📢 LE MALETESTE 📢
2 gen 2024
“All'eterno 'me ne frego' fascista in cui tengono la classe operaia, contrapponiamo il 'noi ci prendiamo cura' di un territorio, di una fabbrica e di una comunità. E' una lotta di prospettiva che si interroga su una fabbrica, sui posti di lavoro, sul pianeta".
di COLLETTIVO DI FABBRICA, AUTOGESTIONE IN MOVIMENTO/ALTROMERCATO, IL MANIFESTO, DARIO SALVETTI + VIDEO
Collettivo Di Fabbrica - Lavoratori Gkn Firenze
1 gennaio 2024, ore 14.13
Brucia ancora. Grazie a tutte/i "noi"
💥31dicembre: 5000 persone di picco, 7000 persone di passaggio complessivo, hanno nuovamente abbracciato la fabbrica.
💥Il tutto con un meteo avverso, l’influenza peggiore degli ultimi 15 anni e in una serata – quella del 31 dicembre – densa di eventi in contemporanea.
💥Il movimento solidale attorno alla fabbrica non conosce calendario: che ci licenziate a luglio o capodanno, scegliamo ancora di non cadere. Si tratta dell’ennesimo evento di questa lotta.
Diamo dei numeri di inizio anno:
📢 Numeri della vertenza Gkn
👉🏼906 giorni di assemblea permanente
👉🏼5 manifestazioni a Campi e Firenze in due anni e mezzo. Complessivamente oltre 100.000 persone coinvolte
👉🏼2 scioperi generali territoriali e 1 di categoria: 18 ore di sciopero (Cgil, Cisl, Uil, Fiom Cgil, Usb, Cobas confederazione lavoro privato)
👉🏼4 articoli 28 per condotta antisindacale vinti in 5 anni dalla Fiom Cgil
👉🏼1 manifestazione in convergenza a Bologna “per questo, per altro, per tutto”, con tanti movimenti tra cui il No Passante, 30.000 persone
👉🏼1 manifestazione in convergenza a Napoli, con il movimento delle/dei disoccupati, 15.000 persone 👉🏼17.000 firme raccolte a favore dell’intervento pubblico e dell’ammortizzatore sociale legato alla reindustrializzazione nel dicembre 2022
👉🏼175.000 euro raccolti in crowdfunding in 47 giorni
👉🏼527.000 euro di azioni complessivamente prenotate per l'azionariato popolare
👉🏼Fondazione di una Società Operaia di Mutuo Soccorso, Insorgiamo, basata sull’articolo 11 dello Statuto dei Lavoratori Fondazione della Cassa di Mutuo soccorso in convenzione con Mag
👉🏼2 progetti industriali presentati, uno a marzo e uno a dicembre 2022
👉🏼2 documentari
👉🏼2 libri
👉🏼1 spettacolo teatrale
👉🏼1 Festival della Letteratura Working class, praticamente unico, 3500 persone coinvolte
👉🏼Saremo coro, raduno internazionale di cori partigiani
👉🏼5 concerti evento di fronte alla fabbrica, almeno 15.000 persone complessivamente coinvolte
👉🏼 Abbiamo perso il conto della quantità di eventi di convergenza culturale
👉🏼 Abbiamo perso il conto dei presidi, iniziative di lotta, sul territorio tra cui 30 ore a Palazzo Vecchio e 6 giorni sulla Torre di San Niccolò
👉🏼4 Insorgiamo tour, un numero incalcolabile di chilometri percorsi
👉🏼 Insorgiamo tour internazionale: Lipsia, Berlino, Colonia, Barcellona, Amsterdam, Parigi, Londra, Manchester
👉🏼 Invio di squadre di solidarietà attiva per l’alluvione in Romagna
👉🏼 Oltre 1000 volontarie/i organizzati per l’alluvione a Campi
👉🏼 3 riconoscimenti da associazioni giornalistiche Nel frattempo nel mondo due ondate pandemiche, oltre 200.000 morti nel conflitto tra Ucraina e Russia, il devastante massacro in Palestina, 2 record annuali di emissioni di Co2 derivanti da combustibili fossili e ancora femminicidi, morti sul lavoro, altre aziende in crisi
👺Numeri dell’azienda
2 procedure di licenziamento avviate
Non vengono consegnate le buste paga dal dicembre 2022
Non presentato alcun reale piano industriale almeno dal 2020 in poi
6 direttori cambiati in 4 anni
3 liquidatori in 2 anni e mezzo
80 posti di lavoro bruciati negli appalti
240 posti di lavoro bruciati sul territorio
Milioni di euro di perdite accumulate per la propria totale miopia
⚠️ Numeri delle istituzioni
Due anni di cassa integrazione, probabilmente circa 7 milioni di euro, regalati dallo Stato all’azienda senza mai ottenere alcun reale rilancio industriale
Dal luglio 2021 30 incontri o tavoli istituzionali senza nessun risultato
fonte: facebook
Autogestione in Movimento - Fuorimercato
1 gennaio 2024, ore 13.08
E per una volta abbiamo dato torto a Gramsci,
regalandoci un Capodanno che si rinnovi ogni giorno:
"Perciò odio questi capodanni a scadenza fissa che fanno della vita e dello spirito umano un’azienda commerciale col suo bravo consuntivo, e il suo bilancio e il preventivo per la nuova gestione. Essi fanno perdere il senso della continuità della vita e dello spirito. Si finisce per credere sul serio che tra anno e anno ci sia una soluzione di continuità e che incominci una novella istoria, e si fanno propositi e ci si pente degli spropositi, ecc. ecc. È un torto in genere delle date. (...) Perciò odio il capodanno. Voglio che ogni mattino sia per me un capodanno. Ogni giorno voglio fare i conti con me stesso, e rinnovarmi ogni giorno. Nessun giorno preventivato per il riposo. Le soste me le scelgo da me, quando mi sento ubriaco di vita intensa e voglio fare un tuffo nell’animalità per ritrarne nuovo vigore".
Antonio Gramsci
#insorgiamo #autogestione #fuorimercato
fonte: facebook
Gli operai ex Gkn: “Un Capodanno per regalarci un futuro”
DELOCALIZZAZIONI. Migliaia di partecipanti alla festa davanti ai cancelli della fabbrica. La Rsu: “All'eterno 'me ne frego' fascista in cui tengono la classe operaia, contrapponiamo il 'noi ci prendiamo cura' di un territorio, di una fabbrica e di una comunità. E' una lotta di prospettiva che si interroga su una fabbrica, sui posti di lavoro, sul pianeta".
Riccardo Chiari, CAMPI BISENZIO (FI)
Già alle cinque del pomeriggio il grande piazzale davanti ai cancelli della fabbrica è animato da almeno duecento persone. Volontari e volontarie che finiscono di preparare il palco del concerto serale, montano gli stand per la vendita delle maglie e delle felpe del Collettivo di Fabbrica e la distribuzione delle bevande, e i lunghi tavoli dove poche ore dopo si potrà mangiare in piedi qualcosa di caldo. La rappresentanza sindacale unitaria di Qf ex Gkn fa il punto della situazione, prima di dedicarsi all’organizzazione di un evento pensato quando ancora era lontana la decisione del giudice del lavoro che, nei fatti, riporta le parti al tavolo di trattativa per la reindustrializzazione del grande stabilimento di 80mila metri quadri, dove fino al 9 luglio 2021 si producevano semiassi per la galassia Stellantis e per altri marchi automobilistici.
“Questa sera c’è una festa di una comunità che si interroga sull’anno che viene e non lo festeggia in maniera vuota – riflette il delegato sindacale Dario Salvetti – ma si chiede quale anno vuole. La sentenza ci dà un grammo di giustizia, ma ci restituisce soprattutto rabbia perché arriva dove la politica non è arrivata. Il messaggio che parte oggi da qui è che il 2024 sia un anno nuovo e non solo il nuovo anno. Il nostro è un paese in ginocchio: sei milioni di poveri assoluti, 3,5 milioni di precari, due milioni di finte partite Iva. Per tenere soggiogata in un’apparente democrazia questa massa di persone, la devi tenere assorbita nel modello qualunquista e consumistico, in un eterno presente senza prospettiva”.
Di fronte a questa cruda descrizione dello stato delle cose, i lavoratori e le lavoratrici che da ben 906 giorni sono in assemblea permanente offrono una visione di segno opposto: “A questo eterno ‘me ne frego’ fascista in cui tengono la classe operaia – continua Salvetti – noi abbiamo contrapposto il ‘noi ci prendiamo cura’ di un territorio, di una fabbrica e di una comunità. Questa è una lotta di prospettiva che si interroga su una fabbrica, sui posti di lavoro, sul pianeta. Cerchiamo di non vivere intrappolati nel presente ma di regalarci un futuro”.
I circa sei mesi di tempo conquistati dagli operai, e l’obbligo per tutte le parti in causa di tornare ad affrontare sia al ministero che in Regione Toscana il nodo della reindustrializzazione, così come chiede la legge Orlando-Todde, non devono essere sprecati: “Se la stessa Qf presenta un piano industriale vero, credibile e validato dalle istituzioni, dal sindacato e dalla Rsu – ragiona in linea teorica Salvetti – allora si potranno togliere i macchinari rimasti nello stabilimento e avviare la reindustrializzazione”. Una reindustrializzazione sulla quale sta intervenendo, a pochi chilometri di distanza, anche l’arcivescovo Giuseppe Betori: “Ci sono responsabilità da esercitare, da parte di tutti: impresa, lavoratori, sindacati, amministratori locali e governo nazionale, perché la necessaria soluzione produttiva potrà essere solo insieme”.
Per certo, chiude il delegato sindacale, quello che è successo negli ultimi due anni e mezzo è indicativo. Si va dalle cinque manifestazioni che hanno visto sfilare nel complesso 100mila persone, ai quattro ricorsi per condotta antisindacale vinti a partire dal 2019 dalla Fiom Cgil, senza trascurare i 527mila euro di azioni ad oggi prenotate per l’azionariato popolare, e i due progetti industriali presentati attraverso la Società operaia di mutuo soccorso “Insorgiamo”: “Il nostro è un esempio che rende più difficile il sistema delle delocalizzazioni. Anche la legge Orlando-Todde è nata su nostra spinta. Su una mobilitazione che va avanti, perché fuori dalla mobilitazione non c’è salvezza, e che ci ha permesso di tornare ai tavoli di trattativa. Quello che invece ancora manca è un sistema pubblico che aiuti le reindustrializzazioni”.
A non mancare, come sempre, è il sostegno popolare alla resistenza operaia, viste le settemila persone che di lì a poco arriveranno davanti alla fabbrica, al fianco della loro lotta. “Io dico no alla speranza, che è vana – chioserà in collegamento telefonico Vauro Senesi a concerto iniziato – invece dico sì alla lotta, come voi state facendo”.
fonte: ilmanifesto.it - 2 gennaio 2024
ANTEPRIMA/NOTIZIA:
martedì 19 dicembre 2023 20:07
Lo spettacolo Il Capitale ha vinto un premio Ubu. Il premio dedicato al teatro è andato alla compagnia Kepler-452, per lo spettacolo Il Capitale. Un libro che non abbiamo ancora letto ha vinto il Premio Speciale Ubu 2023 per l’attività di ricerca sul campo alla ex Gkn.
19 dicembre 2023, ore 10.48
Nel dicembre 2021, due anni fa, la vertenza Gkn era all’apice della propria visibilità “mainstream”. Uno degli scopi principali - e questo non me lo toglierà nessuno dalla testa - della "manovra" Borgomeo era probabilmente quello di avvolgere questa nostra storia nelle nebbie di una cronachetta, invisibile, stanca, noiosa, logora. Di farci evaporare, dissolvere.
Il teatro si è preso il compito di ridare a questa storia la propria dimensione storica.
Non fingerò una emozione che non provo.
Non sapevo fino a poco tempo fa cosa fosse un premio Ubu e tutt’oggi fatico a capirne la portata. Ho dovuto leggere su Wikipedia che trattasi degli “Oscar” italiani del Teatro.
Rimane il fatto che la vicenda Gkn ha visto anche questo:
uno spettacolo teatrale - con in scena un attore e quattro operai sotto licenziamento, scritto con e insieme a questi operai, nel pieno di una fabbrica in presidio - vincere l’Ubu, categoria Premio Speciale.
Niente di completamente nuovo, sia chiaro. Gli operai dell’Apollon girarono un film interpretando se stessi, mentre erano ancora in lotta.
Rimane questo alla fine: il gracchiare del padrone, l’immobilismo del potere, il grigio della rassegnazione da un lato, e dall’altro una lotta che ha portato al proprio territorio storia, letteratura, teatro, solidarietà.
Rimane che ho visto tante volte l’odio di classe scatenarsi contro di noi: contro le nostre pretese salariali, di pause, di ritmi più umani, di sabati e domeniche liberi, di diritto alla salute. Ma poche volte ho visto tanto odio di classe come quello scatenatosi contro il festival della letteratura working class o contro la partecipazione operaia al teatro. Una sorta di classista “tu come osi”. Come osi svilupparti come individuo a tutto tondo?
Rimane che ancora una volta “noi abbiamo visto”. Abbiamo visto che nelle nostre fabbriche, nei nostri quartieri, tra la nostra gente, ci sarebbero attori, musicisti, letterati, scienziati, che forse non sapranno mai di esserlo. Abbiamo visto la classe a teatro e un teatro fatto con la classe. Abbiamo visto in forma embrionale, accennata, eccezionale, in forma piccola ciò che un domani il mondo potrebbe vedere in grande: un tempo diverso, dove lavoro, arte, professione, passione possano fondersi in una sola tensione narrativa. E per parafrasare un pezzo dello spettacolo: non è forse questo, ciò per cui ha lottato, chiunque ha lottato?
Attenzione, questa non è una concezione banalmente plebea dell’arte. Non nega il valore dell’artista, l’apporto dell’intellettuale, la necessità del talento, dell’applicazione, dello studio.
Lo spettacolo “Il Capitale” è stato scritto da Kepler e senza Kepler non sarebbe stato scritto. E Kepler è ciò che Kepler ha deciso di essere in questi anni. E senza questa decisione, non ci sarebbe stata nessuna compagnia teatrale a incontrare il caso Gkn.
Kepler appartiene a quelle scelte che puoi fare, pur nel contesto dato.
Kepler non ha semplicemente “raccontato gli operai”. Li ha fatti parlare. Non ha solo descritto, ha saputo anche plasmare. Kepler non ha fatto un volantino a favore della Gkn. Ha a tutti gli effetti fatto uno spettacolo sul Capitale. Kepler non ha scelto una visione aneddotica o intimista, ma ha deciso di spiegare il Capitale a partire da aneddoti e intimità personali.
Kepler forse non vi ha spiegato la forma valore o il ciclo di accumulazione capitalista. Ha fatto però ciò che più di marxista si può fare: trasformare in cosciente il movimento incosciente che già esiste nella testa della gente. Ha reso cosciente il teatro incosciente che esisteva in fabbrica.
Ne risulta qualcosa di leggero, che scorre. A volte ti senti in una commedia con battute toscane, a volte in un racconto intimo dei personaggi in scena, a volte nel racconto fedele della lotta. Quando finisci una delle prime domande che ti fai è: che cosa ho visto? Erano attori, operai, sé stessi, veri, recitati?
Non ho mai chiesto a Kepler se ritiene di fare “teatro militante”. Io credo che sarebbe più giusto dire che Kepler “milita” per il teatro. E che non ha guidato il teatro a una dimensione militante. Si è lasciata guidare dalla propria voglia di teatro e il teatro l’ha condotta qua.
Kepler ha vinto. Ha vinto l’Ubu. E questo Ubu è contro i licenziamenti. Viene dalla fabbrica e torna alla fabbrica.
Rosa Luxemburg diceva che noi non vogliamo arrivare alla rivoluzione attraverso la maggioranza, ma alla maggioranza attraverso la rivoluzione. Kepler non ha paura di arrivare alla maggioranza attraverso il proprio teatro.
Non è stato facile. Non sarà facile. Ma intanto qua siamo. E siamo qua.
fonte: facebook