📢 LE MALETESTE 📢
12 feb 2024
Condanne in Germania, polemiche in Francia. Al parlamento Ue tante proposte contro i movimenti. STORIA: l'antinazismo nella Germania di Weimar.
di MARIO DI VITO e DAVID BERNARDINI
ANTIFA trattati da terroristi. Arresti, inchieste e processi
LA SITUAZIONE IN EUROPA. L’Europol ridimensiona il fenomeno, ma le destre vogliono più repressione. Condanne in Germania, polemiche in Francia. Al parlamento Ue tante proposte contro i movimenti
di Mario Di Vito
Il primo a dirlo fu Donald Trump: «Antifa è un movimento terrorista». Era il giugno del 2020 e negli Stati Uniti la tensione era alle stelle per l’uccisione di George Floyd da parte della polizia, a Minneapolis. Ma chi erano questi Antifa? I collettivi antifascisti, per farla breve, i singoli e i gruppi, spesso destrutturati ai limiti della disorganizzazione, che partecipavano alle manifestazioni di Black Lives Matter.
In Europa i collettivi cosiddetti Antifa esistono da oltre un secolo, ma solo negli ultimi anni hanno cominciato a guadagnare considerazione nel dibattito pubblico, soprattutto in virtù della campagna portata avanti da tanti partiti di destra del continente, pronti a recepire e rilanciare l’idea che Trump aveva lanciato su Twitter: inserire i movimenti antifascisti nell’elenco delle organizzazioni terroriste al pari dell’Ira, dell’Eta, delle Nuove Br e di decine di altre sigle.
Ci sono varie proposte di questo tipo che giacciono al parlamento europeo. L’ultima è del marzo 2023 e ha come primo firmatario Bernhard Zimniok di Alternative für Deutschland. «Antifa continua a commettere violenze in Europa e negli Stati Uniti – si legge nella proposta di risoluzione -, sopprimendo la libertà di pensiero e di espressione in Europa».
Poi un’accusa: «Alcuni Antifa sarebbero stati addestrati da altri gruppi terroristici in Siria». E infine un passaggio sulle «ultime aggressioni con intenti omicidi» avvenute a Budapest nel febbraio precedente. Si tratta delle azioni per cui Ilaria Salis è ancora adesso sotto processo in Ungheria.
A scorrere l’ultimo rapporto dell’Europol sul terrorismo nell’Unione Europea, però, al capitolo dedicato alle formazioni più o meno a torto definite «di sinistra», la parola «Antifa» compare una volta sola e si segnala un «campo di addestramento» fatto in Austria (non in Siria) nel 2022. Gli investigatori europei, inoltre, non arrivano mai a parlare di terrorismo, ma al massimo di «movimenti estremisti».
IN GERMANIA, però, negli ultimi anni la lotta contro i movimenti di sinistra si è fatta dura. Non sono pochi i procuratori che proclamano la «tolleranza zero» per l’antifascismo militante, definito come un «attacco al sistema democratico». Un vero e proprio teorema: gli investigatori sono convinti dell’esistenza di autentiche «organizzazioni criminali» che attaccano gli oppositori politici di estrema destra. Questo nonostante i dati del ministero dell’Interno di Berlino: i reati attribuiti agli attivisti di sinistra sono calati del 31% tra il 2022 e il 2023, mentre, al contrario, quelli dei neonazisti sono cresciuti del 16%.
Lo scorso giugno, a Dresda, è finito il processo contro Lina Engel, ritenuta capa degli Antifa tedeschi responsabili di almeno cinque attacchi contro estremisti di destra avvenuti tra il 2018 e il 2020 in Sassonia e Turingia. È qui che i giornali hanno coniato il nome con cui adesso l’organizzazione viene identificata: Hammerbande, banda del martello. Arrestata il 5 novembre del 2020, alla fine Engel è stata condannata a 5 anni e 3 mesi, ed è uscita subito dal carcere in attesa del giudizio d’appello. Il giudice Hans Schlüter-Staats, nel leggere la sentenza, ha tra le altre cose sottolineato che le indagini contro i neonazisti sono troppo spesso segnate da «deplorevoli carenze». Altri Antifa, attualmente, sono ricercati dalla polizia tedesca. E non solo: sulle loro tracce ci sono anche gli estremisti di destra di tutta l’Europa, che nelle chat si scambiano foto segnaletiche, indirizzi e numeri di telefono dei loro nemici.
IN FRANCIA, nell’ultimo anno, si è spesso discusso (sempre su proposta delle destre) di sciogliere Jeune Garde, collettivo nato a Lione nel 2018 e fino a qualche tempo fa guidato da Raphaël Arnault, peraltro candidato con la Nupes di Jean-Luc Mélenchon alle legislative del 2022 (senza essere eletto). L’accusa, per quelli di Jeune Garde è di non limitarsi a organizzare conferenze e tavole rotonde sull’estrema destra francese, ma anche di schedarne i militanti, inseguirli per le strade, aggredirli e creare in questo modo «un clima di paura» (parole di Eric Ciotti, presidente dei Repubblicani). Per ora, ad ogni modo, la giustizia francese non ha mai preso iniziative contro il movimento, limitandosi a perseguire i singoli militanti.
Proposte di inserire gli Antifa negli elenchi delle organizzazioni terroristiche sono anche in discussione al parlamento austriaco e al consiglio federale svizzero, sempre ad opera dei partiti di estrema destra, talvolta anche con l’appoggio delle formazioni più moderate.
IN ITALIA si segnala un processo ai limiti del paradossale subito da alcuni militanti antifascisti di Pavia per una manifestazione non autorizzata del 2016, quando l’estrema destra sfilò per le strade nell’anniversario del missino Emanuele Zilli morto negli Anni 70 e decine di persone scesero in strada per impedire che il corteo arrivasse in centro. Caricati dalla polizia, manganellati e infine denunciati, in 23 hanno affrontato un processo durato 7 anni e finito soltanto nel dicembre del 2023 con tutte assoluzioni, alcune nel merito e altre per avvenuta prescrizione.
fonte: ilmanifesto.it - 11 feb. 2024
Politica e violenza alla vigilia della tragedia
STORIA DI IERI. L'antinazismo militante nella Germania di Weimar
di David Bernardini
All’inizio degli anni Novanta Sergio Bologna tenne una conferenza, in seguito pubblicata nel volume Nazismo e classe operaia, in cui contestava l’idea che la classe operaia tedesca si fosse arresa al nazismo senza combattere. Al contrario, sosteneva, si era battuta duramente e nelle condizioni più drammatiche, determinate dalle crisi economica del 1929.
A fianco di politici, sindacalisti e intellettuali, non bisogna dimenticare le decine di migliaia di militanti, legati alle diverse anime del movimento operaio tedesco dell’epoca, che decisero di rispondere con la violenza alla violenza nazista. Beninteso, ciò non fu una specificità tedesca: in Italia le camicie nere si scontrarono con gli Arditi del Popolo – e si potrebbero fare altri esempi per quanto riguarda la Francia, l’Inghilterra e così via.
La Prima guerra mondiale, infatti, innescò una serie di processi che portarono alla brutalizzazione della politica e alla militarizzazione delle culture politiche.
La conseguente simbiosi tra politica, violenza e cultura si dispiegò in forme particolarmente radicali nella prima democrazia tedesca, la Repubblica di Weimar. A destra si affermarono prima i Freikorps e in seguito le SA. A sinistra, invece, il Partito socialdemocratico diede vita nel 1924 al Reichsbanner Schwarz-Rot-Gold (Bandiera del Reich nero-rosso-oro, ossia i colori della tradizione repubblicana tedesca) in difesa della repubblica, che alla fine del 1931 entrò nel Fronte di Ferro. Nel 1924 il Partito comunista fondò a sua volta la Lega dei combattenti del Fronte rosso, seguita nel 1930 dalla Lega di lotta contro il fascismo e nel 1932 dall’Antifaschistische Aktion (Azione antifascista). Lo slogan era chiaro: «Schlagt die Faschisten, wo Ihr sie trefft!» («Colpite i fascisti ovunque li incontriate!»). Di dimensioni assai più ridotte erano infine le Schwarze Scharen , una rete di gruppi sorta nell’ambito del sindacato anarchico Faud, i cui membri si presentavano alle manifestazioni completamente vestiti di nero.
Senza formare un insieme solidale e compatto ma anzi spesso in rivalità tra loro, queste organizzazioni si contrapposero fisicamente (anche ricorrendo ad armi bianche e da fuoco) alla sempre maggiore aggressività delle SA, galvanizzate dai successi elettorali di Hitler dal 1929. Tale contrapposizione si dispiegava in uno stillicidio di conflitti politici violenti spesso di piccole dimensioni, incontrollabili e imprevedibili.
Può essere utile un esempio. Il 22 gennaio 1931 i nazisti invitarono provocatoriamente comunisti e socialdemocratici a un dibattito con Joseph Goebbels presso una sala del quartiere operaio berlinese di Friedrichshain. I comunisti accettarono. Alle 20 e 30 si ritrovarono circa 3mila persone, per la maggior parte nazisti. Secondo le cronache, quando Goebbels dichiarò di essere venuto con il suo cervello per dimostrare che Hitler aveva ragione alcuni comunisti urlarono «mostracelo!». Lo scontro fu inevitabile: alla fine della battaglia di Friedrichshain si contarono 100 feriti e 500 sedie distrutte. Diverso è il caso della “domenica di sangue” di Altona. 17 luglio 1932 i nazisti organizzarono una marcia ad Amburgo che, con il suo grande porto, era una delle roccaforti della sinistra.
L’obiettivo era Altona, un ex villaggio di pescatori ormai inglobato nel tessuto urbano. Verso le tre del pomeriggio 7mila SA e SS formarono una colonna inquadrata militarmente che, un’ora dopo circa, giunse alle porte di Altona e venne attaccata dagli antifascisti spalleggiati dagli abitanti. Alla ritirata del corteo nazista seguì l’intervento della polizia: alla fine della giornata persero la vita 18 persone. Pochi mesi dopo iniziava il Terzo Reich.
È interessante notare la persistenza negli odierni movimenti antifascisti del simbolo dell’Antifaschistische Aktion del 1932 (due bandiere rosse, sovrapposte e leggermente sfalsate).
All’inizio degli anni Novanta, infatti, alcuni gruppi antifascisti reagirono all’attivismo neonazista a seguito del crollo del Muro di Berlino e ripresero il simbolo, cambiando il colore di una delle due bandiere (da rossa a nera): lo si può facilmente riconoscere tra le bandiere, gli striscioni e i volantini distribuiti nelle manifestazioni per Ilaria Salis di queste settimane. Le vicende dell’antifascismo degli anni compresi tra le due guerre mondiali continuano a parlare la lingua del presente.
fonte: ilmanifesto.it - 11 feb. 2024
immagine di copertina: Budapest (Ungheria), corteo filonazista