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ITALIA. Anarchici: cade l’accusa di terrorismo, ma restano le misure cautelari

📢 LE MALETESTE 📢

2 set 2023

Non erano terroristi i nove anarchici arrestati lo scorso 8 agosto tra Genova, La Spezia, Massa e Carrara. Il tribunale del riesame di Genova, infatti, ha cancellato l’accusa di associazione […]
di MARIO DI VITO

Italia. Anarchici: cade l’accusa di terrorismo, ma restano le misure cautelari

LA DECISIONE DEL TRIBUNALE DI GENOVA. Non erano terroristi i nove anarchici arrestati lo scorso 8 agosto tra Genova, La Spezia, Massa e Carrara. Il tribunale del riesame di Genova, infatti, ha cancellato l’accusa di associazione […]

Mario Di Vito

2 settembre 2023


Non erano terroristi i nove anarchici arrestati lo scorso 8 agosto tra Genova, La Spezia, Massa e Carrara. Il tribunale del riesame di Genova, infatti, ha cancellato l’accusa di associazione sovversiva finalizzata al terrorismo per i redattori della rivista Bezmotivny – Senza Motivo, finiti al centro dell’inchiesta «Scripta Scelera» proprio a causa della realizzazione di un periodico diffuso in poche centinaia di copie e già chiuso al momento degli arresti.

Annullati per difetto di motivazione anche i sequestri effettuati durante il blitz. Restano in piedi, comunque, le accuse di stampa clandestina e di offesa all’onore del presidente della Repubblica. Di conseguenza le misure cautelari sono state confermate: in quattro restano agli arresti domiciliari, mentre per gli altri cinque c’è l’obbligo di dimora. Le motivazioni del riesame verranno depositate nel giro di un mese e mezzo, poi gli avvocati valuteranno se impugnarle.


L’inchiesta, comunque, sembra essersi già sgonfiata: il reato più grave tra quelli ipotizzati è venuto meno, nonostante nell’ordinanza di arresto si leggesse che «è praticamente certo che l’attività apologetica e istigatoria proseguirà sostenuta dal vincolo associativo che, in quasi tre anni di vita, si è consolidato ed è il motore della vita del periodico. Tutti sono assiduamente dediti alla formazione della rivista, ciascuno col proprio ruolo principale, che spesso si accompagna ad attività diverse». Davanti al giudice, però, a prevalere sono state le argomentazioni dei difensori, che hanno parlato di sproporzione e abnormità delle accuse.


Bezmotivny – che ha cessato le pubblicazioni a metà luglio perché, parole loro scritte nell’editoriale dell’ultimo numero uscito, ad occuparsene erano rimaste solo «tre o quattro» persone – era un quindicinale nato in seno al circolo Gogliardo Fiaschi di Carrara, attivo ormai da decenni e parte della storia culturale e politica della cittadina toscana.

Nella rivista si potevano trovare riflessioni abbastanza canoniche per l’ambiente anarchico italiano, oltre a prese di posizione su temi locali e cronache delle varie iniziative e comunicati di gruppi da ogni parte del mondo (altra prassi abbastanza in voga tra le pubblicazioni anarchiche). Questi ultimi sono stati interpretati dagli investigatori come fondamento di un’ipotetica associazione a delinquere. Per esempio, segnalando i comunicati e le azioni di solidarietà verso Alfredo Cospito, Bezmotivny è stata tacciata di aver dato «risalto in termini positivi alle relative rivendicazioni», cosa che sarebbe servita a «perseguire un innalzamento del livello dello scontro con le istituzioni».


E però ai nove anarchici arrestati non è stata attribuita alcuna azione diretta, l’unica colpa individuata dalla procura di Genova è di aver realizzato clandestinamente un quindicinale distribuito in pochi spazi occupati e via abbonamento postale. Troppo poco per ipotizzare l’esistenza di un’associazione sovversiva, abbastanza però per confermare le misure cautelari nei confronti degli indagati.


MARIO DI VITO

fonte: ilmanifesto.it - 2 set. 2023


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🚧 ...un passo indietro nella vicenda: 🚧



9 agosto 2023

Italia. Arresti per la rivista anarchica. Che aveva già chiuso. Quei carrarini con il fiocco nero al collo e un blitz che ci riporta all’Ottocento

Mario Di Vito


Terrorismo, istigazione, apologia e offesa all’onore e al prestigio del presidente della Repubblica. È per questi reati ieri mattina, tra Genova, La Spezia, Massa e Carrara è scattato un blitz della polizia contro nove anarchici, quattro dei quali sono stati arrestati. Secondo gli investigatori della Digos e del Servizio per il contrasto all’estremismo e al terrorismo interno della polizia di prevenzione, coordinati dalla Dda di Genova, saremmo in presenza di «un’associazione con finalità di terrorismo dedita, tra l’altro, all’ideazione, predisposizione, redazione, stampa e diffusione della pubblicazione clandestina denominata ‘Bezmotivny – Senza Motivo’, quindicinale divenuto principale strumento di promozione e diffusione del messaggio anarchico più oltranzista, la cui prima edizione risale al dicembre 2020». Piccolo particolare: Bezmotivny ha sospeso le sue pubblicazioni a luglio perché, come si legge nell’ultimo editoriale, in redazione «sono ormai rimasti solo 3 o 4 compagni, mentre gli altri danno un contributo materiale minimo». Questo, comunque, viene ritenuto abbastanza per ritenere minacciata la Repubblica. La base operativa è stata individuata nello storico circolo «Gogliardo Fiaschi» di Carrara e nella tipografia «Avenza Grafica» di Massa, posta sotto sequestro dagli inquirenti.


La Dda di Genova ha così disposto gli arresti domiciliari per Gino Vatteroni, Paolo Arosio, Gaia Taino e Luigi Palli, e l’obbligo di dimora per Luca Aloisi, Andrea Grazzini, Jessica Butoni, Veronica Zegarelli e Michele Fabiani. L’operazione è stata chiamata «Scripta Scelera», nonostante l’Italia abbia recepito la direttiva europea che imporrebbe alle procure sobrietà nella scelta dei nomi delle proprie inchieste, al fine di non ledere il principio di presunzione d’innocenza. «È praticamente certo che l’attività apologetica ed istigatoria proseguirà – si legge nell’ordinanza – sostenuta dal vincolo associativo che, in quasi tre anni di vita, si è consolidato ed è il motore della vita del periodico. Tutti sono assiduamente dediti alla formazione della rivista, ciascuno col proprio ruolo principale, che spesso si accompagna ad attività diverse».


Vatteroni viene ritenuto il principale organizzatore, Arosio è uno dei redattori di Bezmotivny, Taino scrive e traduce, Palli è il tipografo e Aloisi si occupa di questioni logistiche come la «ricerca di un macchinario che consenta al sodalizio di rendere autonoma la stampa del periodico», perché, come ammesso dalla stessa rivista, i costi della stampa sono diventati insostenibili. Diverso il ruolo di Fabiani, che scriveva articoli e «manteneva contatti con Alfredo Cospito». La faccenda è nota, tant’è vero che Fabiani e Cospito sono stati imputati insieme in diversi processi, l’ultimo dei quali si è tenuto a Perugia pochi mesi fa ed è finito con la caduta di tutte le accuse. Erano gli sgoccioli dell’operazione Sibilla, che pure riguardava la realizzazione di un periodico anarchico ritenuto veicolo di istigazione e apologia di terrorismo.


A Bezmotivny, tra le altre cose, viene contestata anche la stampa clandestina, non essendo mai stata registrata la testata in tribunale. Tuttavia la sua diffusione, ancorché assai ridotta, non si muoveva certo per canali misteriosi: sul web sono ancora facilmente rintracciabili tutte le indicazioni per procurarsene una copia o addirittura abbonarsi. Le colonne del giornale erano affollate di riflessioni che in qualche modo possiamo ritenere classiche per l’anarchismo italiano, in un difficile tentativo di tenere insieme un’area pulviscolare e sparsa in tutto il paese, tra richiami alla storia del Novecento e cronaca (abbastanza disordinata) delle varie iniziative anarchiche ancora in campo. Ovviamente nell’ultimo anno e mezzo molto spazio è stato dedicato alla solidarietà nei confronti di Alfredo Cospito («Dando risalto in termini positivi alle relative rivendicazioni», si legge sempre nell’ordinanza).


Gli investigatori sono convinti che la rivista serviva a definire una linea di condotta e a individuare obiettivi da colpire, cioè a «perseguire un innalzamento del livello dello scontro con le istituzioni», arrivando ad auspicare «l’utilizzo di armi da sparo», perché, secondo Bezmotivny, «ciò che più conta è l’azione e non le chiacchiere». Ma li arrestano per le chiacchiere.


MARIO DI VITO

fonte: ilmanifesto.it - 9 ago. 2023



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9 agosto 2023

Quei carrarini con il fiocco nero al collo e un blitz che ci riporta all’Ottocento

Lo storico circolo "Gogliardo Flaschi" trattato come ai tempi della società dei malfattori

Marco Rovelli


Nell’immaginario di tutto il mondo, Carrara significa marmo. Ed è per la storia delle cave da dove quel marmo si estrae che Carrara significa anche anarchia. Se tradizionalmente le cave erano beni comuni, appartenendo alle “vicinanze”, ovvero alle comunità di montagna, nell’Ottocento esse vennero progressivamente espropriate dai privati, col beneplacito delle leggi dello Stato, e i cavatori passarono dalla condizione di artigiani a quella di salariati, sfruttati e immiseriti. L’Idea dell’anarchia si propagò naturalmente tra loro, che rivendicavano il ritorno delle cave alle comunità, la condivisione di beni che erano comuni.


Da allora, a Carrara gli anarchici sono stati una presenza costante, che appartiene alla storia e all’identità del territorio. Numerosi i circoli e le associazioni libertarie che si sono susseguite nel tempo, e il circolo Gogliardo Fiaschi è da diversi decenni il circolo che forse rappresenta di più questa identità e questa storia.


Gogliardo Fiaschi, che il circolo lo fondò, è stata una figura fondamentale nella storia dell’anarchia carrarina. Girava sempre col suo fiocco nero al collo, e se lo incontravi non esitava a raccontarti la sua storia, come fece con me la prima volta che lo incontrai per caso, al bancone di un bar. Non sapevo che fosse un anarchico d’immensa fede, che aveva dedicato la sua migliore età a far giustizia del tiranno che aveva schiacciato la rivoluzione spagnola, e con essa quell’anarchismo che mai come in quel momento era stato vicino a dar vita a una società radicalmente nuova.


«A tredici anni ero partigiano», mi disse Gogliardo, «nel battaglione Gino Lucetti. Avevo detto di aver quindici anni, sennò non mi prendevano. Dopo la guerra al circolo Pietro Gori conobbi José Luis Facerias, anarchico di grande fascino, di grande eleganza, molto ricercato. Era anche ricercato da anni dalla polizia franchista. Ne rimasi conquistato, lo seguii in Spagna. Avevo ventisette anni. Entrammo in Spagna dai Pirenei travestiti da escursionisti. Ma ci presero prima di mettere in atto il piano. Cioè, presero me vivo, Facerias invece lo presero morto, la guardia civil lo fece fuori. A me mi diedero vent’anni di galera. Me ne sono fatti diciassette: otto in Spagna, girando ventotto carceri, e nove in Italia. Una bella vacanzina, sì. Sono uscito nel 1973, con quarantatré anni addosso e i capelli bianchi».


Tornò a Carrara e si rimise al lavoro. Conservare e trasmettere la memoria, e riattivarla. Il circolo di via Ulivi 8 fu il compimento del suo impegno. Gogliardo morì il 29 luglio del 2000 (proprio il centenario, guarda il sublime caso, del giorno in cui Gaetano Bresci sparò a Umberto I: «Non ho ucciso Umberto, ho ucciso un re, ho ucciso un principio!»), dopodiché il circolo prese il suo nome.


Negli anni successivi alla morte di Gogliardo, il circolo ha visto la presenza attiva e costante di alcune persone che ne hanno gestito la continuità: tra queste, Angelo Dolci, il partigiano Taro, morto nel 2015, e poi Gino Vatteroni, lo storico che non ha mai mancato di accogliere chiunque con la sua gentilezza e nutrirlo con la sua passione. Mettere agli arresti Gino e i suoi compagni per «propaganda sovversiva» è un gesto politico che sembra riportarci indietro nel tempo, a quell’Ottocento in cui gli anarchici venivano messi in galera per il semplice fatto di essere tali, a quando la Spartana – la prima società segreta che chiedeva il ritorno alla «spartizione» del bene comune marmo tra le comunità – venne dichiarata «associazione di malfattori». E tutto questo mentre a Carrara continua impunita la devastazione delle montagne in nome dei profitti intascati dalle grandi imprese: nemmeno le briciole restano alla terra apuana ma solo lo scempio. Contro il quale il circolo ha da anni levato la sua voce.


MARCO ROVELLI

fonte: ilmanifesto.it - 9 ago. 2023



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10 agosto 2023. h. 17.53

IL '94

COMUNICATO SUI FATTI DELL' 8 AGOSTO 2023


Il gruppo anarchico Germinal di Carrara aderente alla Federazione Anarchica Italiana condanna aspramente le forche di Stato che si sono abbattute a Carrara su alcune persone definite anarchici insurrezionali, indagati, perquisiti ed arrestati con la pesante quanto improbabile accusa di terrorismo.


Come si può evincere dalla stampa, che ha già dato in pasto alla bestia della paura collettiva ed irrazionale la figura del anarchico cospiratore, queste persone sembrerebbero colpevoli nella sostanza del reato di stampa clandestina. Reato creato ad hoc da una legge fascista varata subito dopo l' omicidio Matteotti (1924) per silenziare gli oppositori.

Attualmente si prevede per tale reato una sanzione pecuniaria che va da 100 € sino a 600 €.

Il dubbio viene e sembra destinato a trasformarsi rapidamente in certezza, che sia in corso un attacco di stato ai movimenti antagonisti, ai sindacati conflittuali, al pensiero divergente e libertario, affinché vengano identificati come pericolo sociale fino all' estremo dell' organizzazione criminale.

A conferma di ciò, arrivano sul fronte politico le recenti esternazioni di un rappresentante della regione Lazio in merito all' attentato e suoi responsabili della strage di Bologna, esempio di revisionismo storico avvallato da associazioni e organizzazioni orbitanti attorno a Fratelli d'Italia, in primis Casa Pound.


Ci troviamo di fronte ad un attacco repressivo alla libertà di pensiero, attuato con misure con cui il nuovo governo, erede di quello in camicia nera, per l' ennesima volta si palesa in un clima di caccia alle streghe che ripropone la solita strategia del terrore, in cui l' anarchico da subito diventa il mostro da eliminare.


Noi anarchici condanniamo la violenza come strumento di emancipazione, come condanniamo questa società basata sul denaro e sullo sfruttamento dell' uomo e dell' ambiente, come condanniamo tutte le guerre combattute per l' interesse di pochi, ma dove ci muoiono in tanti.


Gruppo Anarchico Germinal FAI Carrara

fonte: pagina facebook: https://www.facebook.com/IL94ANARCHICO

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