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MIGRANTI. Italia e Europa. Le ultime notizie su sentenze giudiziarie, fermi amministrativi e patto europeo

🧩 LE MALETESTE 🧩

10 apr 2024

MASSA.Un'ordinanza in controtendenza rispetto all'orientamento dei tre tribunali che hanno recentemente liberato le navi Ocean Viking, Humanity 1 e Sea-Watch 5. RAVENNA. Il governo italiano ostacola i soccorsi nel Mediterraneo centrale. OGGI A BRUXELLES, voto sulle politiche europee.
da IL MANIFESTO (3 articoli)

Massa, il giudice dice no alla sospensione del fermo della Geo Barents


di Giansandro Merli

10 aprile 2024


Il tribunale di Massa ha rigettato la richiesta di sospensiva del fermo amministrativo della nave Geo Barents, con cui Medici senza frontiere soccorre i migranti nel Mediterraneo centrale. La sanzione risale alla sera del 26 marzo, ha durata di 20 giorni e terrà dunque bloccata in porto l’imbarcazione umanitaria fino alla sua scadenza, il prossimo 12 aprile.


In un’ordinanza di cinque pagine il giudice Domenico Provenzano ha stabilito la mancanza del periculum in mora per fondare una decisione cautelare sospensiva del provvedimento punitivo. Non rileva, cioè, quella situazione in cui un diritto rischia di rimanere senza tutela fino al pronunciamento di merito, rendendo necessario l’intervento dell’autorità giudiziaria.


La decisione si fonda su un ragionamento giuridico che va in direzione opposta rispetto a quelli dei tre tribunali che hanno liberato le navi Ocean Viking, Humanity 1 e Sea-Watch 5 (rispettivamente: Brindisi, Crotone e Ragusa). In questo caso il giudice argomenta che il fermo è applicato nei confronti dell’armatore, la società norvegese Uksnoy Barents Ks, mentre «il paventato pregiudizio relativo alla preclusione dello svolgimento delle attività di carattere umanitario in mare» riguarderebbe Msf, che è noleggiatrice della nave. Non ha dunque titolo per impugnare il provvedimento.


A questo motivo principale del rigetto se ne affianco altri due. Il fatto che Msf non sia un’associazione rappresentativa, dal punto di vista giuridico e quindi rispetto alla legittimazione processuale, degli interessi dei migranti che attraversano il Mediterraneo. La possibilità per l’Ong di svolgere le attività di soccorso usando un’altra nave, anche dello stesso armatore.

L’udienza di merito è fissata per il 28 maggio.


fonte: ilmanifesto.it - 10 aprile 2024



Destinazione Ravenna, il porto per la nave di Emergency dista mille miglia e cinque giorni


di Federica Rossi, A BORDO DELLA LIFE SUPPORT

10 aprile 2024


«Quella è l’Italia?», chiede Hamsa indicando la striscia di terra che corre lungo il lato sinistro della nave da due giorni. Con la prua puntata verso Nord, la Life Support costeggia tutta la penisola nel Mare Adriatico. L’acqua del mare ha un colore diverso, ma il panorama non cambia e le persone desiderano sempre più toccare terra. «Voglio avvisare la mia famiglia che sono vivo», dice ancora il ragazzo, che ha 21 anni ed è scappato dalla leva obbligatoria che lo costringeva in Siria a causa della guerra civile.


Il Pos (port of safety) assegnato dalle autorità marittime italiane per la Life Support infatti è Ravenna, a 956 miglia di distanza dal luogo del salvataggio. Il capitano Domenico Pugliese annuncia il prossimo arrivo a Ravenna con l’aiuto di un megafono e della traduzione dei mediatori culturali per rassicurare chi da mesi o anni è in viaggio per raggiungere un luogo sicuro. «La prassi di assegnare dei porti così lontani significa lasciare il mare scoperto – spiega – In questo momento ci sono altre persone che stanno lasciando le coste». Secondo il report della Ong, nell’ultimo anno la pratica di assegnare dei porti così lontani ha obbligato Emergency a percorre 56 giorni di navigazione in più. Tradotto a livello monetario si tratta di una spesa aggiuntiva di circa 940mila euro.


«Andare di nuovo a Ravenna comporta quattro giorni di navigazione in più, aumentando chiaramente sia il livello di sofferenza delle persone che abbiamo salvato, sia il carico di lavoro per l’equipaggio della Life Support – spiega Anabel Montes Mier, capomissione – Avremmo evitato molte situazioni di difficoltà con un porto più vicino. Sono 200 miglia di navigazione in più rispetto alla Catania per esempio».


Per evitare l’arrivo di notte, inoltre, i giorni diventano 5. La nave ha rallentato la velocità secondo le indicazioni dell’autorità in modo tale da arrivare al porto di Ravenna stamattina all’alba. A ciò si aggiungeranno i tempi di controllo dell’autorità medica, una volta raggiunta la terraferma, che nella missione 17 (anche questa terminata a Ravenna) hanno raggiunto le quattro ore.


«Dal punto di vista medico-sanitario 5 giorni di navigazione sono un problema – spiega Virginia Gatto, dottoressa di Emergency – Questa nuova attesa comporta un aggravamento dello stress, che facilita la somatizzazione di disturbi già presenti, e facilita il diffondersi di patologie contagiose come la scabbia o altre a livello respiratorio». Le 202 persone soccorse sono al sicuro sulla Life Support, ma gli spazi sono quelli che sono: combinati con la lunga attesa non rendono la situazione più semplice. In altre situazioni simili, la Ong ha lasciato prima un gruppo di persone al porto più vicino per poi far sbarcare il restante al porto assegnato. Non questa volta.


fonte: ilmanifesto.it - 10 aprile 2024



Migranti, il Patto europeo al voto ma la maggioranza traballa


di Andrea Valdambrini, BRUXELLES

10 aprile 2024


Giunto ormai in dirittura d’arrivo, il Patto immigrazione e asilo, che per molto tempo è apparso chiuso e blindato, potrebbe riservare una sorpresa, fosse pure dal sapore squisitamente pre-elettorale, nel voto finale.


Si vota oggi pomeriggio, nella sessione cosiddetta mini-plenaria (due giorni anziché quattro) dell’Eurocamera convocata nella capitale belga (invece che a Strasburgo), uno dei pacchetti di norme europee più attesi e più controversi della legislatura che si sta per chiudere. Si tratta di 9 file legislativi messi insieme, che nelle intenzioni dovevano riscrivere le regole dell’approccio continentale alla migrazione, riformare il diritto all’asilo (e sulla carta anche superare il regolamento di Dublino) per un continente che, nonostante l’invecchiamento costante e la crisi demografica, è poco propenso ad accogliere, integrare e concedere diritti a chi dovrebbe averne. Il punto è però che l’ecumenica maggioranza che dovrebbe sostenere il Patto, pur avendo partorito un testo mastodontico ma di ampio compromesso, rischia comunque di sfaldarsi. Se uno o più di uno dei file più controversi dovessero essere respinti, mancherebbe di conseguenza anche il consenso da parte dei governi dei 27 riuniti nel Consiglio Ue. E tutta la composizione portata avanti per anni, salterebbe.


A segnare una delle linee di smottamento è la dichiarazione del capogruppo dei popolari (Ppe) all’Eurocamera, il tedesco Manfred Weber. Con un invito che sembra più un attacco mirato, Weber chiede specificamente al Pd di esprimersi a favore: «L’Italia è il paese più colpito» dall’immigrazione irregolare e «se il patto migratorio fallisse, causerebbe enormi dall’Europa e in particolare all’Italia», mentre «c’è bisogno di una procedura ordinata per ridurre l’immigrazione, di controlli rigorosi alle frontiere esterne dell’Unione europea contro il modello imprenditoriale di trafficanti». E poi l’appello alla pattuglia italiana: «Il voto deciderà se il Pd continuerà ad essere un partito europeista».


Risentita la risposta di Brando Benifei, capodelegazione dem, quando sottolinea l’approccio esclusivamente securitario seguito dal Ppe, accusato di voler «usare fondi europei per costruire mura e recinzioni alle frontiere e esternalizzare il modello Ruanda». Non potranno essere i popolari «completamente asserviti alla destra nazionalista» a dare lezioni. Rispetto a chi pensa che questo compromesso sia meglio di niente (il gruppo S&D, di cui il Pd fa parte, è schierato complessivamente per il sì), la delegazione italiana annuncia voto contrario. «Il Patto che esce dal Consiglio danneggia l’Italia, perché vuole trasformare il nostro Paese in un Cpr all’aria aperta, spinge verso i paesi terzi la gestione dei rifugiati e dei richiedenti asilo invece che promuovere un’autentica ripartizione delle responsabilità».


Per capire meglio l’incertezza del voto odierno, va detto che contro il patto si sono dichiarati, seppure per motivi diversi, anche M5S, Verdi, Sinistra e, sulla sponda opposta, gli ungheresi di Fidez , i polacchi del Pis, il gruppo Id di cui fa parte anche la Lega. Fratelli d’Italia che appartiene al gruppo Ecr come il Pis, ha deciso invece di votare caso per caso. Un fronte tale da far sorgere qualche dubbio anche alla Commissaria Ue agli Affari Interni Ylva Johansson, che si dice «orgogliosa» di aver prodotto una legge che, a suo avviso, protegge sia i confini che i diritti dei migranti. «Mi aspetto che gli eurodeputati diano l’ok – ammette in serata -, ma non si sa mai».


Chi invece sa con certezza che si tratta di una cattiva legge sono le ong: 161 organizzazioni di tutti i paesi europei – tra cui Oxfam, Amnesty, Sea-Watch e Arci – hanno lanciato un appello agli eurodeputati per respingere un Patto «pericoloso» dato il suo «approccio punitivo». Questa mattina alle 11,30 inoltre, il gruppo Gue/Left al Parlamento europeo organizza di fronte all’edificio principale dell’Eurocamera a Bruxelles, intitolato ad Altiero Spinelli, un «funerale pubblico del diritto d’asilo», accusando la maggioranza che sostiene il Patto di «vergognosa capitolazione alla narrativa xenofoba» e del «tradimento dei valori professati dell’Europa».


fonte: ilmanifesto.it - 10 aprile 2024

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