top of page

ex-GKN Firenze. Il problema non sono gli avvoltoi che volano basso, ma chi non vola più in alto

ex-GKN Firenze. Il problema non sono gli avvoltoi che volano basso, ma chi non vola più in alto

🚧 LE MALETESTE 🚧

14 feb 2024

"Deve iniziare una discussione reale sulla reindustrializzazione e sulle misure pubbliche a suo sostegno".
di COLLETTIVO DI FABBRICA GKN Firenze e IL MANIFESTO

Il problema non sono gli avvoltoi che volano basso, ma chi non vola più in alto


Collettivo Di Fabbrica - Lavoratori Gkn Firenze

14 febbraio, ore 14.33


Noi siamo la storia di questo territorio, loro esattamente cosa sono venuti a fare?


E’ il momento di tornare all’azione, di pretendere intervento pubblico, qui e ora

1. Chi è in ostaggio sono i lavoratori. Chi è “occupato” è il territorio che non riesce a liberare il futuro della fabbrica “di Firenze” da logiche poco chiare e potenzialmente speculative. Siamo noi a dover essere liberati, non un fantomatico “stabilimento”.

2. La tattica della fame è tornata. L’azienda non paga gli stipendi e non chiede l’ammortizzatore sociale. Prende tempo, sapendo che questo tempo serve a logorarci. Così non solo vuole costringere al licenziamento, ma si prepara anche il terreno per la svendita finale della lotta. Vogliono operai disperati e messi nell’angolo, pronti a dire sì a qualsiasi cosa.

3. Loro la chiamano “restituzione dello stabilimento”. La verità è un’altra. Lo stabilimento è loro. Non si sa quanto l’hanno pagato e che accordi hanno fatto con Melrose, ma lo stabilimento è loro. Solo che non hanno mai avuto né un vero piano industriale né vogliono esercitare una funzione imprenditoriale. Ciò che chiedono è il vuoto: licenziare tutti, smantellare, nel silenzio di un territorio, senza chiarezza e senza prospettiva di lavoro. Ciò che chiedono è la resa di un territorio. E’ lo stesso piano di Melrose, con altri mezzi.

4. Devono distruggere tutto ciò che si oppone a questa loro azione. Devono fiaccare i corpi, le tasche, le menti degli operai che resistono. Devono distruggere l’assemblea permanente che svela le loro intenzioni, il Collettivo di Fabbrica, lo Statuto dei Lavoratori, il sindacato.

5. Sono venuti a mettere fuori legge un pezzo della storia di questo territorio. Sono venuti a dichiarare illegali le migliaia di persone solidali che hanno abbracciato la fabbrica. Sono venuti a dichiarare illegale una Società Operaia di Mutuo Soccorso, nel territorio che è culla delle Sms e del mutualismo. Dichiarano illegale le attività “ludico-ricreative” dei lavoratori nel territorio dove gli operai della Galileo fondarono la Flog (circolo ricreativo operaio) nel settembre del 1945. Dichiarano illegale la Cooperativa nel territorio dove nel 1955 la Fonderia delle Cure – sgombrata dal liquidatore – fu requisita dal Comune e data alla Cooperativa dei lavoratori. Dichiarano illegale il Festival della Letteratura Working class che è stato un evento vanto di questo territorio e della nostra classe.

6. Loro però fanno il loro mestiere. Gli avvoltoi volano basso quando sentono odore di carcassa. Il problema sono tutti i soggetti, istituzionali, politici, sociali, che li lasciano agire.

7. Senza intervento pubblico non se ne esce. Non si rompe l’assedio. Dovrebbe intervenire il Governo. Non lo farà: troppo succube delle proprie logiche elettorali e delle proprie relazioni di potere. Chiediamo perciò intervento pubblico della Regione e del resto delle istituzioni locali. E proveremo a preparare una proposta di legge conseguente.

8. Cosa fare?

a. Lottiamo per il reddito, sconfiggiamo l’assedio.

b. Approfondire la reindustrializzazione dal basso.

c. Rafforzare l’azionariato popolare

d. Lanciare ovunque assemblee per l’intervento pubblico

e. Rafforzare la proposta della fabbrica socialmente integrata

f. Difendiamo il Festival della Letteratura Working Class: diventiamo sin da ora volontarie e volontari del Festival

g. prepararsi alla mobilitazione per chiedere intervento pubblico qui e ora.


#insorgiamo


fonte: https://www.facebook.com/coordinamentogknfirenze - 14 feb. 2024



 


Ex Gkn, Borgomeo fa “terra bruciata”

DELOCALIZZAZIONI. Nessun pagamento degli stipendi, nessun "Piano sociale" che permetterebbe di avviare la cassa integrazione, rifiuto della bozza di accordo presentata dalla Regione Toscana per la reindustrializzazione dello stabilimento ex automotive di Campi Bisenzio. Il Collettivo di Fabbrica: "Ora la Regione intervenga, ne ha gli strumenti".


Riccardo Chiari , FIRENZE

14 febbraio 2024


In spregio alla legge Orlando Todde e alle conseguenti decisioni della magistratura, la Qf di Francesco Borgomeo va avanti nella tattica della “terra bruciata”. Questa volta non diserta il tavolo istituzionale in Regione Toscana. Ma, davanti agli enti locali interessati alla vertenza, ai sindacati metalmeccanici e alla Rsu, si rifiuta di anticipare i contenuti del “Piano sociale”, previsto dalla legge nella prospettiva di una reindustrializzazione del sito industriale in cui è stata delocalizzata la produzione. Un Piano necessario anche per “agganciare” una nuova cassa integrazione per i 180 addetti tuttora in forze all’azienda di Borgomeo.

Non solo, Qf addirittura rifiuta di firmare una bozza di accordo di una fin troppo diplomatica Regione. Bozza in cui si valutava, se fosse stato accettato l’accordo complessivo, che a quel punto ci fossero “i presupposti per il conseguente superamento del presidio, anche consentendo operazioni di decomissioning dello stabilimento finalizzate alla reindustrializzazione”. Insomma la fine dell’assemblea permanente operaia e lo svuotamento dei pregiati macchinari della fabbrica di Campi Bisenzio, unico reale obiettivo di Borgomeo e del suo ex(?) datore di lavoro Gkn-Melrose.

Va da sé che Qf conferma che non saranno pagati gli stipendi – dovuti – di gennaio. E, approfittando di una falla nella legge Orlando Todde che non prevede la retroattività dell’ammortizzatore sociale, sul quale per giunta è necessario un accordo sindacale con l’azienda, va avanti nella tattica di lasciare senza alcun tipo di salario quelli che oggi restano a tutti gli effetti i suoi operai. Incurante della sentenza del giudice del lavoro che ha cancellato i licenziamentie, imponendo a Borgomeo e al suo ineffabile commissario liquidatore Gianluca Franchi il rispetto di una legge dello Stato come la Orlando Todde.

Al liquidatore Franchi, che continua a parlare di denunce alla magistratura penale, sostenendo (falsamente, ndr) la mancata agibilità nello stabilimento campigiano, ha subito risposto sia la Fiom fiorentina e nazionale che la Cgil Toscana: “Leggiamo esterrefatti la nota del liquidatore, noi vogliamo quel che vogliono il territorio, i lavoratori e le organizzazioni sindacali: discutere della reindustrializzazione del sito”.

A tirare le somme il Collettivo di Fabbrica: “Il governo ha deciso di ‘elettoralizzare’ il rapporto con i territori che ad oggi non controlla, marginalizzandoli. Avviene con Gkn ma anche con la gestione del post-alluvione. Ma noi non siamo carne da campagna elettorale. E la Regione Toscana non può continuare a subire un simile gioco al massacro. Prenda una decisione politica alta, smetta di gestire il gestibile, e intervenga con gli strumenti a propria disposizione per la creazione di un polo delle energie rinnovabili e della mobilità leggera, sulle ceneri dell’ex industria dell’automotive”. Strumenti normativi, ed anche economici, di cui ogni Regione può in teoria disporre.

Quanto a Borgomeo e alla sue denunce alla procura, il Collettivo di Fabbrica è netto: “Quando le logiche speculative dettano legge, chi finisce sul banco degli imputati sono le società di mutuo soccorso, la resistenza sindacale e sociale. Ma se le logiche speculative raggiungono un simile livello di arroganza, è perché sanno di essere impunite. Loro reclamano lo stabilimento, ma lo stabilimento è già loro. Quello che in verità reclamano è il vuoto. Non hanno e non avevano probabilmente nessun piano industriale. Vogliono completare lo svuotamento, così come magari concordato con Melrose. E poi magari fare una operazione immobiliare sul sito”.


fonte: ilmanifesto.it - 14 feb. 2024



 


Intervento pubblico qui e ora, assemblee per l’azionariato popolare


Collettivo Di Fabbrica - Lavoratori Gkn Firenze

13 febbraio 2024, ore 15.55


Verso una nuova mobilitazione? Perché sia primavera

1. L’assedio di calunnie e di impoverimento verso l’assemblea permanente, il diritto sindacale, il Collettivo di Fabbrica deve cessare ora. Al suo posto, deve iniziare una discussione reale sulla reindustrializzazione e sulle misure pubbliche a suo sostegno.

2. Il tema dell’intervento pubblico nel paese va riaperto qui e ora. Non capitale pubblico per le grandi opere inutili, spese militari, né per socializzare le perdite della grande finanza. Capitale pubblico per transizione ecologica, uscita dall’economia di guerra. Gkn potrebbe essere un esempio virtuoso di tutto questo. Siamo invece lasciati in balia di un assedio di ambienti imprenditoriali, economici e politici, ambigui ed equivoci.

3. Lanciamo per questo le assemblee di azionariato popolare e di intervento pubblico. Si parte il 17 a Torino. Ogni città può continuare. E se l’assedio non cesserà, convocheremo una mobilitazione nazionale sul tema in primavera. Forse troverete il modo di sotterrarci prima, ma saremo semi che germoglieranno. Uno spettro che non vi lascerà pace.

4. Il liquidatore ci ha informati che le attività della Società Operaia di Mutuo Soccorso, l’assemblea permanente, la nostra rete di solidarietà sarebbero illegali e oggetto di denunce presso la Procura. Quando le logiche speculative dettano legge, chi finisce sul banco degli imputati sono le società di mutuo soccorso, la resistenza sindacale e sociale. Ma se le logiche speculative raggiungono un simile livello di arroganza è perché sanno di essere impunite.

5. Sono venuti a dichiarare illegale una Società di Mutuo Soccorso Operaia, nel territorio che è culla delle Società di Mutuo Soccorso. Dichiarano illegali le attività “ludico ricreative” del dopo lavoro (articolo 11 Statuto dei Lavoratori), nella città che vide nel 1945 gli operai Galileo fondare la Flog (Federazione Lavoratori Officine Galileo), circolo ricreativo e culturale operaio. Sono venuti a dichiarare illegale la nostra lotta nella città della Fonderia delle Cure: sgombrate dal liquidatore nel 1955, furono requisite dal Comune e date poi in gestione alla Cooperativa dei lavoratori.

6. Reclamano lo stabilimento. Ma lo stabilimento è già loro. Quello che in verità reclamano è il vuoto. Non hanno e non avevano probabilmente nessun piano industriale. Vogliono completare lo svuotamento, così come magari concordato con Melrose. E poi magari fare una operazione immobiliare sul sito.

7. La loro è una enorme rivendicazione di vuoto. E attaccano tutto ciò che si contrappone a questo vuoto. L’assemblea permanente è a guardia del patrimonio industriale del territorio. La Società Operaia di Mutuo Soccorso (Soms) Insorgiamo è lo strumento di resistenza umana, psicologica, culturale di chi presidia la fabbrica. La Soms è anche il raccordo con il territorio. La Cooperativa Gff e la Soms sono strumenti della reindustrializzazione dal basso. E loro attaccano tutto questo.

8. I corpi degli operai sono a disposizione dal 9 luglio 2021 contro lo smantellamento della fabbrica e per la reindustrializzazione. E loro devono indebolire quei corpi. Li devono indebolire materialmente, non pagando gli stipendi. Ma li devono anche abbruttire mentalmente. E per quello dichiarano illegali anche le attività di dopo lavoro. Per questo odiano più di ogni altra cosa eventi come il Festival della Letteratura Working Class.

9. Il Governo ha deciso di “elettoralizzare” il rapporto con i territori che ad oggi non controlla, marginalizzandoli. Avviene con Gkn, ma avviene anche con la gestione del post-alluvione. Ma noi non siamo carne da campagna elettorale. E la Regione Toscana non può continuare a subire un simile gioco al massacro. Prenda una decisione politica alta e smetta di gestire il gestibile. Intervenga con gli strumenti a propria disposizione per la creazione di un polo delle energie rinnovabili e della mobilità leggera, sulle ceneri dell’ex industria dell’automotive.

10. Fabbrica pubblica socialmente integrata: ci dicano perché no? Con il controllo operaio cooperativistico, con il controllo sociale dell’azionariato popolare, con il capitale pubblico usato per creare giustizia sociale e climatica, con una produzione mirata al bene pubblico, alla transizione ecologica e alla riconversione del settore dell’automotive. Tanto più che questa proposta oggi avanza nel vuoto: vuoto di proposta imprenditoriale, di leggi, di chiarezza, di diritti, di correttezza. Loro prescrivono a noi il vuoto, per poi riempirlo di cemento, precarietà, sfruttamento, ricatto.


#insorgiamo


fonte: https://www.facebook.com/coordinamentogknfirenze - 13 feb. 2024

bottom of page