusione delle idee radicali che traboccavano dalle loro letture. Gli operai reagirono con scioperi diffusi e rallentamenti del lavoro.







Alla fine però, durante la Grande Depressione, gli operai dovettero cedere.

La radio sostituì i lettori.


Non si trattò soltanto dell'avanzata di un mezzo tecnologico moderno. Si trattò soprattutto della vittoria del nuovo ordine industriale fordista, in cui non c'era più spazio per figure, al tempo stesso poetiche e rivoluzionarie, come quelle dei lettori.


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