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ex-GKN Firenze: «Piccoli episodi di fascismo molecolare dietro l’attacco agli operai»

ex-GKN Firenze: «Piccoli episodi di fascismo molecolare dietro l’attacco agli operai»

📢 LE MALETESTE 📢

23 apr 2024

Quello di cui avremmo bisogno sono scelte “radicali”, che vanno alla radice dei problemi, attorno alle quali fare “blocco sociale” di tutte le vertenze, di tutte le sofferenze sociali.
di COLLETTIVO LAVORATORI ex-GKN Firenze

di Collettivo di fabbrica Ex Gkn

23 aprile 2024


Rispondiamo con convinzione all’appello del manifesto per il 25 aprile a Milano. In quella piazza porteremo anche i nostri corpi di operai licenziati, insieme a tutti coloro che hanno aderito in queste settimane.


Riguardo agli ultimi fatti alla ex Gkn di Campi Bisenzio abbiamo usato l’espressione: «Ciò che di più fascista abbiamo conosciuto nella nostra vita, almeno da Genova ad oggi». Non si tratta di agitare un pericolo generico, il fascismo, storicamente inteso, non è dietro l’angolo e certamente non nelle stesse forme. Ma il bisogno sempre più selvaggio del capitale di estrarre ricchezza, così come l’escalation bellica, fanno sì che alcuni meccanismi ritornino. Magari in forma molecolare, in miniatura. Osservarli, coglierli, libera il nostro antifascismo dalla retorica celebrativa. Lo rende forza sociale, non rito.


Non sono forse atti di squadrismo gli attacchi che da anni registriamo contro i picchetti nella logistica?


E anche nella vicenda ex Gkn, cogliamo analogie storiche. Non siamo alla grande paura delle classi dominanti dell’occupazione delle fabbriche del 1919-20. No, di certo. Ma siamo comunque al tentativo di trasformare l’assemblea permanente più lunga della storia del movimento operaio, nata il 9 luglio 2021 per contrastare i licenziamenti e preservare la fabbrica, da un fatto sociale a un tema di ordine pubblico. Ciò che si vuole cancellare è il respiro stesso del sindacato: diritti collettivi e organizzazione collettiva. Allora si smette di pagare gli stipendi, non si applica il contratto, non si consegnano le buste paga, si propone una trattativa individuale lavoratore per lavoratore al posto della procedura di licenziamento collettivo, laddove la legge impone un piano sociale e una trattativa collettiva.


Ma visto che il diritto sindacale si fonda in parte anche su quello democratico generale, si deve inibire anche l’applicazione di quest’ultimo. La partecipazione di un sindaco al presidio di operai senza stipendio e lavoro? Appoggio agli illegali. Si riapre finalmente un tavolo al Ministero? Si scrive al Viminale per trasformarlo in un Tavolo di Sicurezza. In pratica si chiede che un esecutivo nazionale sia giudice e boia di una lotta, con tanto di pressione psicologica su prefetture e procure che non agiscono. E infine, e anche qua l’analogia ulteriore, in miniatura, con alcuni meccanismi fascisti, bisogna agire con mezzi “altri” per spostare il baricentro della “legalità” in senso autoritario: guardie private, agenzie di investigazioni e spionaggio, perfino caporali travestiti da operai aziendalisti, come nel caso di MondoConvenienza. Se gli scioperanti semplicemente resistono, allora si corre a denunciarne l’illegalità e si provoca l’intervento delle forze dell’ordine.


Gli sfruttati vengono disumanizzati: non sono soggetti sociali in lotta per i propri obiettivi, ma eversivi che stanno lì per strani calcoli. No, non siamo nel 1920-21, quando con ben più livore venivano bruciati teatri, circoli ricreativi e giornali. Stiamo parlando di meccanismi in miniatura. Piccoli segnali, che sarebbero spazzati via in un attimo se solo le istituzioni o la stampa “democratica” volessero. E invece, un misto di sottovalutazione e complicità, ribalta il senso comune. Le provocazioni dei vigilantes al presidio operaio diventano «operai attaccano vigilantes». Nel frattempo, cala un silenzio incredibile su un atto di potenziale intimidazione mafiosa: nella notte di martedì 3 aprile, ignoti forzano la cabina elettrica ad alta tensione della fabbrica e staccano la corrente elettrica all’intero stabilimento.


Le analogie con il fascismo le vediamo anche nella frantumazione del «nostro campo di classe», nella perdita di credibilità che scontiamo. In un movimento operaio organizzato che è presente sì, ma non efficace e risolutivo nelle proprie azioni. Mentre quello di cui avremmo bisogno sono scelte “radicali”, che vanno alla radice dei problemi, attorno alle quali fare “blocco sociale” di tutte le vertenze, di tutte le sofferenze sociali.


Alla ex Gkn ci stiamo giocando un precedente che impatta sul diritto sindacale nel suo complesso. E non ci possiamo permettere di perdere. Cercheremo di non fare tramontare il sole: dall’alba del 25 aprile a quella di una nuova mobilitazione per l’intervento pubblico, qui e ora.


fonte: ilmanifesto.it - 23 aprile 2024


 


Collettivo Di Fabbrica - Lavoratori Gkn Firenze

  21 APRILE 2024, 12.34


Resistere ad ogni costo, parte terza.

Dall'alba all'alba: dal 25 aprile al 18-19 maggio


1. L'assenza di stipendio ci toglie tempo. Gli attacchi al presidio torneranno a breve. Eppure questa lotta è troppo importante per poter essere persa. Ancora una volta, noi vi chiediamo di farvi un favore: convergete con tutta l'energia possibile, nel contesto dato, pur con i mille impegni di tutti.

2. Non possiamo permetterci di perdere perché Gkn ormai è una lotta:

- per il lavoro, in un territorio appena alluvionato

- per il diritto sindacale, visto che pur di piegarci stanno minando ogni residuo di diritto sindacale, a partire dallo Statuto dei Lavoratori

- per la conversione ecologica, visto che questa è la base del nostro progetto industriale

- contro un fascismo molecolare, fatto di droni, agenzie di spionaggio, appelli al Ministero degli Interni a sgomberare gli operai in assemblea permanente

- contro la speculazione, le delocalizzazioni, la povertà, la precarietà, visto che ci stanno licenziando con la fame, per ridurre la fabbrica a uno scheletro vuoto a disposizione del mercato immobiliare, o per creare qualche polo della logistica da ripopolare magari con lavoratori meno sindacalizzati e più precari

- per un intervento pubblico, reale, comunitario dove soldi pubblici vogliano dire pubblica utilità, controllo operaio, sociale

- per la dignità sociale di chi sta in basso. Perché ci vogliono subumanizzare: per loro non siamo persone senza stipendio, ma "gli eversivi che fanno i rave". Per loro non possiamo occuparci di mutualismo, arte, progetti industriali, letteratura, perché siamo carne da macello in pace come in guerra

- contro un modello sociale, fatto di speculazione finanziaria e estrattivistmo, che poi è lo stesso che ci sta portando verso l'escalation bellica mondiale

3. Nessuno in questa vicenda può permettersi di perdere e il rischio è che il sistema lo capisca meglio di noi. Che noi rimaniamo persi nella nostra routine, nel nostro individualismo, nella nostra frantumazione di date, eventi, impegni, mentre loro hanno capito perfettamente tutto: non vogliono lasciarci vincere

4. E allora ci rendiamo conto della fatica che stiamo chiedendo a noi stessi e a tutte e tutti voi. Ma non c'è alternativa a provarci fino all'ultimo respiro in corpo.

5. Vi chiediamo: di rendere ex Gkn presente ovunque il 25 aprile e il primo maggio, invitandoci a intervenire o intervenendo voi stessi per noi.

6. VI chiediamo di scaldare i motori e organizzare discussioni bilaterali, eventi, assemblee per preparare un nuovo tenetevi libere e liberi che si terrà nel fine settimana del 18-19 maggio (data, modalità e giorno esatto saranno sciolti a breve).

7. Vi chiediamo, ci chiediamo, di farci il favore, di non voltarci indietro un domani e dirci che "quella volta là" potevamo veramente cambiare le cose e non l'abbiamo fatto.

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