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ROJAVA. I curdi chiedono alle Nazioni Unite di porre Afrin sotto la propria supervisione

✒ LE MALETESTE ✒

18 set 2024

Stabilire la sicurezza ad Afrin, e porre fine all’occupazione turca, contribuirà alla stabilità della Siria e farà avanzare il processo politico nel paese - di KURDISTAN AU FEMININ (F)

di Kurdistan au feminin

17/09/2024 alle 22:16


SIRIA/ROJAVA – Il Dipartimento delle Relazioni Estere dell’Amministrazione Autonoma della Siria settentrionale e orientale ha esortato il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a porre sotto amministrazione fiduciaria il cantone di Afrin, dove crimini di guerra e crimini contro l’umanità vengono commessi dalle forze sotto il comando turco.

 

Il Dipartimento delle Relazioni Estere dell'Amministrazione Autonoma della Siria del Nord e dell'Est ha rilasciato oggi (17 settembre 2024 - NdT) una dichiarazione in cui denuncia i crimini commessi dai mercenari dell'occupazione turca negli ultimi due giorni nel cantone di Afrin, occupato dalla Turchia dal marzo 2018.

Ha sollecitato il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per mettere sotto controllo il cantone di Afrin, dove le forze sotto comando turco commettono crimini di guerra e contro l'umanità.


La dichiarazione afferma che il Ministero delle Relazioni Estere ha ottenuto documenti che dimostrano che i residenti dell'isolato villaggio di Kakhra, tra cui donne, anziani e bambini, sono stati colpiti con proiettili veri e picchiati mentre protestavano contro i crimini dei mercenari sotto il comando turco.


La dichiarazione del Ministero degli Esteri invita la comunità internazionale, compresi gli Stati Uniti d'America e la Russia, affinché sollecitino la Turchia a porre fine all'occupazione della regione di Afrin e a fermare i suoi piani per il cambiamento demografico ad Afrin.


La dichiarazione accusa anche la Turchia di minare gli sforzi della coalizione internazionale per combattere l’Isis, “fornendo un rifugio sicuro ai leader mercenari dell’Isis/Daesh nelle aree che occupa”.



Ecco il comunicato stampa del Dipartimento delle Relazioni Estere del Rojava


“Gli atti criminali commessi dalle milizie sanzionate dagli Stati Uniti nella regione occupata di Afrin si sono intensificati a tal punto che la comunità internazionale non può più chiudere un occhio di fronte ad essi. Il massacro deliberato della popolazione curda indifesa è continuato in modo sistematico e pianificato negli ultimi anni.

Dal massacro del Newroz ad oggi, Afrin è stata testimone di casi di uccisioni e intimidazioni contro i curdi, l'ultimo dei quali è avvenuto lunedì 15 settembre 2024, nel villaggio di Kakhra, affiliato al distretto di Mabata (Maabatli).


Secondo i documenti ricevuti dagli uffici di documentazione dell'Amministrazione Autonoma della Siria settentrionale e orientale, gli abitanti dei villaggi disarmati, tra cui donne, anziani e bambini, sono stati presi di mira con proiettili veri mentre esprimevano pacificamente il loro rifiuto di pratiche contrarie ai valori internazionali e convenzioni imposte loro dalla milizia Al-Amshat, o quella che viene chiamata forza congiunta. Anche le donne sono state picchiate direttamente, provocando il ferimento di molte di loro e la perdita di contatto tra loro.


Le violazioni da parte delle milizie fedeli e finanziate da Ankara contro le popolazioni indigene di Afrin, curdi e arabi, non vengono dal nulla, ma piuttosto sono un'attuazione diretta delle politiche della Turchia nella Siria settentrionale occupata, per stabilire i suoi piani tesi ad imporre la politica di turchizzazione della regione, ed espandere la propria influenza politica ed economica a lungo termine in modo da avere il sopravvento nel controllare il futuro della Siria attraverso la protezione dei turkmeni e consolidare il cambiamento demografico nella regione, iniziato con lo sfollamento dei curdi e l’oppressione loro; e continueranno a farlo, oltre a derubare gli arabi della loro volontà e a preparare le condizioni per la normalizzazione dei suoi rapporti con il governo siriano di Damasco a scapito del sangue siriano versato per eliminare l’ingiustizia.


Le azioni delle milizie terroristiche appoggiate dalla Turchia, rappresentate dal Partito Giustizia e Sviluppo e dall'Alleanza del Movimento Nazionale Turco, consistenti nel confiscare proprietà e riscuotere tributi, prendere decisioni che vietano ai residenti di Afrin di investire nelle proprietà dei loro fratelli sfollati con la forza, per legittimare la confisca di queste proprietà e imporre multe e tasse, e per costringere i residenti del villaggio di Kakhra a firmare documenti sospetti e illegali, queste violazioni, che costituiscono crimini di guerra, hanno incitato i residenti del villaggio a manifestare pacificamente per esprimere il loro rifiuto di l’occupazione e la presenza di milizie ad Afrin.


Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite deve esaminare seriamente le azioni di queste milizie e includerle nella lista delle organizzazioni terroristiche.


Noi (...) stiamo monitorando da vicino la situazione ad Afrin e nel nord occupato della Siria in generale. Nel condannare le pratiche delle milizie filo-turche contro la popolazione di Afrin, chiediamo alla comunità internazionale (…) di sollecitare la Turchia a porre fine alla sua occupazione di Afrin e a fermare i suoi piani di cambiamento demografico in corso contro i curdi.


Chiediamo al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di discutere la questione della Siria settentrionale occupata, e di Afrin in particolare, e di porla sotto la supervisione internazionale al fine di creare condizioni sicure per il ritorno della sua popolazione e di espellere le milizie (...) che contribuiscono direttamente alla protezione e la sicurezza dei leader dell’organizzazione terroristica DAESH ad Afrin e nel nord occupato della Siria, che mina gli sforzi della comunità internazionale nella lotta al terrorismo.


Stabilire la sicurezza ad Afrin e porre fine all’occupazione turca contribuirà alla stabilità della Siria e farà avanzare il processo politico nel paese e aiuterà sicuramente a ridurre l’emigrazione in corso verso i paesi occidentali. »



Fonte: (F) kurdistan-au-feminin.fr - 17 settembre 2024

Traduzione a cura de LE MALETESTE

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