CALP e USB Genova. I portuali non caricheranno il cannone Leonardo sulla nave saudita piena di armamenti

di Pietro Barabino

7 agosto 2025

I portuali genovesi non caricheranno il cannone Leonardo destinato ad Abu Dhabi: “Da Genova non partono armamenti“, ribadiscono i delegati di Filt Cgil. È la linea tracciata nel 2019, quando la nave saudita Bahri Yanbu venne già respinta. Oggi è tornata, carica all’inverosimile: armi, munizioni, esplosivi, mezzi corazzati e carri armati. Una quarantina di camalli, saliti a bordo all’alba, ne ha verificato la presenza. Il carico, imbarcato a Dundalk (Usa), proviene da uno stabilimento militare in Alabama.

Alcuni portuali sono stati costretti da agenti a cancellare le immagini, ma qualcosa è comunque trapelato: si vedono armamenti a cui si sarebbe aggiunto il cannone Oto Melara prodotto a La Spezia, destinato a un cantiere Fincantieri negli Emirati Arabi, paese non formalmente in guerra.

Mentre ai cancelli del terminal GMT dal presidio dei lavoratori arrivava la conferma del rifiuto al carico, a Palazzo San Giorgio si registrava un cambio di clima. Dopo anni di silenzio, l’Autorità di sistema portuale ha manifestato apertura alla richiesta — avanzata da Calp e Usb — di creare un osservatorio permanente sui traffici militari. “Oggi abbiamo trovato una maggiore volontà di dialogo rispetto al passato”, ha dichiarato José Nivoi. L’ipotesi sarà discussa a settembre con Comune, Prefettura e Capitaneria.

A favorire il cambio di passo, con ogni probabilità, anche il sostegno del Comune incassato recentemente dai portuali.

Solo una volta usciti dalla riunione e “rassicurati” sulla destinazione del materiale Leonardo, i lavoratori del Calp e di Usb hanno saputo del restante carico d’armi già presente a bordo e del tentativo di oscurare le prove fotografiche: “Volevate farci incazzare? Ci siete riusciti”, scrivono, annunciando un nuovo presidio venerdì mattina alle 8 al varco Etiopia.

Fonte:ilfattoquotidiano.it - 7 agosto 2025

di Collettivo Di Fabbrica - Lavoratori Gkn Firenze

8 agosto 2025, 10.52

Ancora una volta, solidarietà e complicità con il Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali che ieri ha individuato un nuovo passaggio di armi dal porto di Genova e ha chiamato questa mattina un nuovo presidio.

Il genocidio e la guerra sono una economia: un complesso logistico, militare, industriale, di ricerca, di propaganda. E la "working class" può fermarla. Contrapponendo una economia di vita a una della morte.

Come?

1. Rifiuto di ogni logistica di guerra. Non solo coprire con lo sciopero ogni passaggio di logistica di guerra, ma sostenere e espandere il diritto all'obiezione.

2. Dichiariamo terminata ogni forma di austerità: contendiamo ogni singolo euro stanziato per la spesa militare. I soldi dunque ci sono e noi abbiamo diritto a investirli subito in una vita bella

3. Contro ogni forma di militarizzazione: della protesta, dei territori. Contro il sistema di basi ma anche contro il dl "paura" che limita il diritto alla protesta

4. Abbiamo un piano, l'unico. Di vita, economia, benessere. Perchè l'economia di guerra sarà una atrocità che non funzionerà. La riconversione ecologica qui e ora è in grado di creare milioni di posti di lavoro, come sostenuto e dimostrato dalla campagna dei climate jobs

5. Fermare il genocidio e l'escalation bellica mondiale. Perché la lotta sociale - per i nostri stipendi, i nostri diritti, il nostro futuro - si rafforza nella solidarietà internazionale. La solidarietà internazionale diventa rapporto di forza se si collega alle lotte sociali.

E ogni giorno, le partigiane e i partigiani scelgono da che parte stare.

#insorgiamo

Fonte: https://www.facebook.com/coordinamentogknfirenze - 8 agosto 2025, 10.52