🔆 LE MALETESTE 🔆
5 apr 2024
Il militante e intellettuale italiano venne in Spagna per combattere la guerra e cercò di fornire soluzioni per evitare la sconfitta.
di EDUARDO PEREZ (ESP)
di Eduardo Perez
2 aprile 2024 06:00
La guerra civile spagnola si concluse con la sconfitta della rivolta militare e l’instaurazione di un modello sociopolitico basato sulla proprietà e sulle decisioni collettive. La Spagna divenne un paese socialista, dove cioè i lavoratori avevano il potere. Questo modello fu imitato rapidamente e con successo in altri paesi e, come qui, sconfisse il nazifascismo nella Seconda Guerra Mondiale. La decolonizzazione generalmente avvenne pacificamente, con entità politiche sovrane che emersero nei popoli dominati, sia politicamente che economicamente.
In effetti, non siamo nella storia del nostro universo. Siamo nella storia di un universo che seguì le proposte avanzate dall'italiano Camillo Berneri nell'aprile del 1937.
Berneri nacque nel 1897 a Lodi (Lombardia). Suo nonno era stato un seguace del leader nazionalista e repubblicano Giuseppe Mazzini. Suo padre era una delle 'camicie rosse' di Garibaldi, uno degli artefici dell'unità italiana.
Il giovane Camillo seguì il suo esempio e all'età di 15 anni era già iscritto al Partito Socialista di Reggio Emilia. Il rifiuto assoluto della Prima Guerra Mondiale causò il suo abbandono del partito, manifestamente ambiguo rispetto al conflitto. Fu reclutato e imprigionato per il suo lavoro di agitazione all'interno dell'esercito.
Nel dopoguerra collaborò sia con militanti libertari, come il veterano Errico Malatesta, sia con esponenti di altri settori, con l'obiettivo di resistere alle sempre più frequenti violenze fasciste. Professore di professione, il suo rifiuto di giurare fedeltà al nuovo regime mussoliniano significò l'esilio per lui, sua moglie e le sue due figlie. La sua destinazione era la Francia, ma le autorità lo espulsero, perché “anarchico pericoloso”. Lo stesso fecero Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Germania e Spagna. Non potendo espellerlo in altri paesi, la Francia non ebbe altra scelta che consentirgli di risiedervi legalmente.
Berneri dedicò quegli anni ad un'intensa attività intellettuale, riflessa in molteplici pubblicazioni sia in Europa che in Nord America. Uno dei suoi temi principali era il razzismo.
Anticipando l’Olocausto, scrisse che “l’antisemitismo sarà per qualche tempo una delle forme di stupidità preferite dall’umanità”. Simpatizzava con gli ebrei in quanto popolo senza patria.
Per lui “gli apolidi sono i più adatti a costituire le basi della grande famiglia umana”.
Allo stesso modo Berneri discuteva con Trotsky sulla degenerazione dell’URSS. Mentre per l’ex leader bolscevico la burocrazia stalinista era una “assurdità storica”, Berneri spiegò che era la naturale conseguenza del mantenimento dell’apparato statale, che aveva generato una divisione tra il proletariato e i burocrati autocratici.
Nel luglio 1936 giunse a Parigi la notizia del colpo di stato in Spagna. Contrariamente alla versione diffusa secondo cui i volontari stranieri della parte repubblicana sarebbero arrivati con le Brigate Internazionali, la verità è che molti di loro arrivarono prima. “Oggi Spagna, domani Italia” divenne presto lo slogan degli italiani in esilio.
Nel caso di Berneri, pochi giorni dopo era in Catalogna con un carico di fucili e munizioni. Gli fu offerta una posizione nel Consiglio economico, che rifiutò perché era una posizione di governo. Fu invece tra gli organizzatori di una formazione militare di combattenti italiani: il 19 agosto, la Centuria Giustizia e Libertà, comandata dal socialista indipendente Carlo Rosselli, lasciò la Caserma Bakunin verso il fronte aragonese, dove si unì alla Colonna Ascaso. Dopo aver partecipato alle prime ostilità, Berneri fu rimandato a Barcellona a causa di problemi alla vista e all'udito.
“Guerra rivoluzionaria o sconfitta”
Nella capitale catalana, il militante italiano si dedicò alla propaganda, pubblicando soprattutto sull'organo Guerra di classe . Il 14 aprile 1937 Berneri scrive la Lettera aperta alla compagna Federica Montseny , che, in un universo parallelo, avrebbe forse potuto dare origine alla storia del Novecento delineata nel primo paragrafo.
Nella lettera indirizzata al Ministro della Salute del Governo della Repubblica e noto attivista della Confederazione Nazionale del Lavoro, Berneri ripercorre l'“esperienza collaborazionista” della CNT nel Governo. Il contesto era molto povero per gli interessi rivoluzionari.
I “ministri anarchici” con “discorsi eloquenti” e “articoli brillanti” non impedirono al governo repubblicano di lavorare attivamente contro i progressi rivoluzionari raggiunti nell’estate del 1936.
Criticò anche l’inattività della flotta repubblicana e la presenza della guardia civile e guardie d'assalto armate nelle retrovie, dedite a disarmare i rivoluzionari.
L'italiano avanzò diverse proposte di immediata applicazione. In primo luogo, proponeva di esigere che il governo lasciasse il Marocco, con l'obiettivo di creare problemi “alla base operativa dell'esercito fascista”.
Allo stesso modo, riteneva “necessario ristabilire il sistema di elezione diretta e il diritto di licenziamento da parte dei subalterni”, poiché le “formule autoritarie” avevano significato un duro colpo per il morale delle truppe.
Proponeva, tra le altre misure, anche di "formare l'esercito confederale", per "andare all'offensiva sul fronte aragonese".
Concluse che “il dilemma 'guerra o rivoluzione' non avesse più senso. L’unico dilemma è questo: o la vittoria su Franco grazie alla guerra rivoluzionaria, oppure la sconfitta”.
Forse, in un altro luogo del multiverso, i vertici della CNT e della FAI presero atto delle raccomandazioni di Berneri, ma, in quel multiverso che occupiamo, quelle raccomandazioni entrarono da un orecchio ed uscirono dall'altro.
Come il pensatore aveva previsto, l’inerzia continuava a lasciare il posto alla sconfitta. E neanche arrivò a sperimentarlo.
Meno di un mese dopo i suoi scritti, le autorità repubblicane, guidate dal PCE -Partito Comunista di Spagna-, assaliranno il potere rivoluzionario di Barcellona nei primi giorni del maggio '37. Camillo Berneri verrà arrestato e poi assassinato.
fonte: (ESP) elsaltodiario.com - 2 aprile 2024
traduzione a cura de LE MALETESTE