📢 LE MALETESTE 📢
24 apr 2023
Per una visione d'insieme dell'Antifascismo, oggi.
di LE MALETESTE
Che il 25 Aprile sia davvero divisivo!
Decenni di retorica nel corso delle celebrazioni legate alla Resistenza che ne hanno reso possibile nel tempo la partecipazione anche a uomini di potere, prefetti e graduati di corpi militari macchiatisi di crimini durante il fascismo e la Repubblica di Salò.
Decenni di una lettura prettamente schematica, riduttiva della invece complessa e più articolata esperienza partigiana.
Decenni di evidente quanto negligente sotto-stima dell’apporto sostanziale dato dalle donne al movimento di lotta antifascista e di quello, altrettanto fondamentale, di tanti singoli cittadini che offrirono il loro sostegno fattivo a perseguitati, disertori e partigiani per tutta la durata della dittatura fascista
Decenni di messa in clausura dell’antecedente, lunga e dolorosa, azione svolta per oltre venti anni, a partire dall’avvento delle prime squadracce fasciste, dall’insieme di tutti gli antifascisti, sia all’estero, esiliati, sia rinchiusi nelle carceri, o relegati al confino in terra propria, azione teorico-pratica che sola ha reso possibile la successiva elaborazione alla base del pensiero vivo tra i combattenti sulle montagne e nelle città.
Decenni di colpevole distrazione di massa dal contributo resistenziale dato alla lotta di Liberazione anche da reparti militari che, all’indomani dell’8 Settembre 1943, si rifiutarono di aderire alla Repubblica di Salò.
Decenni di silenzio sulle traversìe, anche giudiziarie, attraversate da chi, forse più di altri, subì, nell’immediato dopoguerra, angherie e reclusioni, per il solo fatto di aver dato seguito ad una giustizia popolare antifascista tesa a perseguire i responsabili fascisti dei crimini del ventennio che si temeva sarebbero rimasti altrimenti impuniti dalla legge, come in effetti si è poi tristemente e regolarmente verificato nell’Italia del post-‘45.
E soprattutto decenni di sottovalutazione della storia dell’Antifascismo militante dal dopoguerra ad oggi.
Riconoscere tutto questo, nel preciso momento storico che stiamo attraversando, rappresenta a tutti gli effetti, a chiare e inequivocabili lettere, una dolorosa quanto necessaria presa di coscienza alla ricerca del come sia stata possibile l’attuale assunzione del potere da parte di figure legate strettamente al fascismo, e che oggi siedono boriosamente sugli alti scranni del governo italiano, e del come dotarsi di strumenti atti al superamento, in senso democratico e militante, dell'attuale crisi dell'antifascismo.
Per troppi anni ci si è illusi che bastasse una legge dello Stato o qualche norma inserita tra gli articoli della Costituzione Repubblicana per tenere lontano lo spettro del fascismo, mentre poco si è fatto per condannare nei fatti partiti, movimenti, pratiche, ideologie, nonché personaggi che sfacciatamente e impunemente negli anni dal dopoguerra ad oggi si richiamavano e si richiamano a quell’ideologia.
E allora che ogni 25 Aprile sia davvero un Giorno divisivo dove, da una parte stiano tutti gli antifascisti e dall’altra i fascisti, ma divisivo anche tra chi di antifascismo parla soltanto e chi l’antifascismo lo pratica davvero e ogni giorno nelle piazze, sui posti di lavoro, nelle scuole e nel campo culturale e politico.
BUON 25 APRILE DIVISIVO!
24 aprile 2023
Il Collettivo Autogestito LE MALETESTE